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Come riconoscere il tumore al seno e i fattori di rischio

Scritto da Dott.ssa Chiara Mossali | 5-ott-2021 14.30.00

8' di lettura

Il tumore al seno è la neoplasia più frequentemente diagnosticata non solo nelle donne ma in tutta la popolazione italiana. Secondo i dati AIRTUM 2020, i casi di carcinoma mammario diagnosticati nel 2020 sono stati 54.976, il 30,3% dei tumori femminili. Si tratta di una malattia neoplastica eterogenea che può presentare diversi sottotipi, tutti unici dal punto di vista della biologia, della prognosi e della sensibilità alle terapie.

Prevenzione e diagnosi precoce sono due armi essenziali per riconoscere tempestivamente il tumore al seno e avviare le strategie di trattamento ottimali. Per questo è fondamentale conoscere i sintomi relativi al tumore al seno.

In particolare, in questo articolo approfondiremo i seguenti aspetti:

1    Cos’è il tumore al seno?
2    Quali sono i principali sintomi?
3    Esistono dei fattori di rischio?
4    Fonti

 

1. Cos'è il tumore al seno

Con il termine tumore del seno s’intendono ormai diverse condizioni di malattia di quest’organo femminile. In realtà, come tutti i tumori, anche quelli della mammella, possono essere benigni o maligni: i primi sono chiamati anche fibroadenomi, i secondi sono sostanzialmente i carcinomi. I fibroadenomi sono frequenti nelle donne giovani, soprattutto in quelle che non hanno ancora avuto gravidanze. Non rappresentano un pericolo e si asportano chirurgicamente solo se crescono rapidamente di dimensioni oppure se cambiano aspetto o forma.

Il tumore della mammella origina dalle cellule del tessuto mammario trasformate e in anomala moltiplicazione, sino a formare un nodulo maligno. Lo stadio più precoce del cancro della mammella è rappresentato dalla malattia non invasiva (stadio 0), ossia un tumore contenuto all’interno dei dotti o lobuli mammari e che non si è ancora diffuso nel tessuto mammario sano circostante (questo tipo di tumore viene chiamato anche carcinoma duttale in situ o DCIS).


Il tumore al seno è definito invasivo quando si è diffuso oltre i dotti o lobuli nel tessuto mammario sano oppure oltre la mammella, ai linfonodi o a organi distanti (stadi IIV). La neoplasia è la causa più comune di mortalità cancro-correlata nel sesso femminile e colpisce più frequentemente le donne in post menopausa di età superiore a 50 anni. Il tumore della mammella colpisce anche gli uomini, ma i casi di malattia nel sesso maschile sono molto rari, rappresentando l’1% circa di tutte le diagnosi di tumore mammario.


Maggiori informazioni sulle tipologie di carcinoma mammario sono riportate qui.

 

 

2. Quali sono i principali sintomi?

Molto spesso il tumore al seno è asintomatico in quanto è caratterizzato da lesioni molto piccole, non palpabili durante l'esame clinico, ma che vengono identificate solamente con un accertamento strumentale, ossia la mammografia o l’ecografia. Uno studio effettuato in quasi mille donne con dolore al seno ha dimostrato che solo lo 0,4% di esse aveva una lesione maligna, mentre nel 12,3% per cento dei casi erano presenti lesioni benigne (come le cisti) e nel resto dei casi non vi era alcuna lesione. Il dolore era provocato solo dalle naturali variazioni periodiche degli ormoni.
Negli stadi iniziali, la malattia non dà luogo a sintomi specifici, ma ogni donna dovrebbe conoscere bene le proprie mammelle per essere in grado di riconoscere eventuali cambiamenti che si verificano quali:


 

Il dolore localizzato alla mammella solitamente non è sintomo di malattia, a meno che non sia presente anche un’infiammazione dei tessuti. 

Se invece il carcinoma mammario è ad uno stadio avanzato, si manifestano sintomi più evidenti e severi:

  • ulcerazione della pelle;
  • infiammazione (seno arrossato, ingrossato, caldo);
  • ingrandimento dei linfonodi.

 

Laddove il tumore è già in forma metastatica, i disturbi della paziente possono variare in funzione della sede in cui la neoplasia si è diffusa. Ad esempio, tosse e difficoltà respiratorie in caso di metastasi polmonari, cefalea, nausea e vomito a causa di ipertensione endocranica in caso di metastasi cerebrali.

È bene ricordare che in molte donne di età compresa tra i 30 e i 50 anni, i sintomi possono essere riconducibili anche a una displasia mammaria, un'alterazione benigna dei tessuti del seno ma che non rappresenta una forma tumorale. Le displasie più comuni sono ad esempio la displasia fibrocistica a piccole cisti e il fibroadenoma.

La donna ha un ruolo attivo e di primo piano nella diagnosi precoce del tumore al seno: è importante infatti “conoscere” il proprio seno e segnalare al medico eventuali alterazioni della forma del capezzolo (in fuori o in dentro), perdite da un capezzolo solo (se la perdita è bilaterale il più delle volte la causa è ormonale) e cambiamenti della pelle (aspetto a buccia d'arancia localizzato) o della forma del seno. Anche un ingrossamento dei linfonodi ascellari potrebbe rappresentare un campanello d’allarme.

 

3. Esistono dei fattori di rischio?

Pur essendo le cause tuttora sconosciute, sono stati individuati alcuni fattori di rischio. In primo luogo l’età (tant’è che oltre la metà dei casi si riscontra in pazienti con più di 50 anni), seguita da:

 

 Fattori legati alla salute
  • pregressa diagnosi di tumore del seno
  • alcune patologie mammarie benigne
  • sovrappeso dopo la menopausa
Fattori ormonali
  • trattamento pregresso o in corso con terapia ormonale sostitutiva (TOS)
  • uso della pillola anticoncezionale per lungo tempo
  • nulliparità (nessun parto)
  • menarca (ciclo mestruale) precoce o menopausa tardiva
  • mancanza di latte o allattamento breve
  • prima gravidanza tardiva
Fattori legati allo stile di vita

 

  • largo uso di alcolici per molto tempo
  • fumo di sigaretta
  • dieta ricca di grassi saturi, povera di frutta e verdura

 

Oltre ai fattori presentati nella tabella sono da tenere in considerazione anche i fattori genetici:

  • il tumore della mammella è più frequentemente sporadico, ossia non associato a mutazioni genetiche che possano predisporre alla malattia. Ciò significa che, pur avendo una parente affetta dalla malattia, nella maggior parte dei casi non si fa parte di una "famiglia a rischio".
  • In casi molto rari (meno di 5 su 100) la malattia è causata da mutazioni genetiche che predispongono al suo sviluppo. Il difetto genetico si può sospettare se vi sono due o più familiari affetti, soprattutto se hanno ricevuto la diagnosi in giovane età o ad ambedue le mammelle, oppure familiari affetti da altre forme di tumore, in particolare a carico dell’ovaio. In tali casi la paziente può essere indirizzata a una consulenza genetica, in cui si formula l’indicazione ai test genetici. Una volta accertata la mutazione genetica, i test molecolari possono essere estesi ai familiari sani. Queste analisi sono disponibili presso appositi centri specializzati.


Fonti 

I numeri del cancro in Italia 2020. AIRTUM e Fondazione AIOM. (Data ultimo accesso 24.09.2021)

2  Il cancro della mammella. Aimac, La collana del girasole. 2019

Cancro della mammella. Una guida ESMO per la paziente Informazioni per la paziente basate sulle Linee Guida per la Pratica Clinica ESMO (Data ultimo accesso 24.09.2021)

AIRC Guida ai Tumori, Tumore del seno. (Data ultimo accesso 23.09.2021)