Quando pensiamo alle malattie del cuore, la nostra mente richiama subito l'infarto cardiaco, una delle patologie più frequenti e diffuse, di cui spesso però si fraintendono i sintomi. Come riconoscere un infarto? A quali altre patologie o disturbi del cuore dobbiamo prestare attenzione?
Per rispondere a queste domande, abbiamo intervistato il Dott. Luigi Gianturco, Medico Chirurgo specializzato in Cardiologia che ci ha aiutati ad approfondire la conoscenza delle tipologie e delle forme di questi disturbi.
In particolare abbiamo parlato di :
Con infarto si indica la morte di un tessuto o di un organo, che si verifica in concomitanza con una prolungata ischemia dei tessuti, un fenomeno che impedisce agli organi interessati di ricevere l'adeguato apporto di sangue e ossigeno dalla circolazione arteriosa a loro dedicata.
Quello che viene generalmente indicato come infarto cardiaco interessa il tessuto muscolare del cuore (anche detto miocardio) e rappresenta la più comune causa di morte dei Paesi sviluppati. La morte del tessuto colpito (chiamata anche necrosi) se l’evento non ha avuto un esito fatale, viene riparata attraverso un processo di cicatrizzazione, che fa però perdere all'organo una parte della sua funzionalità.
Iniziamo il nostro alfabeto del cuore con questo primo disturbo: la famigerata angina pectoris.
A come angina, quindi. Anche detta dolore al petto o dolore toracico, può manifestarsi con varianti a livello epigastrico (ovvero nella zona dell'epigastrio, la parte centrale della metà superiore dell'addome tra coste e ombelico) oppure a livello mandibolare. Si correla alla paura di un evento coronarico o sindrome coronarica acuta, ovvero quella serie di sintomi e segni che insorge a causa di un restringimento delle arterie coronarie, causato nella maggior parte dei casi dall'aterosclerosi.
Per il cardiologo o clinico in genere è essenziale avere a mente alcuni tratti caratteristici fondamentali di questo dolore. Innanzitutto il medico deve tenere conto della specificità della sede del dolore (il petto o alternative meno comuni) e di come si irradia.
Oltre a questo, il medico deve tenere conto della tipologia di dolore, che può essere, tra le altre, gravativo, quando trasmette una sensazione di pesantezza e pressione nella parte del corpo interessata, costrittivo quando appare come una morsa che stringe il petto oppure urente quando trasmette una sensazione di bruciore. In base a questo si può, infatti, indirizzare, oltre a quella cardiologica, anche la diagnostica differenziale, il procedimento che tende ad escludere fra varie manifestazioni simili in un dato soggetto quelle che non comprendono l'insieme di sintomi e segni che si sono riscontrati durante gli esami, fino a comprendere quale sia quella corretta.
I sintomi dolorosi dell'angina possono essere espressione della coronaropatia (acuta o cronica), di una pericardite acuta (in altre parole l'infiammazione dell'involucro di rivestimento del cuore) dove prevale la tipologia urente tendenzialmente ma anche di patologie non cardiache, come quelle dell'esofago (acute, subacute o croniche) oppure di una dissezione acuta del "tubo" aortico.
Come mi insegnava un mio caro maestro all'Università La Sapienza di Roma, si respira infatti con i polmoni e non con il cuore ma dato che i due organi condividono la stessa "casa" (ovvero la gabbia toracica) spesso i due amici-nemici si influenzano a vicenda e lo fanno soprattutto in senso negativo.