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Conoscere l'incontinenza urinaria: sintomi e importanza della diagnosi

Scritto da Dr. Carlo Introini | 18-set-2019 13.30.00

 

Abbiamo intervistato il Dott. Carlo Introini, Direttore della Struttura Complessa di Urologia dell'Ente Ospedaliero Ospedali Galliera,  per parlare di una delle più comuni patologie che interessano sia gli uomini che le donne, soprattutto in età adulta. Stiamo parlando dell'incontinenza.

Durante l'intervista parleremo di:

  1. Come si può riconoscere questa patologia? Di cosa si tratta e quali sono i sintomi? 
  2. La mancanza di richiesta di assistenza in caso di incontinenza pensa possa essere un problema culturale?
  3. Esistono anche dei fattori di rischio?
  4. Lei ha parlato di cure... Quali sono i trattamenti messi in atto?
  5. Esistono delle nuove terapie e/o sperimentazioni in atto?
  6. È possibile prevenire l'incontinenza? 

1. Come si può riconoscere questa patologia? Di cosa si tratta e quali sono i sintomi? 

L'incontinenza è la perdita involontaria di urina. È una patologia che interessa principalmente la componente femminile e, schematizzandola, esistono tre tipi fondamentali di incontinenza:

  1. incontinenza da stress o da sforzo;
  2. incontinenza da urgenza, quindi quando non si riesce a trattenere l'urina;
  3. incontinenza di tipo misto.

Il grado di incontinenza può essere minima, modesta o grave. Ovviamente la stragrande maggioranza, in particolare le donne, non riferiscono mai di soffrire di incontinenza minima: un pò per pudore, un pò per vergogna, un pò perchè è una cosa di cui se ne parla sempre meno volentieri.

1.1 Incontinenza nella Donna

Dobbiamo sapere che dopo i 50 anni, il 52% delle signore soffre di questo tipo di patologia. Le cause più comuni sono:

  • la frequenza dei parti naturali: ogni volta che un neonato passa attraverso il pavimento pelvico, il diaframma femminile crea un'importante dilazione di tutte quelle strutture muscolo-tendinee-legamentose che sono deputate al mantenimento degli organi pelvici in sede;
  • in piccole percentuali, anche la neoplasia alla vescica e alcune situazioni congenite come ad esempio le distrofie vescicali;
  • l'invecchiamento quindi le menopausa, lo scombussolamento ormonale e/o le diverse atrofie delle strutture legamentose-muscolari che interessano il contenimento degli organi pelvici all'interno della pelvi femminile con conseguente descensus degli organi stessi;
  • Infine, le infezioni possono essere un'altra causa importante.

1.2 Incontinenza nell'uomo

Per quanto riguarda gli uomini è fondamentale capire come l'incontinenza sia di difficile riscontro intesa come tale. Gli uomini oltre ad avere un'uretra molto più lunga rispetto alla donna, presentano anche altre problematiche come l'ipertrofia prostatica tali per cui il problema dell'incontinenza è molto meno presente. Quando ciò accade va sempre indagata quella che viene definita iscuria paradossa: a causa di ostruzione e ritenzione urinaria, la vescica si svuota per traboccamento di urina e il paziente la identifica come incontinenza urinaria ma tale non è.

2. La mancanza di richiesta di assistenza in caso di incontinenza pensa possa essere un problema culturale?

Certamente si, lo stavo accennando prima. Stiamo parlando comunque di persone giovani, soprattutto grazie alle aspettative di vita che siamo riusciti a raggiungere negli ultimi vent'anni, per cui una persona di 55 anni in ottime condizioni di salute è ancora giovane. Confidare questo problema anche solo ad amici (soprattutto per gli uomini) richiede sempre molta fatica.

