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Movember, un mese coi baffi. Vi sarà capitato di sentir nominare spesso questa iniziativa durante il mese di novembre: di cosa parliamo? Si tratta di una campagna internazionale di prevenzione e sensibilizzazione che torna ciclicamente di anno in anno. Il suo obiettivo? Diffondere consapevolezza sulle principali problematiche della salute maschile, con un focus su tumore alla prostata e al testicolo ed invitare un numero sempre maggiore di uomini a sottoporsi a visite periodiche.
Come farlo? Facendosi crescere un bel paio di folti baffoni: un cambio di look che incuriosisce ed invita ad aprire il dialogo su una tematica spesso poco trattata. La salute maschile infatti interessa tutti, a prescindere dal sesso: anche le donne sono giocosamente invitate ad indossare baffi finti per sostenere i propri padri, amici, fratelli e familiari.
Scoprite con noi questo mese di prevenzione attraverso questi argomenti:
1. Perché serve un mese di prevenzione al maschile?
2. La Movember Foundation: una storia coi baffi
3. Movember in Italia: prevenzione e iniziative
4. Un prezioso alleato: la Distinguished Gentleman's Ride
5. Prevenzione al maschile: l'importanza del dialogo
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Perché dedicare un movimento globale alla salute maschile? Come spiega nel suo sito la Movember Foundation, quello alla prostata è il secondo cancro più diffuso tra gli uomini ed ogni anno il numero di casi registrati sembra aumentare. Si prevedono infatti quasi due milioni di casi entro il 2030.
Di fronte a numeri del genere ci si aspetterebbe la massima attenzione da parte della popolazione maschile e delle istituzioni sul tema della prevenzione.
La realtà purtroppo è molto diversa: una recente indagine dell’Associazione Europea di Urologia, condotta su 2.500 uomini provenienti da Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, mostra quanto sia necessario ancora lavorare sull'awareness di questa fascia della cittadinanza.
Il 54% degli intervistati infatti sostiene che la prostata sia un organo femminile ed il 22% del campione non sa dove sia posizionata. Dati altrettanto preoccupanti per quanto riguarda controllo e prevenzione: il 43% del campione non si rivolge ad un medico se trova tracce di sangue nelle urine, il 23% aspetta più di un mese prima di farlo in caso di frequente stimolo di urinare, mentre il 28% consulta uno specialista solo dopo più di una settimana dalla comparsa di bruciore o dolore. Il 40% del campione non conosce inoltre cosa fa un urologo e quando andrebbe consultato.
Inutile dire che iniziative come quelle promosse dalla Movember Foundation per incentivare la sensibilizzazione della popolazione ed il progresso della ricerca si rivelano tuttora fondamentali.
2003, Australia. E' una pigra domenica pomeriggio e siamo in un pub di Fitzroy: tre amici di Melbourne discutono davanti a qualche birra di troppo delle mode maschili in disuso e di come ciclicamente tornino in auge. In particolare, scherzano, quei bei baffi a manubrio degli anni '70 sembrano scomparsi: come farli tornare in voga?
Non si potrebbe immaginare un inizio più buffo per un ente di beneficienza che è diventato un vero e proprio movimento globale. I tre amici sono Luke Slattery ed i fratelli Adam e Travis Garone e sono i fondatori della Movember Foundation, che ha ad oggi finanziato più di 1.250 progetti di ricerca e prevenzione in tutto il mondo.
Le regole del gioco che inventano sono semplici: a fine ottobre tutti i Mo Bros coinvolti (Mo è un'abbreviazione in slang australiano per "moustache", baffo) devono rasarsi il viso per poi lasciar crescere per tutto il mese di novembre un paio di folti baffoni. Alla fine del mese, durante una festa, vengono nominati il Migliore ed il Peggiore Baffo del Mese.
Come viene raccontato anche in "A Hairy Tale - The History of Movember’s Early Years", presto però l'intento ludico non basta più al gruppo di amici: ispirandosi alle iniziative di awareness dedicate al cancro al seno, i primi Mo Bro e le prime Mo Sista decidono di combinare la loro piccola rivoluzione mensile con l'intento benefico di raccogliere fondi per la ricerca e diffondere consapevolezza su problematiche legate alla salute maschile. Nessuno infatti nel 2004 sembrava parlare di tumori alla prostata e ai testicoli e di prevenzione del suicidio tra gli uomini.
