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La meningite è una malattia infettiva che causa l’infiammazione delle meningi, le membrane che proteggono il cervello e il midollo spinale. Si tratta di una patologia grave, che può portare alla morte o causare conseguenze a lungo termine. La meningite batterica è la forma più grave, con la mortalità o probabilità di danni a lungo termine più elevata: per questo motivo è fondamentale agire tempestivamente in caso di contatto stretto con un individuo positivo.
Ecco cosa troverai in questo articolo:
È fondamentale fare la profilassi per la meningite in caso di contatto stretto con un individuo infetto. Per contatto stretto si intende individui che in relazione al paziente:
L’identificazione dell’agente patogeno che causa la malattia è importante sia per orientare il trattamento farmacologico del paziente che, per definire se sia necessaria la profilassi nei contatti stretti.2
La profilassi per la meningite batterica, se effettuata correttamente e nei tempi corretti (entro le prime ventiquattro ore dal contatto), risulta efficace nel prevenire la malattia grave nel 90-95% dei casi. 3
In generale, la profilassi per la meningite deve essere valutata caso a caso da un medico e prevede un trattamento farmacologico (chemioprofilassi), con antibiotici o, in alcuni casi di meningite batterica, la vaccinazione contro il meningococco specifico (immunoprofilassi).4 Spesso accade che il medico decida di iniziare la profilassi farmacologica ancor prima di aver ricevuto conferma di meningite batterica dai test di laboratorio, in modo da garantire la tempestività del trattamento profilattico.
L’efficacia degli antibiotici nel prevenire la trasmissione della meningite batterica, infatti, è tanto maggiore quanto più tempestiva è la loro somministrazione in seguito al possibile contagio. Nel caso di meningite di sottotipo A, C, W o Y, il medico ha a disposizione diversi vaccini specifici che, insieme alla chemioprofilassi, possono incrementare la probabilità di interrompere la trasmissione. 5
La profilassi per la meningite, e in particolare la chemioprofilassi, rappresentano un mezzo per contrastare la trasmissione dell’agente patogeno, ma non costituiscono un trattamento per le fasi iniziali della malattia.
Gli antibiotici agiscono riducendo la carica batterica nelle vie aeree del soggetto a rischio, limitando la probabilità che l’infezione si propaghi al sistema nervoso centrale.3 È importante sottolineare che l’efficacia della chemioprofilassi è limitata alla meningite batterica, nonché la tipologia più grave di meningite.
La immunoprofilassi tramite vaccinazione agisce attivando la risposta immunitaria contro l’agente patogeno e viene somministrata indipendentemente dallo stato vaccinale del soggetto per il meningococco, di qualunque sottotipo. In ogni caso, la immunoprofilassi deve essere somministrata in combinazione con gli antibiotici.6
Ad oggi, mantenere aggiornato il proprio stato vaccinale contro la meningite resta il metodo più efficace per prevenire la malattia. La strategia di prevenzione primaria consiste nella vaccinazione specifica contro i differenti tipi di infezione.7 Infatti, oltre al meningococco, altre specie batteriche possono causare meningite, tra queste troviamo l’emofilo di tipo B e lo pneumococco. La vaccinazione contro questi agenti patogeni è particolarmente raccomandata per i bambini, i viaggiatori in zone endemiche e per persone immunocompromesse.8