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L’infarto del miocardio è una condizione clinica causata dall’interruzione dell’apporto di sangue al cuore attraverso le arterie coronariche. Si tratta di una condizione grave, la cui mortalità è tanto maggiore quanto più è ritardata la diagnosi. Per questo motivo, riconoscere i sintomi dell’infarto miocardico in modo tempestivo è cruciale per aumentare la probabilità di sopravvivenza. Nelle donne, tuttavia, i sintomi sono meno conosciuti e spesso sottovalutati. Scopriamo insieme perché!
Ecco cosa troverai in questo articolo:
Il dolore toracico (angina pectoris) è, molto spesso, il primo segnale di infarto miocardico in corso ed, anche, il sintomo più comune nel sesso maschile. Negli uomini, i classici sintomi da infarto, infatti, sono dolore oppressivo al torace e incapacità di sollevare il braccio sinistro. Nelle donne, i sintomi dell’angina sono diversi da quelli comunemente osservati negli uomini tra questi i più comuni sono nausea, vomito, dolore nella zona testa-collo o addominale e sensazione di mancanza di respiro.
L’infarto miocardico nel sesso maschile infatti, è frequentemente causato dal blocco della circolazione sanguigna nelle grandi arterie coronarie che circondano il cuore (coronaropatia), causato comunemente dalla rottura di placche arterosclerotiche che rivestono le pareti arteriose. Nel sesso femminile, invece, la coronaropatia interessa più frequentemente i piccoli vasi sanguigni che si diramano dalle grandi arterie coronarie (angina microvascolare), causando dolore in zone periferiche rispetto al torace, come testa-collo e/o zona epigastrica.1
Le principali cause della ridotta diagnosi dell'infarto nelle donne si possono identificare in due aspetti: i sintomi aspecifici e la loro scorretta interpretazione di queste problematiche come conseguenza di ansia o stress. Questo accade a causa della scarsa formazione del personale medico in termini di sintomatologia sesso-specifica per l’infarto miocardico. Inoltre, secondo studi condotti nel Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie di Atlanta (Stati Uniti), i pazienti di sesso femminile, ammessi al pronto soccorso con dolori toracici, hanno mediamente tempi di attesa maggiori rispetto alla controparte maschile prima di essere visitati dal personale medico. Il ritardo nella diagnosi causa spesso ritardi nell’attuazione di una terapia farmacologica o chirurgica, riducendo, quindi, anche la probabilità di sopravvivenza.2
In presenza di sintomi riconducibili ad un infarto miocardico, è importante chiamare immediatamente il 118 o il numero di emergenza locale e, in nessun caso, decidere di mettersi alla guida di un veicolo. Inoltre, assumere una compressa di aspirina potrebbe facilitare lo scioglimento del coagulo e ridurre il danno al tessuto cardiaco, anche se la somministrazione del farmaco deve essere approvata da un medico. Richiamare l’attenzione di una persona vicina potrebbe rivelarsi essenziale nel caso di perdita di conoscenza, infatti, la manovra di resuscitazione cardiopolmonare rappresenta l’unico strumento in grado di mantenere vitali i tessuti dell’organismo fino all’arrivo del personale medico, in caso di blocco repentino dell’attività cardiaca.3
In generale, ci sono fattori di rischio cardiovascolare condivisi tra uomini e donne. In entrambi i sessi, l’ipertensione arteriosa, alti valori di colesterolo e glucosio ematico, obesità, stress ed inattività fisica incrementano il rischio di sviluppare patologie coronariche, che possono esordire in infarto miocardico acuto.4
Tuttavia, recenti studi hanno evidenziato differenze sesso-specifiche per quanto riguarda i fattori di rischio cardiaci legati prevalentemente al bilanciamento ormonale tra i due sessi. Infatti, nelle donne gli eventi cardiovascolari si manifestano in media 6-10 anni più tardi rispetto agli uomini, probabilmente grazie all’azione protettiva degli estrogeni, i quali favoriscono una distribuzione lipidica bilanciata nel periodo pre-menopausa L’insorgere della menopausa rappresenta quindi un fattore di rischio aggiuntivo per l’infarto miocardico nella donna.5
Anche il profilo genetico gioca un ruolo importante nel rischio cardiovascolare. Si parla infatti di predisposizione genetica ad infarto miocardico nel caso in cui parenti prossimi, di sesso femminile, abbiano manifestato eventi cardiovascolari prima dei 65 anni di età. Nonostante ciò, intervenire in maniera preventiva in caso di familiarità, rimane ad oggi impossibile.5
Oltre alle differenze biologiche, anche i fattori di rischio legati allo stile di vita sembrano impattare in modo diverso uomini e donne. Per cause tuttora non note, donne fumatrici hanno un maggiore rischio cardiovascolare, rispetto a uomini fumatori.5