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La sindrome di Asperger sembra tornare in modo ciclico ad essere un tema di discussione e attenzione, non solo grazie alla giornata di sensibilizzazione che le è stata dedicata, ma soprattutto perché viene spesso associata a grandi menti e persone famose che hanno calcato il palcoscenico della storia passata e contemporanea.
Pensiamo ad esempio all’attore statunitense Dan Akroyd, star di "Ghostbusters", la scrittrice italiana Susanna Tamaro, autrice di "Và dove ti porta il cuore", il regista statunitense Tim Burton.
Per non parlare dei “sospetti” Asperger come Steve Jobs, Alan Touring, Marie Curie, Andy Warhol, Albert Einstein, Emily Dickinson, Michelangelo di cui non si hanno evidenze certe ma che per il loro modo d’essere e stile di vita sembrano poter essere stati affetti da questa sindrome.
Fino all’esempio più eclatante dei giorni nostri: l’attivista svedese Greta Thunberg che, senza volerlo, ha richiamato l’attenzione su questa tematica quando, in un post su Twitter ha confessato:
Ho la sindrome di Asperger e questo vuol dire che qualche volta sono un po’ diversa dalla norma. E, nelle giuste circostanze, essere diversa è un superpotere.
Greta Thunberg
Nonostante i casi di persone affette da questo disturbo non manchino, molte persone non hanno ancora ben inquadrato questa condizione, considerandola, erroneamente, una “disabilità”.
Questa ignoranza ha scatenato nei confronti di Greta derisioni, cattiverie, malignità. "Salvate il soldato Greta". Così ha scritto sul Corriere della Sera, la stessa Susanna Tamaro che dichiara di rispecchiarsi molto nella giovane attivista e non solo per la sindrome di Aperger.
Ma allora che cos’è la Sindrome di Asperger? È una malattia? Si può curare?
Scopriamolo insieme:
Innanzitutto, la Sindrome di Asperger prende il suo nome dal pediatra austriaco Hans Asperger che nella prima metà del ‘900, aveva preso in esame un gruppo di bambini accomunati da caratteristiche comportamentali mai descritte in precedenza diagnosticando questo modo di essere vicino all’autismo.
Le regole diagnostiche sono state codificate solo nel 1994, dopo che la psichiatra inglese Lorna Wing aveva ripreso in mano gli studi (mai divulgati in ambito scientifico) effettuati da Hans Asperger.
Da allora, la sindrome di Asperger rientra quindi tra i Disturbi dello Spettro Autistico (DSA), che sono un insieme relativamente eterogeneo di disturbi dell’età evolutiva, caratterizzati da una compromissione delle capacità comunicative e da difficoltà di interazione sociale.
Le persone con la Sindrome di Asperger, infatti, presentano alcune caratteristiche dell’autismo ma si distinguono da quest’ultimo in quanto non hanno un ritardo cognitivo o del linguaggio ma, al contrario, sono molto spesso dotati di un’intelligenza brillante e ottime capacità linguistiche, talvolta superiori alla media.
Di conseguenza, la sindrome di Asperger rimane una delle tante possibili manifestazioni dell’autismo, rimanendo inclusa all’interno dei disturbi dello spettro autistico in una “sezione” particolare: quella dell’autismo cosiddetto ad “alta funzionalità”, che si verifica quando il QI totale è superiore a 65/70, quando l'individuo ha sviluppato il linguaggio verbale, quando non sono presenti disturbi neurologici e quando quindi non vi è disabilità intellettiva.
Inoltre, come tutte le altre forme di autismo, la Sindrome di Asperger viene diagnosticata nell’età evolutiva (infanzia o nell’adolescenza) ma non sono rari i casi di mancata diagnosi o di diagnosi tardiva, che giunge quindi solo in età adulta.
Gli Aspie, è questo il termine con cui si definiscono le persone affette dalla Sindrome di Asperger, possono essere molto diversi gli uni dagli altri e pertanto manifestare caratteristiche ascrivibili alla sindrome molto eterogenee.
In generale, si distinguono per la loro difficoltà nelle relazioni sociali e nella comunicazione (soprattutto quella non verbale) con le persone che li circondano.
In aggiunta, gli individui con sindrome di Asperger tipicamente possono manifestare anche altre caratteristiche tra cui:
Ma sentiamo come si descrivono i ragazzi che vivono tutti i giorni i disturbi legati a questa sindrome.
Essendo la sindrome di Asperger un disturbo comportamentale non è considerata come una malattia e quindi non esiste una cura.
Come si è detto, gli individui con la Sindrome di Asperger hanno delle difficoltà soprattutto nelle relazioni sociali ma, nonostante ciò, un bambino o un adolescente con SA possono tranquillamente avere rapporti sociali se aiutati a comprendere meglio come entrare in empatia con gli altri. Infatti, una persona con Sindrome di Asperger, non ha difficoltà ad entrare in risonanza con gli stati d’animo degli altri ma ha difficoltà a codificare le manifestazioni tipiche che accompagnano un dato stato d’animo, proprio perché non riesce a comprendere il linguaggio non verbale.
Unica terapia è quindi quella di insegnare al bambino come gestire al meglio le sue difficoltà e come migliorare le sue relazioni sociali. Tuttavia, non è solo il bambino con SA a dover essere aiutato ma anche i familiari, gli educatori a scuola e perfino i compagni e gli amici devono essere coinvolti per imparare a relazionarsi con la persona con sindrome di Asperger e a capirne e prevenirne le peculiari reazioni. Questo vale però anche per un adulto con sindrome di Asperger, ad esempio relativamente all’ambiente in cui lavora.
Infatti, come consiglia anche Susanna Tamaro, che abbiamo detto all’inizio di questo articolo essere lei stessa affetta da questa sindrome:
L’ Asperger purtroppo non conosce cure farmacologiche, ma solo comportamentali. Che consigli dare ai parenti? Circondare i ragazzi di un amore paziente può essere un grande sostegno. E poi bisogna incoraggiarli a trovare qualcosa su cui si possano applicare con costanza e disciplina nel corso del tempo. Per me la salvezza è stato l’incontro con le arti marziali, che pratico ormai da 34 anni, ma mi ha aiutato molto anche lo studio del pianoforte.
Susanna Tamaro, Scrittrice italiana
Al fine di contribuire nella campagna di sensibilizzazione sulla Sindrome di Asperger, noi di Ihealthyou vogliamo presentarti due proposte che possono aiutarti a immedesimarti nella vita di una persona che vive questa condizione e comprendere quali sono i progressi raggiunti negli ultimi anni: