L'adolescenza, un periodo di tumultuosi cambiamenti fisici, emotivi e sociali, si trasforma per alcuni in un incubo a causa del bullismo e cyberbullismo. Queste forme di violenza, purtroppo ancora diffuse, lasciano cicatrici profonde nelle vittime, influenzando negativamente la loro autostima e il rendimento scolastico. Oggi approfondiremo i tipi di bullismo, come riconoscerli ed intervenire.
La scuola, luogo in cui i ragazzi trascorrono la maggior parte della propria giornata tra pari, è l'ambiente di elezione in cui si presenta il fenomeno del bullismo fin dalle ultime classi della scuola primaria. I dati attuali individuano alte percentuali di episodi di bullismo in tutti i paesi e in soggetti di entrambi i generi. In Italia, le forme più comunemente messe in atto riguardano:
Forme indirette sono quindi più presenti rispetto ad aggressioni fisiche. Nonostante l’inizio di ricerche e studi, manca ancora un sistema unitario in grado di decifrare precisamente la diffusione sul territorio.
Le cause del bullismo sono complesse e intrecciate. Fattori individuali come bassa autostima, aggressività o mancanza di empatia, si combinano con dinamiche sociali negative, come la pressione dei pari o la tolleranza della violenza all'interno del gruppo. Spesso, esperienze negative in famiglia o a scuola possono creare un terreno fertile per lo sviluppo di comportamenti aggressivi.
Gli attori che prendono parte agli episodi di bullismo possono essere individuati in: bulli, vittime e spettatori.
Il comportamento del bullo è volto all’offesa, all’umiliazione e all’abuso di potere messo in atto in modo sistematico, ripetuto e volontario.
La presenza di spettatori, spesso silenti, garantisce la visibilità sociale al bullo, che veicola così la sua “supremazia” all’interno dell’intero gruppo. I comportamenti messi in atto possono riguardare l’attacco fisico, verbale, psicologico e il cyber-bullismo. Gli attacchi di tipo indiretto, tipici del genere femminile, toccano l’esclusione sociale o relazionale.
Il ruolo della vittima è spesso rivestito da soggetti che non si uniformano al gruppo e alle sue regole e può originare da una posizione passiva o provocatoria. Un quadro psicologico più complesso è quello del bullo-vittima: ragazzi vittime e al contempo aggressivi nei confronti di individui più deboli, prevaricanti secondo una logica di comportamento compensatorio.
Negli ultimi anni l’attenzione pubblica si è sempre di più dedicata a questo fenomeno e al nuovo modo di essere bulli attraverso l’utilizzo dei social network e delle piattaforme di comunicazione online.
Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza, 1 adolescente su 10 tra gli 11 e i 13 anni subisce cyberbullismo rispetto all’8,5% dei ragazzi più grandi tra i 14 e i 19 anni. Le ragazze sono ancora le vittime predilette dai cyberbulli (70%) che sono per oltre il 60% di sesso maschile.
Il cyberbullismo si sviluppa seguendo tracce diverse, ma ha lo stesso identico effetto doloroso sulla vittima. L’utilizzo quotidiano della rete da parte degli adolescenti ha modificato infatti le modalità di aggressione e prevaricazione: il bullo può raggiungere la vittima in ogni momento, può “nascondersi” dietro lo schermo (facilitando così meccanismi psicologici di deresponsabilizzazione) e ha un numero di spettatori potenzialmente infinito.
Le conseguenze di atti di bullismo possono toccare difficoltà scolastiche: aumenta la possibilità di abbandono scolastico e cala il rendimento e la motivazione. Ma hanno anche un impatto sul benessere psico-fisico del soggetto: nei ragazzi vittime di bullismo sono infatti stati individuati disturbi d’ansia, abbassamento del tono dell’umore, sintomi psicosomatici, bassa autostima e scarse abilità sociali. Anche il comportamento può rispondere con l’aumento dell’uso di sostanze e la messa in atto di azioni devianti.
Affrontare il bullismo richiede un approccio multilivello che coinvolga l'intera comunità. La prevenzione è la chiave: promuovere il rispetto reciproco, l'empatia e la tolleranza nelle scuole e nei contesti sociali è fondamentale. Educare i giovani sui rischi del bullismo e cyberbullismo, fornendo loro strategie efficaci di gestione dei conflitti, può fare la differenza.
Ma cosa fare quando il bullismo si verifica? Creare un ambiente sicuro e accogliente nelle scuole è essenziale. Le vittime devono sentirsi incoraggiate a denunciare gli abusi, senza timore di ritorsioni. Il supporto psicologico e sociale è fondamentale per aiutarle a superare il trauma e ritrovare la forza interiore.
Non possiamo dimenticare i bulli. Interventi mirati di educazione e sensibilizzazione, finalizzati al cambiamento comportamentale, sono necessari per aiutarli a comprendere le conseguenze delle loro azioni e intraprendere un percorso positivo. Il coinvolgimento delle famiglie dei bulli è un passo fondamentale in questo processo.