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I noduli alla tiroide sono piccole masse solide o cisti sierose, che si sviluppano sulla tiroide. Si tratta di una condizione molto comune, per lo più asintomatica e benigna. In rari casi, però, un nodulo alla tiroide può essere di natura cancerosa. Circa l’8% di tutti i noduli tiroidei diagnosticati nell’uomo, e il 4% di quelli diagnosticati nella donna, sono infatti tumori maligni della tiroide.
Ecco cosa troverai in questo articolo:
I noduli alla tiroide sono masse che si formano sulla struttura della ghiandola tiroidea. Possono essere molto piccoli, oppure di notevoli dimensioni, tanto da creare fastidio alla gola e risultare visibili sottopelle. Vediamo le tre tipologie più comuni:
Differenziare precocemente i noduli alla tiroide benigni da quelli maligni è la più importante sfida diagnostica per gli endocrinologi. La maggior parte dei noduli tiroidei è di natura benigna, ma una percentuale non trascurabile, 7-15% dei casi, è maligna (carcinoma della tiroide). Vediamo la classificazione in dettaglio:
I noduli maligni sono forme più o meno aggressive di carcinomi tiroidei. Infine, i noduli tiroidei si distinguono in caldi e freddi. I noduli caldi sono per lo più benigni, viceversa i noduli freddi hanno una probabilità superiore di risultare cancerosi. 5
Le cause che portano alla formazione di noduli alla tiroide non sono del tutto chiare. L’incidenza nella popolazione mondiale è rilevante, tanto che a seconda del metodo diagnostico usato, una percentuale variabile tra il 7% e il 70% degli adulti risulta avere noduli alla tiroide.3
Fattori di rischio noti che aumentano le probabilità di sviluppare uno o più noduli alla tiroide sono:
Inoltre, condizione altamente predisponente allo sviluppo di noduli tiroidei è il soffrire di malattie infiammatorie croniche della tiroide di origine autoimmune come la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Basedaw-Graves. 4
La presenza di noduli, specialmente di piccole dimensioni, difficilmente influisce sulla funzionalità tiroidea, pertanto essi risultano per lo più asintomatici.1 Se, però, si ingrandiscono, possono causare disturbi quali:
Inoltre, alcuni tipi di noduli benigni sono definiti “tossici” perché possono causare ipertiroidismo con sintomi quali:
Meno frequentemente, noduli alla tiroide possono ostacolare l’attività tiroidea e causare i seguenti sintomi di ipotiroidismo:
La presenza di noduli alla tiroide si valuta durante una visita endocrinologica, palpando la zona della gola in cui si trova la tiroide. Tuttavia, per scoprire micro noduli, piccole cisti e altre anomalie presenti nella ghiandola e capirne la natura è necessario effettuare diversi tipi di esami.3,5 Infatti, i noduli della tiroide sono lesioni distinte dal resto della ghiandola, palpabili nel 4-7% dei casi, altrimenti individuabili tramite esame ecografico.
Si tratta di dosaggi ormonali utili alla diagnosi di ipotiroidismo o ipertiroidismo, condizioni che possono essere causate da noduli alla tiroide tossici. Si misurano, pertanto, i livelli di TSH, l’ormone ipofisario che stimola la funzionalità della tiroide, e quelli degli ormoni specifici T3 e T4. Inoltre, se vi è il sospetto di un cancro midollare della tiroide, si misurano anche i livelli di calcitonina.
L’esame ecografico è lo strumento di imaging diagnostico più efficace, rapido e non invasivo per individuare noduli singoli o multipli alla tiroide. Utilizza la metodica a ultrasuoni per rilevare anomalie e neoformazioni nella tiroide. L’ecografia permette di distinguere le cisti sierose dai noduli alla tiroide solidi, e di capirne la forma e le caratteristiche.
Durante l’esame ecografico, è possibile procedere ad un ulteriore esame diagnostico che consiste nell’aspirazione di un campione di cellule del nodulo tramite un ago sottilissimo. L’ecografia permette di eseguire l’agoaspirato con sicurezza, perché il medico può osservare sul monitor collegato con l’ecografo l’intera procedura. Il campione viene usato analizzato al microscopio per rilevare la natura del nodulo tiroideo.
L'agoaspirato è consigliato per noduli a rischio di malignità come:
Esame di imaging radiografico effettuato previa somministrazione di un isotopo radioattivo, che viene affiancato in alcuni casi all’ecografia della tiroide per valutare se un nodulo sia iper o ipofunzionante, ovvero caldo o freddo. Tuttavia, la scintigrafia in sé non fornisce informazioni sulla natura del nodulo pertanto oggi si preferisce procedere direttamente all’agoaspirato.5
Il trattamento dei noduli alla tiroide dipende dalla natura degli stessi. Vediamo tutte le opzioni disponibili.6
La maggior parte dei noduli alla tiroide rientra in questa categoria, ma il trattamento cambia a seconda delle loro dimensioni e caratteristiche. Ad esempio, l’osservazione attiva, che non comporta nessun trattamento ma il solo monitoraggio tramite esami del sangue ed ecografia, è indicata per noduli piccoli e asintomatici. Noduli sintomatici di grandi dimensioni, come quelli che causano il gozzo nodulare, possono invece essere asportati chirurgicamente. La rimozione chirurgica è indicata anche nei casi dubbi, qualora l'agoaspirato non avesse determinato precisamente la natura del nodulo.
I noduli alla tiroide maligni possono avere diversi gradi di pericolosità e, pertanto, richiedono cure diverse a seconda dei casi. Se il tumore è poco aggressivo e a lento accrescimento, l’oncologo potrebbe ritenere sufficiente il monitoraggio tramite osservazione attiva. Se, invece, il tumore è grande, oppure a rapido accrescimento e ad alto rischio metastatico, viene rimosso chirurgicamente. In passato tutti i noduli maligni della tiroide venivano eliminati asportando la ghiandola nella sua interezza (tiroidectomia totale). Oggi si preferisce la chirurgia conservativa, optando, se possibile, per la tiroidectomia parziale. Una tecnica particolare usata per l’ablazione dei noduli alla tiroide specialmente di natura maligna è l’alcolizzazione, un’infusione percutanea direttamente sui noduli di una soluzione alcolica al 95% fino ad ottenere la loro distruzione.
Sono noduli benigni, come l’adenoma tossico di Plummer, che agiscono sulla ghiandola stimolando in modo patologico la produzione ormonale e causando ipertiroidismo. Possono essere asportati o, si può curare l’ipertiroidismo con farmaci antitiroidei o la somministrazione per via orale di iodio radioattivo (radioiodio).