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Come dicevamo, il colesterolo non è quindi solo dannoso: gran parte del lipide viene infatti spontaneamente prodotta dall'organismo, mentre solo minima parte viene introdotta con la dieta. Non esiste un colesterolo buono e uno cattivo, quindi.
Questo lipide è contenuto nei cibi ricchi di grassi animali, come carne, burro, salumi, formaggi, tuorlo dell'uovo, fegato, mentre è assente nei cibi di origine vegetale come frutta, verdura e cereali.
È importante sfatare un mito: si è solitamente portati a pensare che il colesterolo totale sia sempre un nemico da sconfiggere, tuttavia va sottolineato che il nemico principale è il colesterolo cattivo, ovvero l'LDL.
Spesso associati tra di loro, colesterolo e trigliceridi non sono la stessa cosa, benché appartengano entrambi alla famiglia dei grassi. Entrambi necessitano di specifiche proteine per essere trasportati nel sangue, ovvero le lipoproteine.
I trigliceridi sono formati da tre catene di lipidi legati ad una molecola di glicerolo, anch'essi assemblati nel fegato. Costituiscono la più grande riserva energetica del corpo umano: sono la materia di conversione delle calorie introdotte con la dieta e non utili nell'immediato.
I trigliceridi rappresentano quasi il 90% dei grassi ingeriti: la loro presenza nel sangue aumenta quando la dieta contiene un eccesso di grassi, alcool o carboidrati (zucchero, pane, pasta), che il fegato trasforma in grassi.
Per rispondere a questa domanda abbiamo chiesto al dottor Luigi Gianturco, esperto cardiologo.
«Abbassare il colesterolo il più presto possibile, specialmente nei pazienti a rischio molto alto». A lanciare il messaggio dall'80° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia (SIC) che si è svolto nei giorni scorsi a Roma è stato proprio il presidente della Società Ciro Indolfi.
E in linea con questo obiettivo la SIC nel corso del Congresso ha presentato i nuovi obiettivi per quanto riguarda la riduzione del colesterolo, nonché una riveduta stratificazione del rischio cardiovascolare, particolarmente rilevante per i pazienti ad alto e altissimo rischio. Nuove linee guida che forniscono importanti novità che avranno un grande impatto su numerosi soggetti e pazienti affetti da ipercolesterolemia.
Le prove evidenti derivanti dagli ultimi grandi studi (trial randomizzati) ci indicano che la via maestra da percorrere per ridurre incidenza e complicanze dell’arteriosclerosi (quali infarto ed ictus cerebri ad esempio) è quella del #TheEarlierTheBetter (più precocemente agiamo meglio è!) oltre al già noto #theLowerTheBetter (più è basso meglio è!)
Le malattie cardiovascolari, d'altronde sono responsabili di oltre quattro milioni di decessi ogni anno e sono sempre più le evidenze che identificano l'accumulo di colesterolo "cattivo" (definito tecnicamente LDL) come elemento chiave di inizio dell'arteriosclerosi. Inoltre gli ultimi studi clinici hanno chiaramente indicato che più bassi sono i valori LDL raggiunti, più basso è il rischio di futuri eventi cardiovascolari. In questo caso, infatti, non esiste il cosiddetto fenomeno della curva "J", tipica di molti processi biologici, caratterizzata dal paradossale aumento del rischio all'estremo della riduzione del fattore di rischio, in questo caso il colesterolo. Non sono quindi da temere effetti negativi per riduzione estrema dei livelli di LDL colesterolo.
Le rinnovate linee guida (agosto 2019) pubblicate dalla Società Europea di Cardiologia (ESC), di cui ovviamente fa parte la “figlia” SIC, mirano infatti a garantire che i farmaci disponibili (statine, ezetimibe, inibitori del PCSK9 e acido bempedoico nel prossimo futuro) siano utilizzati nel modo più efficace possibile per abbassare i livelli nei soggetti più a rischio.
Quindi, concludendo, questi sono i consigli ai miei colleghi:
Chiudiamo la nostra panoramica con una riflessione: prevenire l'iper-colesterolemia e abbassare il livello di colesterolo nel sangue è possibile. Il "colesterolo cattivo"proviene infatti principalmente dall'alimentazione: non esageriamo quando siamo a tavola!