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Quando il tumore alla prostata si diffonde in altre parti del corpo, si parla di tumore metastatico.
In molti casi, la neoplasia alla prostata cresce lentamente, restando confinata alla ghiandola prostatica (cancro della prostata localizzato) e spesso il trattamento è minimo o addirittura non è necessario. Vi sono tuttavia alcune forme di tumore più aggressive che possono diffondersi rapidamente dando origine a metastasi a livello di diversi organi.
La forma metastatica del tumore alla prostata può avere un forte impatto sulla sopravvivenza dei pazienti: circa 2 pazienti su 10 sopravvivono dopo 5 anni da quando il tumore in stadio avanzato viene diagnosticato.
In questo articolo daremo risposta alle seguenti domande relative al tumore prostatico metastatico:
Il tumore alla prostata può avere alcune complicanze come l’incontinenza e la disfunzione erettile; se il tumore si diffonde agli organi vicini, come la vescica, o in altre parti del corpo lontane dalla prostata si parla di tumore metastatico.
Infatti, la metastasi del cancro alla prostata si verifica quando le cellule si staccano dal tumore originario nella prostata e “viaggiano” attraverso il sistema linfatico o il flusso sanguigno raggiungendo altre sedi del corpo dove si genera un tumore secondario.
Per il cancro alla prostata si distinguono quattro stadi, dove gli stadi III e IV descrivono la forma avanzata e metastatica.
Fase iniziale (stadio I e II): il tumore non si è diffuso oltre la prostata.
Localmente avanzato (stadio III): dove il cancro si è diffuso al di fuori della prostata ma solo ai tessuti vicini.
Avanzato (stadio IV): il cancro si è diffuso al di fuori della prostata in altri organi più distanti come i linfonodi, le ossa, il fegato o i polmoni.
Anche nella forma metastatica il tumore alla prostata può essere trattato con l’obiettivo di rallentare la progressione del tumore; inoltre, sono disponibili farmaci specifici per la gestione delle metastasi a livello osseo, come descritto più avanti.
Si possono distinguere in particolare due tipologie di tumore alla prostata metastatico
Più comunemente le metastasi del cancro alla prostata possono essere riscontrate a livello di:
Più raramente anche questi organi possono essere bersaglio di metastasi: ghiandole surrenali, cervello, mammella, occhi, reni, muscoli, pancreas, ghiandole salivari, milza.
La risonanza magnetica e la tomografia computerizzata (TC) sono gli esami strumentali che vengono effettuati per diagnosticare la forma metastatica del carcinoma prostatico.
Per individuare le metastasi ossee viene effettuata anche la scintigrafia ossea.
Il tessuto osseo è la sede che più frequentemente è interessato da metastasi. Dei pazienti con carcinoma prostatico metastatico, più dell’80% presenta infatti lesioni a livello scheletrico e il 40% può avere fratture, compressione midollare e elevati valori ematici di calcio (ipercalcemia).
La terapia specifica per le metastasi ossee ha l’obiettivo di mantenere sotto controllo il dolore e prevenire ulteriori complicanze a livello scheletrico. Ad esempio, i biofosfonati sono farmaci che impediscono il riassorbimento osseo, quindi limitano l’indebolimento delle ossa; spesso viene prescritta una terapia con uno specifico anticorpo monoclonale che è efficace nel ridurre le complicanze scheletriche causate dal tumore.
Attualmente sono in fase di studio numerose promettenti molecole che possono avere un effetto sulle metastasi ossee generate da tumori solidi, come quello prostatico.
I pazienti con tumore prostatico (inclusa la forma metastatica) possono sviluppare ansia e depressione, oltre ad un senso di rabbia. Questo ha un impatto sulla qualità di vita e soprattutto nelle relazioni famigliari e sociali. Anche le mogli dei pazienti con cancro alla prostata sono soggette a stress psicologico.
Il malessere mentale si riflette anche a livello fisico con un maggiore affaticamento e una scarsa qualità del sonno.
Non bisogna dimenticare quindi che, oltre ai diversi trattamenti disponibili, i pazienti con carcinoma prostatico necessitano di cure di supporto, come gli interventi psicosociali per raggiungere il maggior benessere psicologico possibile.
In tal senso, la figura dello psiconcologo può essere un punto di riferimento per pazienti e famigliari. Si tratta di un professionista specializzato nel supporto dei pazienti oncologici e durante tutto il percorso di malattia potrà fissare incontri per ascoltare i bisogni del paziente e delle persone che gli stanno accanto al fine di individuare quegli interventi che possano aiutarli ad affrontare la malattia da diversi punti di vista.
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