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Il potassio alto in caso di tumore può verificarsi sia a causa del tumore, che come complicanza delle terapie. Per questo è importante conoscere i sintomi e intervenire per tempo. Nell’articolo tutto ciò che serve sapere su cause, sintomi e trattamento del potassio alto in caso di tumore.
Il potassio è un minerale elettrolita abbondantemente presente nel corpo umano. Le funzioni del potassio sono svariate, tra cui:
Livelli ottimali di potassio assicurano buona funzionalità cardiaca e renale, e proteggono l’apparato scheletrico dall’osteoporosi. Troviamo il potassio sia nel siero ematico che negli spazi tra le cellule, e la sua concentrazione in condizioni di salute può variare in base alla dieta, al clima, e all’attività fisica svolta.
Quando c’è troppo potassio nel sangue si parla di iperkaliemia, condizione seria che può associarsi a forme tumorali e terapie oncologiche. Lo sviluppo di neoplasie, infatti, influisce negativamente sull’equilibrio elettrolitico del corpo.
Per tale ragione monitorare i livelli di potassio attraverso le analisi sierologiche nelle persone con diagnosi di tumore è indispensabile sia in previsione di una terapia oncologica o durante la stessa, che come indicatore del progresso della malattia.1-3
Livelli oltre la norma di potassio nelle persone con tumore possono essere causati sia direttamente dalla malattia, che dalle cure oncologiche. Dal momento che il potassio viene rimosso soprattutto dai reni, un aumento dei valori dipende spesso da un malfunzionamento di questi organi causato da farmaci antitumorali tossici per i reni o dalle complicanze del tumore.
Cause probabili di iperkaliemia nella persona con diagnosi di cancro e sotto trattamento antitumorale possono essere:
Persone in cura per tumore con precedenti malattie ai reni o diabete sono particolarmente a rischio di iperkaliemia grave.
Inoltre, va considerata come causa di potassio alto la pseudoiperkaliemia, una condizione in cui i livelli plasmatici di potassio risultano “falsamente” elevati. Ciò che accade è che il potassio contenuto nelle cellule del sangue, tra cui le piastrine e i globuli bianchi, fuoriesce per cause meccaniche. Questa complicanza si può verificare a seguito di prelievi del sangue mal eseguiti, con distruzione delle cellule ematiche (emolisi) specialmente nelle persone con leucemia. In questi casi l’iperkaliemia rilevata dal test ematico non viene confermata da altri sintomi.2,3
In generale, sintomi di potassio alto possono essere, in base alla gravità dello scompenso:
Questi sintomi si avvertono quando la concentrazione di potassio è superiore ai 5,5 mEq/L. Se lo squilibrio è lieve resta asintomatico anche in caso di tumore. Quando i valori superano 6,5 mEq/L esiste un grave rischio per la vita.1,3
Livelli molto elevati di potassio in persone con un tumore possono avere effetti gravi, potenzialmente letali. Quando questo elettrolita si accumula nell’organismo e non riesce ad essere smaltito correttamente dai reni, le conseguenze nel paziente oncologico possono essere:
Inoltre, eccessivi livelli di potassio possono compromettere le terapie oncologiche o essere il segnale di anomalie metaboliche legate alle cure, portando quindi ad un peggioramento del quadro clinico associato alla malattia.3
In caso di sintomi che possono far sospettare un potassio alto, specialmente dopo una diagnosi di tumore, è necessario rivolgersi subito al/la medico/a. Per capire se si tratta effettivamente di iperkaliemia, è indispensabile rilevare la concentrazione di potassio nel plasma del sangue attraverso test di laboratorio.
Se la persona è già sotto trattamento per una malattia oncologica, la misurazione dei livelli di potassio serve a monitorare gli effetti della malattia e delle cure sulla funzionalità renale, anche in assenza di sintomi correlati.
In questi casi nella gestione degli squilibri elettrolitici è importante evitare il fai da te e seguire le indicazioni mediche soprattutto per quanto riguarda l’assunzione dei farmaci antitumorali, degli integratori e sulla dieta da seguire. In caso di sintomi di iperkaliemia in assenza di diagnosi di tumore, in particolare a carico dei reni o del cuore, è comunque necessario rivolgersi subito al/la proprio/a MMG e valutare tutti gli accertamenti del caso.1,2,3
In caso di iperkaliemia severa nel paziente in cura per tumore, con serie alterazioni del ritmo cardiaco o insufficienza renale grave, l’intervento medico deve essere immediato, con carattere d’urgenza e in regime ospedaliero. Nel trattamento del potassio alto, ma senza rischio per la vita, le misure prevedono innanzitutto l’eliminazione o riduzione delle principali fonti esterne del minerale, in particolare di cibi e integratori.
Alimenti in cui il potassio è particolarmente abbondante sono, tra gli altri:
Interventi medici per contrastare l’iperkaliemia includono:
I trattamenti medici per l’iperkaliemia nelle persone in cura per cancro in genere funzionano rapidamente. Tuttavia, è fondamentale effettuare continui controlli dei livelli plasmatici di potassio, inizialmente con intervalli di 1-6 ore, e dopo il termine del trattamento ogni 4-12 ore. Solo una volta che i valori di potassio siano rientrati nella norma si può interrompere il monitoraggio frequente. Resta la necessità di effettuare regolari test ematici di controllo specialmente durante le terapie oncologiche.3