Nei casi lievi si preferisce mettere un assorbente e fare una vita assolutamente normale. Diventa un problema sociale importante nella misura in cui comincia a interessare in modo pesante la qualità della vita. Il paziente che ha delle perdite di urina sente di maleodorare e vive male. Comincia a non uscire più e a evitare determinati luoghi per la paura di non riuscire a trattenere queste perdite.

3. Esistono dei fattori di rischio?

Nel caso specifico della donna, i fattori di rischio sono principalmente l'invecchiamento, le cistiti, le infezioni delle vie urinarie, le neoplasie vescicali, la menopausa ed eventuali parti precedenti.

Per di più si tratta di una sintomatologia che viene, nei casi lievi, nascosta al punto che il paziente invece di iniziare la ginnastica basata sulla riabilitazione del pavimento pelvico arriva a situazioni più gravi e più difficili da trattare e curare.

4. Lei ha parlato di cure... Quali sono i trattamenti messi in atto?

Spesso e volentieri, la riabilitazione e la terapia farmacologica vanno di pari passo. Così come dovrebbe andare di pari passo la sinergia tra urologo e ginecologo. Presso l'Ente Ospedaliero Ospedali Galliera abbiamo un Centro di Uro-ginecologia che si occupa in modo particolare delle patologie dell'incontinenza sia femminile che maschile, grazie all'approccio multidisciplinare tra urologo, ginecologo e fisiatra.

Esistono anche dei farmaci che possono curare alcune delle cause dell'incontinenza (come ad esempio infiammazioni, cistite interstiziale) e tutto ciò che ne deriva da eventuali trattamenti chirurgici che non sono andati completamente a buon fine da un punto di vista funzionale.

La sinergia tra i diversi specialisti risulta quindi fondamentale al fine di individuare il miglior trattamento possibile.

5.Esistono delle nuove terapie e/o sperimentazioni in atto?

Di recente a Genova si è tenuto un convegno sull'Incontinenza: uno sguardo al futuro. Qual è quindi questo sguardo al futuro?

Dal punto di vista del futuro in realtà questo nuovo sguardo si traduce in una parola sola: multidisciplinarietà. È importante sia la creazione di spazi dedicati a questo genere di problematiche, sia fare informazione sin dal principio, anche nelle scuole, cercando di far comprendere alle persone che non si tratta di un problema vero e proprio ma si tratta di una condizione che riguarda più del 50% delle donne di una certa età. Inoltre, è importante indicare alcuni consigli comportamentali.

Per riassumere, nella sua accezione possibile il futuro è multi-disciplinarietà e informazione.

6. È possibile prevenire l'incontinenza? 

Sentiamo spesso parlare da tanti professionisti di riabilitazione del pavimento pelvico al fine di allenarlo. Ci sono delle correlazioni? 

Per quanto riguarda le giovani donne che affrontano un parto, ad esempio, è possibile prevenirla, grazie a una valutazione uro-dinamica pre e post parto avente l'obiettivo di prevenire eventuali problemi futuri. Sicuramente la prevenzione attraverso uno studio del caso e consigli comportamentali, soprattutto per le giovani donne, darà nel tempo una diminuzione della percentuale di pazienti incontinenti.

Negli uomini, invece, non sussiste un problema di questo tipo proprio per la natura anatomica della pelvi maschile. L'incontinenza è spesso dovuta ad altri disturbi o secondaria rispetto a una patologia principale: in modo particolare l'incontinenza maschile è iatrogena, cioè post-intervento.

Ad esempio, nei casi di tumori alla prostata, a seguito di una prostatectomia radicale, uno degli effetti collaterali è proprio l'incontinenza. Anche in questo caso, oltre alla prevenzione dal punto di vista tecnico con l'affidamento alle tecniche chirurgiche, al Galliera è previsto un programma di riabilitazione del pavimento pelvico perineale con una prima visita pre-intervento chirurgico al fine di inquadrare il paziente e seguirlo nei mesi successivi per insegnargli alcuni trucchetti di prevenzione dell'incontinenza.