5' di lettura
Helicobacter pylori è un batterio che infetta lo stomaco e il duodeno dell’uomo e che può causare ulcera peptica, gastrite ed essere associato allo sviluppo di tumori gastrici come l’adenocarcinoma e il MALT-linfoma. Diventa sintomatico solamente nel 20% delle persone infettate. I sintomi principali sono dolore allo stomaco, bruciore, perdita di peso, gonfiore e vomito con tracce di sangue.
Il principale trattamento vede un’intensa terapia antibiotica che, nella maggior parte dei casi, riesce ad eradicare il batterio completamente. Accanto alla terapia farmacologica, si possono utilizzare altri rimedi, tra cui la camomilla. Scopriamone di più.
Le linee guida per la terapia di prima linea per l’eradicazione dell’Helicobacter pylori vedono quella che viene chiamata una “triplice terapia” perché si basa su tre farmaci in contemporanea. Nello specifico:
Inizialmente si prevedeva che la terapia durasse 7 giorni, ma le ultime evidenze hanno dato indicazione di protrarla a 14.
Qualora poi non vi sia risposta al trattamento di prima linea, saranno messi in campo nuovi farmaci e strategie per ottenere l’eradicazione del batterio.
Studi effettuati in modelli preclinici (studi di laboratorio) suggeriscono che la camomilla abbia l’azione di inibire la crescita e la diffusione dell’Helicobacter pylori. Questo si associa all’azione che ha la camomilla nel ridurre gli spasmi della muscolatura liscia dello stomaco associati a vari disturbi infiammatori gastrointestinali. La camomilla è infatti spesso utilizzata come lenitivo sia per i disturbi digestivi, che per trattare lievi irritazioni della pelle come scottature solari o eruzioni cutanee e anche per le infiammazioni agli occhi. Anche se non ci sono basi scientifiche di questo tipo di utilizzo, lo si ritrova in tutte le culture. In linea generale quindi è consigliabile l’utilizzo della camomilla per coloro che scoprono di avere l’infezione da Helicobacter pilori.
L’ulcera gastrica è storicamente sempre stata associata alle situazioni di forte stress o all’assunzione di farmaci o cibi piccanti. Pertanto il trattamento si limitava all’indicazione di cambiare stile di vita e dieta, con il ricorso solamente a farmaci sintomatici.
Fu poi negli anni ’80 del Novecento che iniziò a sorgere l’ipotesi di un’origine infettiva dell’ulcera gastrica e due medici australiani, Robin Warren e Barry Marshall nel 1982 isolarono per la prima volta l’Helicobacter pylori, da lì passò poco tempo perché fosse approvato l’utilizzo della terapia antibiotica per l’ulcera gastrica e duodenale che diede risultati mai visti prima.
Questa scoperta valse ai due medici il premio Nobel per la medicina nel 2005 e oggi si pensa che circa l’85% delle ulcere duodenali e gastriche sia di origine infettiva.