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La cistite è un’infiammazione infettiva della vescica che rientra all’interno delle Infezioni alle Vie Urinarie (IVU). Le donne sono più vulnerabili alle cistiti in ogni fase della vita per ragioni anatomiche e ormonali. In gravidanza, in particolare, aumenta il rischio di contrarre infezioni batteriche alle basse vie urinarie, come la cistite. Non occorre preoccuparsi troppo, ma neppure trascurare i sintomi. Le cure in questi casi devono essere tempestive per evitare complicanze a madre e feto.
Ecco cosa troverai leggendo l’articolo:
I sintomi di una cistite acuta in gravidanza sono gli stessi che si potrebbero sperimentare in qualunque altro momento della vita. Quando la vescica si infiamma, infatti, succede che:
In presenza di tutti, o alcuni dei sintomi elencati, è bene informare subito il proprio medico. La cistite, infatti, se non curata adeguatamente può recidivare e, nei casi peggiori, ad estendersi risalendo verso i reni.1,3
Tra l’1 e il 4% delle donne incinte contrae una cistite acuta nel corso della gravidanza. Le probabilità di ammalarsi aumentano tra la 6a e la 24ma settimana di gestazione perché in questa fase l’apparato urinario subisce delle modifiche di tipo strutturale. L’utero, man mano che si ingrossa, preme contro la vescica rallentando il drenaggio delle urine e causando un ristagno delle stesse. Questa condizione, a sua volta, favorisce la proliferazione dei batteri, in particolare, di quelli di origine intestinale come l’Escherichia coli.1,3,7,8
Inoltre, per ragioni “meccaniche” e ormonali, l’uretra (il tubicino che convoglia l’urina dalla vescica verso l’esterno) viene “schiacciata” dall’utero, si dilata e, in tal modo, facilita la risalita batterica. Altro fattore di rischio che incide sulla vulnerabilità alle IVU in gravidanza è aver sofferto di cistiti ricorrenti in passato.3,8
Vi è, infine, una ragione immunologica da considerare: durante la gravidanza il sistema immunitario è meno efficiente per non disturbare la crescita del feto e per questo è più facile contrarre infezioni.
La diagnosi di cistite in gravidanza si basa sulla sintomatologia, ma soprattutto su analisi delle urine di laboratorio. In molti casi infatti, prima ancora che si manifestino i sintomi dell’infezione, il 2-10% delle donne incinte va incontro ad una condizione di batteriuria asintomatica, ossia presenza di una consistente quantità di batteri nelle urine senza sintomi evidenti, che predispone alla cistite.3
Per questo tra le misure di screening delle IVU in gravidanza, e presenti nei Livelli Essenziali di Assistenza, troviamo l’urinocoltura, un esame delle urine che rileva la proliferazione batterica e ne identifica la tipologia.7 In presenza di sintomi, la diagnosi della cistite acuta si basa su tampone uretrale e analisi delle urine con urinocoltura. Per completare la diagnosi ed escludere altre cause, il medico potrebbe prescrivere anche analisi del sangue con emocromo, creatinina ed elettroliti.8
La cistite può essere causata da un’infezione batterica e come tale va curata con terapia antibiotica. In gravidanza occorre prestare particolare attenzione ai principi attivi presenti nel farmaco, affinché non risultino pericolosi per il feto. L’antibiotico d’elezione consigliato per la cura della cistite acuta durante tutta la gravidanza è la fosfomicina trometamolo. Le penicilline sono ugualmente considerate sicure e si prescrivono spesso in combinazione con inibitori delle beta-lattamasi come le cefalosporine. Efficace per il trattamento della cistite in gravidanza, ad eccezione dell’ultimo mese durante il quale è sconsigliata, è poi la nitrofurantoina.8,6
Una profilassi antibiotica di sette giorni è indicata anche in caso di batteriuria asintomatica, allo scopo di prevenire sia la cistite che altre infezioni urinarie.5 Per “tamponare” gli effetti collaterali degli antibiotici durante la gravidanza è raccomandata l’assunzione contemporanea di fermenti lattici, che proteggono il microbiota intestinale e vaginale.
La cistite è un’infiammazione alle basse vie urinarie considerata non particolarmente pericolosa. Le complicanze possono insorgere nel momento in cui l’infiammazione della vescica non venisse curata in modo efficace. In questo caso i batteri, risalendo verso le alte vie urinarie, potrebbero infettare i reni causando una malattia chiamata pielonefrite.
La pielonefrite contratta in gravidanza è una condizione estremamente seria, che può portare a parto pretermine, a complicanze polmonari per la madre e persino setticemia.1,2,8,5 I sintomi sono febbre oltre i 38°C, dolore ai fianchi, nausea e vomito.3 La cura per la pielonefrite in gravidanza può prevedere un ricovero ospedaliero con somministrazione di antibiotici per via endovenosa.
Per ridurre al minimo i rischi di cistite in gravidanza, soprattutto nelle donne che ne avessero sofferto in passato, è importante seguire alcune semplici regole di comportamento.1 Vediamole insieme:
La cistite non è un sintomo di gravidanza. Tuttavia, tra i primi segnali di una gestazione in atto, vi è anche uno stimolo ad urinare superiore rispetto alla media precedente. Questa “novità” può allarmare e far sospettare una cistite. In realtà, la ragione per cui si fa più pipì in gravidanza non è patologica ma fisiologica: aumenta il volume di sangue e di liquidi presenti nel corpo e i reni sono chiamati ad un superlavoro.9