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Il mese della prevenzione maschile: i tumori del testicolo e del pene

Scritto da Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori | 4-nov-2019 8.30.00

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Tumore al pene: perché è importante parlarne? Anche tra le malattie del pene si tratta infatti di una patologia con un'incidenza piuttosto bassa, dato che colpisce in Italia e nel resto dei Paesi industrializzati meno dell'1% della popolazione maschile dai 20 anni in su. Eppure imparare a riconoscerne i sintomi e a non sottovalutare segnali allarmanti come sangue e dolori al pene o arrossamenti del glande risulta fondamentale.

Mai quanto in questo caso la prevenzione riesce infatti a fare la differenza. Ne abbiamo parlato in questa intervista con il dottor Roberto Salvioni, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Urologica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

 

 

1. Dottore, perché la prevenzione è così importante? Quali sono i fattori di rischio?

Perché con un'adeguata prevenzione il tasso di mortalità derivante da questa malattia potrebbe crollare a zero. Si tratta infatti di un disturbo assolutamente prevenibile e curabile, dato che ha sempre origine da abitudini che potremmo facilmente correggere. 

Al primo posto tra le sue cause evitabili c'è ad esempio la scarsa igiene personale: non a caso in Paesi dove la circoncisione è più diffusa il tumore al pene è praticamente assente. Tra gli altri fattori di rischio ci sono le malattie a trasmissione sessuale, con una forte prevalenza di HPV, il diabete, il fumo, le infezioni e le forme di fimosi mal curate. 

 

2. Come dovrebbe avvenire quindi la prevenzione?

Bisognerebbe che nelle scuole, nelle palestre e in altri luoghi deputati all'educazione si insegnasse fin da piccoli l'abitudine all'osservazione attenta dei propri genitali, all'igiene personale e al sesso protetto. Al primo segno di lesione, arrossamento, macchiolina o prurito occorrerebbe rivolgersi al medico, non aspettare che il disturbo si aggravi o che "passi da solo". In particolare, gli uomini che notano un fastidio o un'irritazione ai propri genitali commettono spesso l'imprudenza di recarsi esclusivamente dal dermatologo, invece di confrontarsi anche con un urologo.

L'effetto delle creme dermatologiche, magari a base di cortisone, è infatti solo quello di rallentare l'avanzamento della lesione superficiale, ritardando di mesi o anni la diagnosi corretta di tumore. Addirittura, dato che parliamo comunque di una malattia del pene rara, sarebbe il caso di rivolgersi direttamente ad uno specialista di questo tipo di tumore e richiedere esami specifici.

Nei Paesi Bassi ad esempio la mortalità derivante da questa patologia è calata del 20-30% grazie alla centralizzazione delle competenze su questo ambito: un grande fattore di prevenzione rimane avere a disposizione professionisti dalla grande esperienza e specializzazione.

 

3. Qual è la terapia per agire sul tumore conclamato?

Attualmente abbiamo solo la chirurgia, non disponiamo di cure come la chemioterapia o la radioterapia. Le modalità di azione dipendono dallo stato di progressione del tumore, che progredisce a parte casi eccezionali molto lentamente. Se il tumore non si è infatti esteso oltre la superficie o i corpi cavernosi del pene si procede con l'asportazione parziale o totale del tessuto o dell'organo: non stiamo certo qui a sottolineare le pesanti ripercussioni fisiche e psicologiche di un intervento simile sul paziente. 

In questo caso tuttavia la vita del paziente non viene messa a rischio; il tasso di mortalità impenna invece se il tumore ha raggiunto i linfonodi, toccando il 40-50% di probabilità in più. 

Per questo insisto nel sottolineare l'importanza essenziale della prevenzione primaria: le cure possono risolvere solo parzialmente la problematica. A differenza di tumori come quello dell'utero o quello alla mammella, di cui non sono ancora completamente note le cause scatenanti, a parte la predisposizione genetica, qui i fattori di rischio sono chiarissimi: se è presente un buon livello di igiene personale, le probabilità che compaia questo disturbo sono quasi inesistenti. 

Basta dunque essere molto attenti ai piccoli segnali e intervenire con largo anticipo per eliminare quasi completamente il rischio. Ringraziamo il dottor Roberto Salvioni per l'attenzione che ci ha dedicato. 

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