Al grido di "Changing the face of men's health", nel corso degli ultimi sedici anni la Movember Foundation ne ha fatta di strada: oggi coinvolge più di 5 milioni di partecipanti in tutto il mondo e partendo dall'Australia ha realizzato iniziative di ricerca e prevenzione in oltre 20 Paesi del mondo.
Nel 2017 inoltre ha co-finanziato la campagna "Man Up", che il network televisivo australiano ABC ha dedicato alla prevenzione dei suicidi maschili. Il suicidio sembra infatti colpire un numero più alto di uomini rispetto alla controparte femminile: ogni anno la World Health Organisation stima che 510.000 uomini si tolgano la vita nel mondo.
Campagne come questa trovano un terreno più che fertile in Italia, dove una recente indagine condotta da Doxapharma su più di 350 ultracinquantenni ha rivelato quanto queste patologie siano sottovalutate e poco conosciute nel Bel Paese. Quasi la metà del campione ha infatti dichiarato di non essersi mai recata da un urologo e oltre tre intervistati su dieci confermano di non aver mai sostenuto il test del PSA (antigene prostatico specifico).
Il 62% della popolazione ritiene inoltre che il tumore alla prostata non abbia un impatto significativo sulla vita sessuale e sulla qualità di vita di chi ne viene colpito. Considerazioni tanto sbagliate quanto pericolose: nel 2015 sono stati registrati più di 7.000 decessi dovuti alla malattia.
Fortunatamente, dal 2012 il Movember si è diffuso capillarmente anche sul territorio italiano, con un numero di iniziative sempre crescente che coinvolge enti di ricerca, organizzazioni non profit e associazioni sportive. Basta dare un'occhiata alla seguitissima pagina Facebook della sezione italiana del movimento per intuire le dimensioni del fenomeno.
Impossibile non citare tra queste iniziative anche lo spin-off italiano della Distinguished Gentleman's Ride, una corsa in motocicletta che unisce passione per le moto d'epoca, lotta agli stereotipi sulla mascolinità e prevenzione del tumore alla prostata. Ogni ultima domenica di settembre migliaia di motociclisti di tutto il mondo sfilano per le strade della propria città, vestiti nei modi più assurdi, per sensibilizzare la cittadinanza sull'impatto del tumore alla prostata. Finora l'associazione ha fatto scendere in strada oltre 250.000 partecipanti, permettendo alla Fondazione collegata di raccogliere oltre 18 milioni di dollari.
Nata nel 2012 dalla mente del biker australiano Mark Hawwa, folgorato dall'idea di dare una nuova percezione dei motociclisti nell'immaginario collettivo, l'organizzazione collabora da tempo con la Prostate Cancer Foundation australiana e con la Movember Foundation.
Si tratta oggi di un fenomeno mediatico planetario, che ha luogo in più di 120 Paesi, dagli Stati Uniti alla Thailandia: gli scatti della corsa mostrano scorci di ogni angolo del globo, dalla Times Square alla Piazza Rossa alle cascate islandesi. Un fenomeno che, come dicevamo, non ha risparmiato neppure l'Italia: domenica 29 settembre 2019 la Distinguished Gentleman's Ride (DGR) ha infatti riempito le strade di 47 città italiane.
Possiamo quindi concludere il nostro excursus sulle iniziative dedicate alla salute maschile con una riflessione: come emerge dai molteplici, coloratissimi progetti di cui abbiamo parlato, uno dei principali strumenti della prevenzione rimane il dialogo. Solo parlando apertamente con il proprio medico ed i propri familiari è infatti possibile conoscere la pericolosità di simili patologie e muoversi tempestivamente.
Vi invitiamo dunque a prestare sempre la massima attenzione a segnali anomali, a sottoporvi a controlli con regolarità e a rivolgervi al vostro medico senza timore.
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