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Distinguere precocemente il Parkinson dai Parkinsonismi dovuti ad altra causa è fondamentale per somministrare la terapia corretta. La malattia di Parkinson è, infatti, la più frequente causa di Parkinsonismo, ma non l’unica possibile. Infatti, nel 20% dei casi, sintomi come tremori, bradicinesia, rigidità sono causati da condizioni tra loro molto diverse.
Ecco cosa leggerai in questo articolo:
Parkinson e Parkinsonismo non sono sinonimi e non indicano la stessa condizione, sebbene abbiano molti punti di contatto. La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa cronica accompagnata da sintomi motori specifici che derivano da un deficit del neurotrasmettitore dopamina. Tremori, bradicinesia, rigidità e instabilità posturale sono i segni clinici tipici della malattia di Parkinson che si manifestano inizialmente in modo asimmetrico per poi colpire entrambi i lati del corpo in modo progressivo.1
Con il termine Parkinsonismo, invece, si intende un insieme di sintomi motori e non motori che includono quelli specifici del Parkinson, ma non si limitano a questi. Pertanto, potremmo definire il Parkinsonismo come termine ombrello che accorpa una serie di segni clinici distintivi di condizioni patologiche diverse, delle quali la più rilevante è il Parkinson, ma non l’unica.
Il Parkinsonismo a sua volta si suddivide in due tipologie:
Tra Parkinson e Parkinsonismo le differenze sono legate sia alla sintomatologia che alle cause di sviluppo. Vediamole entrambe.
L’insorgenza dei sintomi motori del Parkinson è legata ad un deficit cronico nella produzione del neurotrasmettitore dopamina, determinato da una degenerazione e distruzione dei neuroni dopaminergici, situati nel mesencefalo.
Il Parkinsonismo, invece, può avere cause molto diverse, tra cui traumi alla testa, infezioni, accumulo di liquidi nel cervello, o persino tumori. Alcuni Parkinsonismi sono cronici, progressivi e causati da processi degenerativi di eziologia sconosciuta, altri di chiara origine genetica come le malattie da mutazione autosomica dominante del gene dell'alfa-sinucleina. Ci sono poi i Parkinsonismi secondari dovuti ad assunzione di farmaci, di sostanze tossiche o di droghe.
Altra differenza tra Parkinson e Parkinsonismo è la velocità di comparsa dei sintomi.1,2 Mentre il progresso della malattia di Parkinson è lento, e inizialmente monolaterale, i Parkinsonismi possono invece insorgere in modo improvviso e violento e aggravarsi con estrema rapidità 3
Sia il Parkinson che il Parkinsonismo causano sintomi motori quali:
Il solo Parkinson determina anche altri sintomi specifici tra cui:
Sintomi e segni distintivi del Parkinsonismo, a seconda della causa scatenate, invece, sono o possono essere:
La diagnosi differenziale tra Parkinson e Parkinsonismo è estremamente delicata e spetta ai/a neurologo/a che si baserà sia sui segni clinici e sulla sintomatologia riferita, che su specifici test ed esami di imaging e di diagnostica nucleare. Ad esempio:
Si tratta di accurati esami non invasivi o minimamente invasivi, che consentono di valutare cosa accade nel cervello, sia a livello vascolare che neurologico, così come di osservare se vi siano masse, liquidi o altre anomalie nella materia cerebrale. Pertanto, combinando la sintomatologia osservata, i test neurologici effettuati durante la visita in presenza e i risultati dei vari esami strumentali, è possibile arrivare alla diagnosi di Parkinson o di Parkinsonismo, e in questo secondo caso, di scoprire quale ne sia la causa.2
Il trattamento standard per il Parkinson è la terapia dopaminergica basata sul Levodopa. Questo farmaco può essere d’aiuto anche in alcuni Parkinsonismi, ad esempio nel Parkinsonismo vascolare o nella MSA, ma spesso totalmente inefficace nel Parkinsonismo dovuto ad altre patologie neurodegenerative con e senza demenza.
Il Parkinsonismo secondario risponde alle cure che agiscono sulla causa dei disturbi motori e non motori. Se all’origine vi è stato un trauma cranico o un'infezione, i sintomi possono durare a lungo per poi risolversi con terapie specifiche per queste condizioni. Se la causa è un accumulo di liquidi nel cervello (idrocefalo normoteso), sarà necessario drenare il fluido in eccesso per veder sparire i sintomi. La sospensione dei farmaci i cui effetti collaterali provocano il Parkinsonismo consente, invece, di ripristinare la fisiologica produzione di dopamina.2,3
La prognosi del Parkinson dipende da fattori quali: l’età di insorgenza, la variante genetica della malattia e la tempestività delle cure, ma in genere è buona. Non essendo mortale di per sé, se i/le pazienti rispondono bene alla terapia dopaminergica associata alla riabilitazione neurologica e motoria, la malattia di Parkinson consente comunque una qualità di vita accettabile a lungo, sebbene nella fasi finali posso essere necessario un ricovero in strutture per lungo degenti.
La prognosi del Parkinsonismo dipende dalle cause dello stesso. Alcune forme sono parzialmente o totalmente reversibili, ma nei Parkinsonismi atipici come la MSA o la demenza a corpi di Lewy, la prognosi non è buona e i sintomi possono essere solo in parte gestiti con i farmaci. Tra le complicanze: deficit cognitivi progressivi, allucinazioni, disturbi motori che si aggravano rapidamente, pressione molto bassa (detta ipotensione), perdita del controllo degli sfinteri e incontinenza urinaria.1,2