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Anoressia e Bulimia sono due disturbi del comportamento alimentare o disturbi dell’alimentazione ovvero patologie psichiatriche caratterizzate da un’alimentazione alterata e un’eccessiva preoccupazione per l’aspetto e la forma fisica. Sono più frequenti negli individui di sesso femminile ed insorgono solitamente durante l’adolescenza.
Vediamo nel dettaglio le differenze tra le due patologie.
L’origine delle patologie psichiatriche è multifattoriale, ovvero derivante da più fattori concomitanti e tra questi i principali sono psicologici e ambientali, con una minima associazione genetica di prevalenza di queste patologie negli stessi contesti familiari.
Nell’anoressia l’apporto nutrizionale giornaliero viene drasticamente ridotto per una percezione distorta della propria immagine corporea.
I sintomi dell’anoressia più comuni sono:
Nella bulimia la manifestazione della patologia è differente, nonostante la problematica
psicologica sottostante abbia un’origine simile a quella dell’anoressia. Si manifesta infatti con l’assunzione frequente di una dose eccessiva di cibo seguita dal vomito autoindotto. Questo si accompagna a:
Entrambe le patologie possono portare nel tempo ad un aggravamento della sintomatologia, diventando anche fatali.
L’anoressia e la bulimia sono due patologie del comportamento alimentare, entrambe classificate nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V). Patologie legate spesso a depressione o ansia e di origine psico-sociale, differiscono nella manifestazione clinica della patologia.
Nell’anoressia una dieta estrema e la perdita di peso sono spesso un modo per riprendere il controllo della propria vita e della propria immagine corporea.
Nella bulimia invece il rapporto con il cibo diventa una consolazione seguita da sensi di colpa. La persona vive in un’alternanza di abbuffate, in cui il piacere del cibo è irrinunciabile, e vomito autoindotto (o diarrea provocata da lassativi), al fine di non aumentare di peso. In alcuni casi, coloro che non ricorrono all’eliminazione meccanica di quanto ingerito, preferiscono alternare alle abbuffate periodi di digiuno insieme ad un’intensa attività fisica, arrivando a perdere anche oltre 8 chili in una settimana.
Entrambe le condizioni si possono gestire, ma è assolutamente necessario l'aiuto e il supporto di un team di medici e professionisti (es. psicologi, nutrizionisti, psicoterapeuti). Esistono dei centri specializzati nel disturbo dei comportamenti alimentari dove le persone che ne soffrono e i loro famigliari possono trovare il sostegno necessario.