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Come si prevengono lo malattie cardiovascolari?

Scritto da Dr. Luigi Gianturco | 28-set-2019 12.05.00

5' di lettura

Parlare di prevenzione delle malattie cardiovascolari risulta più che mai attuale e fondamentale: esse costituiscono ancora la principale causa di morte in Italia, causando il 44% di tutti i decessi ogni anno. Abbiamo intervistato il Dott. Luigi Gianturco, Medico Chirurgo specializzato in Cardiologia per approfondire la conoscenza delle tipologie e delle forme di prevenzione di questi disturbi. 

Ecco cosa troverai nell'intervista

Indice

  1. Quali sono i principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari?
  2. Controlli e frequenza dei controlli per la prevenzione delle malattie cardiovascolari
  3. Buone abitudini per ridurre il rischio di incidenza delle malattie cardiovascolari
  4. Che stile di vita sarebbe meglio adottare post-diagnosi?

1. Dott. Gianturco, quali sono i principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari?

Per non spingerci in un territorio davvero vasto è necessario innanzitutto suddividere i fattori di rischio cardiovascolare (FRCV) in due macro categorie: quelli non modificabili e quelli modificabili. In realtà, al giorno d’oggi, va di moda parlare anche di FRCV di nuova concezione, come inquinamento atmosferico e stress, ma non avendo ancora noi cardiologi dati evidenti circa il loro effetto specifico, preferisco al momento solo accennarli.

Sono invece noti e frutto di tanti studi di popolazione (alcuni dei quali duraturi negli anni come il famoso Framingham) i primi FRCV menzionati. Tra i fattori non modificabili compaiono ovviamente l’età ed il sesso, mentre tra quelli modificabili ricordiamo fumo, colesterolo, diabete e ipertensione arteriosa. Il compito imprescindibile del medico è quello di contrastare questi ultimi fattori.

2. In tema di prevenzione, quali sono i controlli a cui sottoporsi e ogni quanto è consigliato farlo? 

Ovviamente non è possibile generalizzare troppo, così come credo sia improponibile affermare che ogni paziente debba avere un suo specifico planning di prevenzione. È invece coscienzioso suddividere la prevenzione anzitutto in due grandi filoni:

  • primaria: identifica soggetti che sono a rischio (singolo o molto più spesso plurimo) ma non si sono fortunatamente imbattuti in un evento cardiovascolare acuto;
  • secondaria: va a profilare il paziente cardiopatico più complesso, che ha già avuto complicanze importanti e necessita pertanto di controlli più frequenti.

Buona regola comunque è riferirsi al proprio medico di medicina generale per avere la prescrizione degli esami di I livello. Intendo ad esempio l'elettrocardiogramma o ECG, la visita cardiologica e gli esami ematochimici di routine che, a mio parere, sarebbe consono eseguire ogni 12-15 mesi anche se non si è cardiopatici.

Per le indagini invece più approfondite (ecocardiocolordoppler, ECG Holter) andrebbe invece stilato un cronoprogramma mirato col proprio specialista. Spesso purtroppo ciò non accade, con una conseguente lunga serie di esami ridondanti e non strettamente utili, nonché l’allungamento delle liste d’attesa.

3. Quali sono le buone abitudini utili a prevenire queste patologie o a ridurre il rischio di incidenza?

Piuttosto che fare mille esami (specie strumentali) è molto più importante avere uno stile di vita adeguato ed una dieta equilibrata magari chiedendo il supporto di specialisti del settore, come i dietisti e non appoggiandosi a formule “magiche” improvvisate. Altrettanto fondamentale seguire le terapie croniche e i consigli che il proprio medico fornisce.

4. Dopo una diagnosi o un evento cardiaco che stile di vita sarebbe preferibile adottare?

La strada è presto segnata: attività fisica regolare ed aerobica (purché eseguibile) come previsto dai cardiologi che si occupano come me di riabilitazione post-acuzie. Dieta varia e sana nonché morigerata nelle quantità ed ottimizzata in base alle specifiche esigenze del soggetto. Importante però anche flessibilità e umiltà soprattutto da parte di noi medici: non dovremmo mai sostituirci allo specialista di questo settore (il dietista). La “tuttologia”, del resto, è sempre acerrima nemica del bene.

Clicca sul link per leggere la prima parte dell'intervista al Dott. Gianturco e scoprire le malattie cardiovascolari più temibili.