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Una delle manifestazioni più frequenti di devianza nei bambini (per approfondire le fasi di sviluppo del bambino si rimanda all'articolo Da bambino a preadolescente: le 5 fasi fondamentali per lo sviluppo) e negli adolescenti è il fenomeno del bullismo (oggi anche cyberbullismo dato l'utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazioni per metterlo in atto). 

Secondo i dati del Rapporto Censis emerge, infatti, che il 52,7% degli studenti tra 11 e 17 anni nel corso dell’anno ha subito comportamenti offensivi, non riguardosi o violenti da parte dei coetanei. La percentuale sale al 55,6% tra le bambine e le ragazze e al 53,3% tra i ragazzi più giovani (11-13 anni).

Divenuto un tema ormai conosciuto grazie agli approfondimenti e alle storie raccontate dai media, è ancora poco delineato a livello psicologico. 

Nell'articolo tratteremo i seguenti argomenti:

  1. Le forme più comuni di bullismo
  2. Gli attori del fenomeno del bullismo
  3. Il cyberbullismo
  4. Gli impatti psicologici del bullismo

1. Le forme più comuni di bullismo

La scuola, luogo in cui i ragazzi trascorrono la maggior parte della propria giornata tra pari, è l'ambiente di elezione in cui si presenta il fenomeno fin dalle ultime classi della scuola primaria.

I dati attuali individuano alte percentuali di episodi di bullismo in tutti i paesi e in soggetti di entrambi i generi. In Italia, secondo l’Indagine Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2012), realizzata dall'Eurispes e dal Telefono Azzurro, le forme più comunemente messe in atto riguardano:

  • la diffusione di informazioni false o cattive sui pari
  • provocazioni o prese in giro ripetute
  • esclusione dal gruppo di amici.
Forme indirette sono quindi più presenti rispetto ad aggressioni fisiche. Nonostante l’inizio di ricerche e studi, manca ancora un sistema unitario in grado di decifrare precisamente la diffusione sul territorio.

2. Gli attori del fenomeno del bullismo

Gli attori che prendono parte agli episodi di bullismo possono essere individuati in: bulli, vittime e spettatori.

Il comportamento del bullo è volto all’offesa, all’umiliazione e all’abuso di potere messo in atto in modo sistematico, ripetuto e volontario.

La presenza di spettatori, spesso silenti, garantisce la visibilità sociale al bullo, che veicola così la sua “supremazia” all’interno dell’intero gruppo. I comportamenti messi in atto possono riguardare l’attacco fisico, verbale, psicologico e il cyber-bullismo.Gli attacchi di tipo indiretto, tipici del genere femminile, toccano l’esclusione sociale o relazionale.

Il ruolo della vittima è spesso rivestito da soggetti che non si uniformano al gruppo e alle sue regole e può originare da una posizione passiva o provocatoria. Un quadro psicologico più complesso è quello del bullo-vittima: ragazzi vittime e al contempo aggressivi nei confronti di individui più deboli, prevaricanti secondo una logica di comportamento compensatorio.

3. Il cyberbullismo

Negli ultimi anni l’attenzione pubblica si è sempre di più dedicata a questo fenomeno e al nuovo modo di essere bulli attraverso l’utilizzo dei social network e delle piattaforme di comunicazione online.

Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza1 adolescente su 10 tra gli 11 e i 13 anni subisce cyberbullismo rispetto all’8,5% dei ragazzi più grandi tra i 14 e i 19 anni. Le ragazze sono ancora le vittime predilette dai cyberbulli (70%) che sono per oltre il 60% di sesso maschile.

Il cyberbullismo si sviluppa seguendo tracce diverse, ma ha lo stesso identico effetto doloroso sulla vittima. L’utilizzo quotidiano della rete da parte degli adolescenti ha modificato infatti le modalità di aggressione e prevaricazione: il bullo può raggiungere la vittima in ogni momento, può “nascondersi” dietro lo schermo (facilitando così meccanismi psicologici di deresponsabilizzazione) e ha un numero di spettatori potenzialmente infinito.

4. Gli impatti psicologici del bullismo

Le conseguenze di atti di bullismo possono toccare difficoltà scolastiche: aumenta la possibilità di abbandono scolastico e cala il rendimento e la motivazione. Ma hanno anche un impatto sul benessere psico-fisico del soggetto: nei ragazzi vittime di bullismo sono infatti stati individuati disturbi d’ansia, abbassamento del tono dell’umore, sintomi psicosomatici, bassa autostima e scarse abilità sociali. Anche il comportamento può rispondere con l’aumento dell’uso di sostanze e la messa in atto di azioni devianti. 

Data la gravità e la portata sociale delle forme di bullismo e cyberbullismo è fondamentale intervenire con progetti di prevenzione mirati agli insegnanti, ai genitori e agli stessi ragazzi. Imparare la vicinanza, la comunicazione e la cooperazione fin dalle prime classi della scuola elementare sono solo alcuni dei metodi possibili.


Ihealthyou Redazione
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Redazione rappresenta il team di ihealthyou. Gli articoli scritti da redazione sono verificati da esperti del settore medicale.