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Il disturbo bipolare è un disturbo mentale ad elevata familiarità, ciò significa che, all’interno della stessa famiglia, più membri ne possono essere affetti. Questo non equivale alla certezza per la prole di genitori ammalati di sviluppare il disturbo, ma significa avere una maggiore vulnerabilità rispetto ad una persona senza parenti di primo grado con disturbo bipolare.
Ecco le domande a cui risponderemo in questo articolo:
Gli studi scientifici evidenziano che i parenti di primo grado di pazienti affetti da disturbo bipolare hanno un rischio fino a 10 volte maggiore di sviluppare la malattia nell’intero arco della loro vita rispetto alla popolazione generale.1
Bisogna, tuttavia, distinguere tra ereditarietà e familiarità:
Studi scientifici hanno individuato possibili fattori di rischio ambientali e psicosociali. In particolare, sembra che eventi di vita stressanti e relazioni sociali e familiari poco supportive potrebbero contribuire all’esordio di un disturbo bipolare, sia nella forma di un episodio maniacale sia di un episodio depressivo.2
A tal proposito sembra che lo stress ambientale, correlato alla presenza di un genitore affetto da disturbo bipolare, giochi un ruolo molto più importante rispetto alla componente genetica nel determinare un rischio di malattia nella prole.3 Inoltre, la presenza di altri disturbi mentali (ansia, ADHD, ecc.) in epoca infantile è associata ad una maggiore incidenza di disturbo bipolare in età adulta.4
I primi sintomi compaiono intorno ai 20 anni di età.5 Tuttavia in caso di familiarità, in particolare se uno dei due genitori è affetto da disturbo bipolare, l’età di insorgenza tende ad essere più precoce e a presentarsi in epoca adolescenziale.6
Chi ha un familiare affetto dal disturbo bipolare non deve temere di sviluppare a sua volta il disturbo; deve però fare attenzione a condurre uno stile di vita sano, evitando tutti quei comportamenti che possono alterare l’umore, soprattutto evitare l’uso di sostanze stupefacenti.
Inoltre, è molto importante sentirsi coinvolti nel percorso di cura del proprio familiare. È, infatti, dimostrato che gli interventi specialistici (psicoeducazione, training di comunicazione familiare, esercizi di problem solving) eseguiti da professionisti del settore migliorano il decorso del disturbo e riducono il rischio di svilupparlo per chi presenta una condizione di vulnerabilità. Infatti un clima familiare disteso, empatico e comunicativo contribuisce a temperare gli stress ambientali che impattano negativamente sul disturbo bipolare e sul suo rischio.7