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L’Helicobacter pylori è un batterio in grado di vivere e sopravvivere nello stomaco nonostante sia un ambiente acido vista la presenza dei succhi gastrici. Questo organismo può danneggiare la mucosa dello stomaco causando gastrite, oltre ad aumentare il rischio di complicanze e di sviluppare altre malattie più severe come il tumore dello stomaco.
Per eliminare l’Helicobacter pylori si può agire su due fronti seguendo le indicazioni del medico: modificare la dieta e iniziare una terapia che in genere include antibiotici e farmaci gastroprotettori (meglio definiti inibitori della pompa protonica).
Nonostante la terapia sia efficace nella grande maggioranza dei pazienti, in alcuni casi (circa nell’1% dei soggetti) questa infezione batterica si può ripresentare.
In questo articolo cerchiamo di capire perché l’Helicobacter pylori può resistere ai trattamenti e cosa si può fare.
In questo articolo cerchiamo di capire perché l’Helicobacter pylori può resistere ai trattamenti e cosa si può fare.
1 Perchè gli antibiotici non sempre funzionano in caso di Helicobacter Pylori?
2 Cosa fare se l’Helicobacter pylori si ripresenta?
3 Quali fattori possono indicare la possibile efficacia della terapia per l’H. pylori?
Secondo le linee guida per il trattamento dell’infezione da Helicobacter pylori (per saperne di più sull'H. p. ti invitiamo a leggere la scheda del Dizionario dedicata a questa patolgoia) possono essere utilizzati farmaci gastroprotettori (inibitori della pompa protonica) e specifici antibiotici, come: claritromicina, amoxicillina, levofloxacina e metronidazolo. Le indicazioni più recenti suggeriscono di utilizzare tali farmaci in sequenza o in combinazione, valutando la risposta del paziente.
Esiste però un problema: alcuni tipi di Helicobacter pylori, definiti ceppi, risultano essere resistenti alla terapia antibiotica (un ceppo su tre). Si tratta quindi di batteri capaci di sopravvivere all'esposizione a farmaci mirati ad eliminarli o ad arrestarne la crescita. Ciò implica che il trattamento non risulta efficacie anche se il paziente lo assume correttamente (aderenza terapeutica).
La United European Gatroenterology (UEG) ha condotto uno studio analizzando 1.232 pazienti provenienti da 18 paesi europei e valutando la resistenza agli antibiotici correttamente assunti per l'infezione da Helicobacter pylori. I risultati hanno evidenziato come la resistenza alla claritromicina, uno degli antimicrobici tipicamente prescritti per eradicare H. pylori, sia più che raddoppiata in 20 anni (dal 9,9% nel 1998 al 21,6% nel 2018); il meccanismo della resistenza da parte di H. pylori è stato anche riscontrato per altri antibiotici (levofloxacina e metronidazolo).
Poichè l’infezione da H. pylori è associata a complicanze, come il tumore dello stomaco, è importante ridurre quanto più possibile il fenomeno dell’antibiotico resistenza, anche attraverso lo sviluppo di nuovi trattamenti efficaci anche contro i ceppi resistenti.
Se la prima terapia prescritta dallo specialista in gastroenterologia non dovesse risultare efficace nell’eliminazione dell’Helicobacter pylori, l’unica soluzione è quella di affidarsi sempre al medico esperto affinché possa impostare una nuova strategia terapeutica, quindi valutare quali altri farmaci antimicrobici utilizzare per cercare di eradicare il batterio dallo stomaco.
Unitamente agli antibiotici, come trattamento di supporto, possono essere suggeriti anche i probiotici, poiché contribuiscono a limitare la crescita batterica (ma non ad eliminare H. pylori) e favorire la guarigione della gastrite.
Il successo del trattamento può essere associato a fattori differenti:
Quindi fondamentale sarà seguire correttamente le indicazioni del medico, così come l’esperienza del professionista sanitario per impostare la strategia terapeutica più efficace e per individuare l’eventuale antibiotico resistenza.