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Per infarto intestinale si intende la necrosi, o morte, di un tratto intestinale, provocata da una riduzione dell’apporto di sangue al tessuto da parte dei vasi sanguigni che irrorano l’intestino.
Ecco cosa tratteremo in questo articolo:
L’infarto intestinale è la conseguenza dell’ischemia intestinale, ovvero la riduzione, più o meno marcata, dell’apporto di sangue all’intestino. L’intestino è irrorato da vene e da arterie di grandi dimensioni che hanno rispettivamente il compito di trasportare sangue da e verso l’intestino. Quando, per diversi motivi, vi è una riduzione del flusso di sangue in uno di questi vasi, per un tempo maggiore a 12 ore, il tessuto va incontro a necrosi (morte), causando, quindi un infarto intestinale.1
Le cause generali dell’infarto intestinale possono essere:
L’infarto intestinale, a seconda di causa e localizzazione, può essere suddiviso in diverse categorie.
L’ischemia mesenterica acuta avviene quando il flusso sanguigno arterioso intestinale viene interrotto bruscamente, a causa di un trombo o dalla riduzione drastica della pressione sanguigna arteriosa. L’ischemia mesenterica acuta, se non trattata tempestivamente, può essere causa di morte del tessuto e danno permanente.
L’ischemia mesenterica cronica è, invece, il risultato della formazione di placche aterosclerotiche nel lume delle arterie che irrorano l’intestino. Le placche aterosclerotiche sono depositi di grassi e tessuto cicatriziale che si formano sulle pareti dei vasi sanguigni, causando perdita di elasticità ed ostacolo al flusso sanguigno.
Nell’ischemia mesenterica cronica, la diminuzione del flusso sanguigno al tessuto intestinale è graduale e spesso non richiede nessun trattamento fino a che le arterie coinvolte sono almeno due. Una delle possibili complicanze di questa patologia è la rottura della placca aterosclerotica, che può portare al blocco repentino del flusso sanguigno verso l’intestino, causando ischemia mesenterica acuta.
A livello intestinale sono presenti alcuni vasi venosi, le vene mesenteriche, che hanno il compito di drenare il sangue proveniente dall’intestino, povero di ossigeno, verso il cuore. Quando, per diversi motivi, vi è un blocco all’interno di queste vene, il sangue si accumula a livello intestinale, causando gonfiore e sanguinamento. Questa forma di ischemia intestinale è poco comune e rappresenta circa il 5-15% dei casi di ischemia mesenterica.
La causa va spesso ricercata in una condizione indipendente, ad esempio:
L’ischemia del colon è la forma più frequente di infarto intestinale ed è una condizione in cui vi è una parziale o totale interruzione del flusso di sangue al colon, la parte terminale dell’intestino. L’ischemia del colon può essere acuta, quando si manifesta repentinamente, o cronica, quando si sviluppa in un arco temporale più esteso. L’ischemia del colon può risultare nell’infarto del colon, ovvero la condizione in cui una porzione più o meno estesa del colon muore, a causa della mancanza di sangue e quindi, ossigeno.1,2
Le cause della riduzione di flusso del flusso sanguigno nelle arterie che portano sangue al colon non sono sempre chiare, ma esistono alcuni fattori che predispongono nei confronti questa patologia, come:
I segni e sintomi dell’infarto intestinale possono essere acuti o cronici, in base alla loro intensità e sono inoltre altamente variabili da una persona all’altra.
I sintomi di ischemia intestinale acuta, generalmente, includono:
I sintomi di ischemia intestinale cronica includono:
I sintomi di trombosi venosa mesenterica includono:
La forma più comune di infarto intestinale, l’ischemia del colon, si manifesta con i seguenti sintomi:
In caso di sospetto infarto intestinale, il medico può prescrivere esami diagnostici come:
Il trattamento per l’infarto intestinale consiste nel ripristino del flusso di sangue al tessuto colpito da ischemia. Le opzioni di trattamento disponibili dipendono dalla gravità della patologia.
Spesso, in caso di infarto mesenterico acuto, si deve ricorrere ad un intervento chirurgico per ripristinare il flusso di sangue all’intestino, tramite angioplastica, oppure per riparare o rimuovere l’area di tessuto interessata dall’infarto. Inoltre, vengono di solito utilizzati antibiotici e farmaci anticoagulanti per prevenire infezioni e la formazione di nuovi coaguli.1,3
Il trattamento in caso di ischemia intestinale cronica prevede un intervento chirurgico per ripristinare il normale flusso di sangue verso l’intestino. A tale scopo, vengono spesso utilizzati stents, quindi appositi dispositivi che, se introdotti nell’arteria bloccata, sono in grado di mantenerla dilatata, facilitando l’afflusso di sangue.
Se, in caso di trombosi venosa mesenterica, l’intestino non presenta sintomi di danno, al paziente vengono somministrati anticoagulanti per tempi prolungati, almeno 3 o 6 mesi.
Nel caso vi sia una porzione di intestino danneggiata, si deve ricorrere ad un intervento chirurgico per la sua rimozione.
Se vi è evidenza di ischemia del colon, il trattamento di prima linea è costituito dall’uso di un antibiotico per prevenire infezioni. Inoltre, in questo caso è importante valutare e trattare l’eventuale patologia cardiaca scatenante l’ischemia del colon, come lo scompenso cardiaco, la fibrillazione atriale e la fibrillazione ventricolare.
In presenza di infarto del colon, l’intervento chirurgico diventa essenziale per poter ripristinare il flusso sanguigno e rimuovere la parte di tessuto intestinale danneggiata. Nei casi più lievi, l’infarto del colon si risolve da solo.
L’infarto intestinale è una patologia molto seria, la cui mortalità raggiunge il 70-90%, se non trattata tempestivamente. Riconoscere i primi sintomi di ischemia mesenterica, ovvero la condizione che precede l’infarto intestinale, è di vitale importanza per ridurre così la probabilità di infarto intestinale e, quindi, la mortalità.4
Altre conseguenze dell’infarto intestinale includono:
Per prevenire l’infarto intestinale si può agire modificando alcuni dei fattori di rischio noti, tra i quali:
Altri fattori di rischio non sono modificabili, tra questi troviamo: