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Il potassio alto in caso di tumore può verificarsi sia a causa del tumore, che come complicanza delle terapie. Per questo è importante conoscere i sintomi e intervenire per tempo. Nell’articolo tutto ciò che serve sapere su cause, sintomi e trattamento del potassio alto in caso di tumore.
Indice
- Cos’è il potassio e perché i suoi valori sono connessi al tumore?
- Quali sono le cause di potassio alto nei pazienti con tumore?
- Quali sono i sintomi di potassio alto?
- Quali sono i rischi associati al potassio alto nei pazienti con tumore?
- Cosa fare se si sospetta un potassio alto?
- Cosa fare per gestire i livelli di potassio nei pazienti con tumore?
1. Cos’è il potassio e perché i suoi valori sono connessi al tumore?
Il potassio è un minerale elettrolita abbondantemente presente nel corpo umano. Le funzioni del potassio sono svariate, tra cui:
- è necessario alla contrattilità dei muscoli, incluso il cuore;
- bilancia il sodio mantenendo la pressione del sangue in equilibrio;
- promuove il trasporto dei principi nutritivi verso le cellule;
- allontana dalle cellule i prodotti di scarto del loro metabolismo.
Livelli ottimali di potassio assicurano buona funzionalità cardiaca e renale, e proteggono l’apparato scheletrico dall’osteoporosi. Troviamo il potassio sia nel siero ematico che negli spazi tra le cellule, e la sua concentrazione in condizioni di salute può variare in base alla dieta, al clima, e all’attività fisica svolta.
Quando c’è troppo potassio nel sangue si parla di iperkaliemia, condizione seria che può associarsi a forme tumorali e terapie oncologiche. Lo sviluppo di neoplasie, infatti, influisce negativamente sull’equilibrio elettrolitico del corpo.
Per tale ragione monitorare i livelli di potassio attraverso le analisi sierologiche nelle persone con diagnosi di tumore è indispensabile sia in previsione di una terapia oncologica o durante la stessa, che come indicatore del progresso della malattia.1-3
2. Quali sono le cause di potassio alto nei pazienti con tumore?
Livelli oltre la norma di potassio nelle persone con tumore possono essere causati sia direttamente dalla malattia, che dalle cure oncologiche. Dal momento che il potassio viene rimosso soprattutto dai reni, un aumento dei valori dipende spesso da un malfunzionamento di questi organi causato da farmaci antitumorali tossici per i reni o dalle complicanze del tumore.
Cause probabili di iperkaliemia nella persona con diagnosi di cancro e sotto trattamento antitumorale possono essere:
- danno renale acuto causato da radioterapici o chemioterapici tra cui cisplatino, ifosfamide, interferone, metotrexato, gemcitabina, bifosfonati ecc.;
- rabdomiolisi, condizione che comporta il rilascio anomalo di potassio da parte delle fibre muscolari danneggiate dal tumore;
- sindrome da lisi tumorale, ovvero rilascio, da parte delle cellule tumorali, di potassio durante il trattamento con farmaci antitumorali sia chemioterapici che biologici;
- assunzione di altri farmaci tra cui antimicotici, analgesici FANS, eparina, inibitori della calcineurina coma la ciclosporina;
- insufficienza surrenalica dovuta a metastasi tumorali;
- sepsi.
Persone in cura per tumore con precedenti malattie ai reni o diabete sono particolarmente a rischio di iperkaliemia grave.
Inoltre, va considerata come causa di potassio alto la pseudoiperkaliemia, una condizione in cui i livelli plasmatici di potassio risultano “falsamente” elevati. Ciò che accade è che il potassio contenuto nelle cellule del sangue, tra cui le piastrine e i globuli bianchi, fuoriesce per cause meccaniche. Questa complicanza si può verificare a seguito di prelievi del sangue mal eseguiti, con distruzione delle cellule ematiche (emolisi) specialmente nelle persone con leucemia. In questi casi l’iperkaliemia rilevata dal test ematico non viene confermata da altri sintomi.2,3
3. Quali sono i sintomi di potassio alto?
In generale, sintomi di potassio alto possono essere, in base alla gravità dello scompenso:
- spasmi e crampi muscolari;
- debolezza;
- aritmie, alterazioni del ritmo cardiaco tra cui la fibrillazione ventricolare, che può portare all’arresto cardiaco;
- nausea e/o vomito;
- letargia;
- paralisi ascendenti, ovvero che colpiscono inizialmente gli arti inferiori per poi risalire alle parti superiori del corpo.
