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La flebite (chiamata anche tromboflebite o trombosi venosa superficiale) si verifica quando, per diverse cause, una vena del circolo superficiale viene occupata da sangue coagulato, occludendosi ed innescando dei processi infiammatori responsabili dei segni e sintomi clinici (dolore, rossore, senso di cordoncino fibroso sottocute...).
Molte persone si chiedono se l'attività fisica possa avere degli effetti positivi sul decorso della malattia e se esistono degli esercizi specifici da poter fare. Lo abbiamo chiesto al Dott. Daniele Bissacco, Medico Specialista in Chirurgia Vascolare presso l'IRCCS Istituto Auxologico Italiano.
Nella fase acuta (primi 45 giorni dalla comparsa dei sintomi/segni) è bene non effettuare attività fisica, sebbene non si debba assolutamente rimanere allettati o a riposo totale. Infatti la sedentarietà e la mancata deambulazione possono peggiorare la flebite.
Non esistono specifici esercizi per la flebite in quanto, per questa patologia, l’attività fisica non è consigliata per due motivi:
In caso di flebite si deve prediligere una attività controllata (camminate a passo normale evitando le ore più calde del giorno e fermandosi in caso i sintomi aumentino), senza sforzare la zona interessata dalla flebite. Camminare è consigliato, per medie distanze.
Solitamente, al termine dei primi 45 giorni, se si sono svolte tutte le terapie necessarie ed i controlli medici hanno definito la guarigione o la stabilità della flebite, si può gradualmente riprendere l’attività.
In questa fase tuttavia è bene sempre riferirsi allo specialista chirurgo vascolare, che saprà consigliare il tipo e l’intensità dell’esercizio in base al genere di flebite, alla sua estensione e soprattutto al tipo di paziente affetto.