Questi sintomi si avvertono quando la concentrazione di potassio è superiore ai 5,5 mEq/L. Se lo squilibrio è lieve resta asintomatico anche in caso di tumore. Quando i valori superano 6,5 mEq/L esiste un grave rischio per la vita.1,3
4. Quali sono i rischi associati al potassio alto nei pazienti con tumore?
Livelli molto elevati di potassio in persone con un tumore possono avere effetti gravi, potenzialmente letali. Quando questo elettrolita si accumula nell’organismo e non riesce ad essere smaltito correttamente dai reni, le conseguenze nel paziente oncologico possono essere:
- aritmie cardiache segnalate dal tracciato dell’ECG, che in caso estremo possono sfociare nella fibrillazione ventricolare o nell’asistolia, ovvero la perdita di contrattilità del cuore. Queste condizioni sono di gran lunga le complicanze più pericolose dell’iperkaliemia nel paziente oncologico, perché possono portare rapidamente alla morte;
- insufficienza renale grave che è anche una delle cause dell’iperkaliemia e un segnale di serio squilibrio dell’organismo.
Inoltre, eccessivi livelli di potassio possono compromettere le terapie oncologiche o essere il segnale di anomalie metaboliche legate alle cure, portando quindi ad un peggioramento del quadro clinico associato alla malattia.3
5. Cosa fare se si sospetta un potassio alto?
In caso di sintomi che possono far sospettare un potassio alto, specialmente dopo una diagnosi di tumore, è necessario rivolgersi subito al/la medico/a. Per capire se si tratta effettivamente di iperkaliemia, è indispensabile rilevare la concentrazione di potassio nel plasma del sangue attraverso test di laboratorio.
Se la persona è già sotto trattamento per una malattia oncologica, la misurazione dei livelli di potassio serve a monitorare gli effetti della malattia e delle cure sulla funzionalità renale, anche in assenza di sintomi correlati.
In questi casi nella gestione degli squilibri elettrolitici è importante evitare il fai da te e seguire le indicazioni mediche soprattutto per quanto riguarda l’assunzione dei farmaci antitumorali, degli integratori e sulla dieta da seguire. In caso di sintomi di iperkaliemia in assenza di diagnosi di tumore, in particolare a carico dei reni o del cuore, è comunque necessario rivolgersi subito al/la proprio/a MMG e valutare tutti gli accertamenti del caso.1,2,3
6. Cosa fare per gestire i livelli di potassio nei pazienti con tumore?
In caso di iperkaliemia severa nel paziente in cura per tumore, con serie alterazioni del ritmo cardiaco o insufficienza renale grave, l’intervento medico deve essere immediato, con carattere d’urgenza e in regime ospedaliero. Nel trattamento del potassio alto, ma senza rischio per la vita, le misure prevedono innanzitutto l’eliminazione o riduzione delle principali fonti esterne del minerale, in particolare di cibi e integratori.
Alimenti in cui il potassio è particolarmente abbondante sono, tra gli altri:
- frutta secca e disidratata, tra cui albicocche;
- frutta fresca tra cui mele, avocado, arance e banane;
- ortaggi tra cui spinaci, cavoli, melanzane, zucchine, zucche, cetrioli;
- tuberi tra cui patate e carote;
- legumi come piselli e fagioli;
- latte e yogurt;
- carni, pollo e pesce come tonno, merluzzo e dentice.4
Interventi medici per contrastare l’iperkaliemia includono:
- sospensione o sostituzione, se possibile, dei farmaci associati all'aumento del potassio;
- eliminazione del potassio in eccesso nel sangue attraverso somministrazione di diuretici, resine o, in casi estremi, tramite dialisi;
- somministrazione di altri elettroliti, tra cui il calcio o il sodio, o di farmaci come i Beta-2 agonisti come terapia adiuvante.
I trattamenti medici per l’iperkaliemia nelle persone in cura per cancro in genere funzionano rapidamente. Tuttavia, è fondamentale effettuare continui controlli dei livelli plasmatici di potassio, inizialmente con intervalli di 1-6 ore, e dopo il termine del trattamento ogni 4-12 ore. Solo una volta che i valori di potassio siano rientrati nella norma si può interrompere il monitoraggio frequente. Resta la necessità di effettuare regolari test ematici di controllo specialmente durante le terapie oncologiche.3
Fonti
- Health Direct, Potassium and your health
- Rosner MH, Dalkin AC. Electrolyte disorders associated with cancer. Adv Chronic Kidney Dis. 2014 Jan;21(1):7-17. doi: 10.1053/j.ackd.2013.05.005. PMID: 24359982.
- Associazione italiana di oncologia medica, Disordini elettrolitici, raccomandazioni per l’iter diagnostico-terapeutico nel paziente oncologico
- Health Direct, Foods high in potassium
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