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L’allergia alle graminacee è causata da una reazione eccessiva del sistema immunitario al polline che si libera nell’ambiente contestualmente alla fioritura di alcune piante, come le graminacee (es. orzo, segale, mais, frumento, orzo), che si verifica generalmente tra aprile e agosto.
Quando un soggetto allergico entra in contatto con questi pollini, il sistema immunitario riconoscendoli come elementi estranei e potenzialmente dannosi per l’organismo, innesca così una serie di reazioni di difesa. Questa risposta determina nel soggetto allergico la comparsa di una serie di sintomi, simili a quelli di un forte raffreddore che possono durare anche molti giorni e ripresentarsi periodicamente per tutto il periodo primaverile-estivo.
In questo articolo cercheremo di conoscere più a fondo diversi aspetti legati all’allergia alle graminacee.
L’apparato respiratorio è quello maggiormente interessato in caso di allergia alle graminacee. Infatti i sintomi più comuni sono:
Anche a livello degli occhi si possono manifestare alcuni sintomi, tra cui:
La sensazione di prurito alla lingua o al palato sono altri sintomi che possono comparire in alcuni soggetti allergici.
Naturalmente, ogni persona allergica alle graminacee può manifestare sintomi diversi con intensità e durata differenti. Più i sintomi sono severi, maggiore sarà il livello di malessere generale con un impatto negativo anche sullo svolgimento delle attività quotidiane e sulla qualità del sonno.
I soggetti con una allergia alle graminacee, spesso manifestano reazioni allergiche anche ad alcuni alimenti. Si parla in questi casi di allergie crociate. In queste persone si attiva infatti una risposta immunitaria nei confronti di alcune proteine (allergeni) che si trovano sia nei pollini delle graminacee sia in alcuni cibi, tra cui: anguria, melone, agrumi, pesca, albicocca, ciliegie, kiwi, frutta secca e pomodoro. Se ti interessa approfondire cosa mangiare in caso di allergia alle graminacee clicca questo link e vai l'articolo dedicato.
La maggior parte dei pazienti manifesta questa allergia alimentare correlata ai pollini in età adulta ed i sintomi possono essere variabili: da una orticaria (eruzione di bolle sulla pelle), all’ingrossamento delle labbra e della lingua (angioedema), fino ad una reazione allergica acuta che potrebbe essere potenzialmente letale (anafilassi).
È quindi importante che i soggetti allergici alle graminacee si rivolgano ad un medico allergologo per eventualmente eseguire alcuni test specifici per capire se vi sia una predisposizione ad una allergia alimentare. Tra gli esami possibili vi sono: prick test, RAST test e il dosaggio ematico delle IgE (anticorpi prodotti durante la reazione allergica).
Laddove venisse rilevata una allergia crociata, il medico suggerirà di intervenire ad esempio sulla dieta, evitando quei cibi che potrebbero innescare una reazione eccessiva del sistema immunitario.
La fioritura delle graminacee avviene tipicamente da aprile ad agosto, con un picco tra maggio e luglio. Quindi l’allergia si può prevalentemente manifestare in primavera e in estate.
In funzione della risposta immunitaria individuale, i sintomi possono persistere complessivamente diversi giorni (quasi due settimane), ma la fase acuta dura circa 48-72 ore.
Come abbiamo accennato, i sintomi possono essere molto fastidiosi e rendere difficile affrontare il lavoro, lo studio, le proprie attività e anche causare disturbi del sonno. Il confronto con il proprio medico di riferimento consentirà di individuare il trattamento migliore da seguire per ridurre e alleviare i sintomi. Tra i possibili trattamenti, troviamo farmaci decongestionanti, corticosteroidi, antistaminici (limitano la reazione allergica legata al rilascio di una molecola chiamata istamina).
Per le allergie oculari, si possono utilizzare specifici colliri per trattare l’infiammazione. Attualmente per alcuni pazienti viene valutato il vaccino sublinguale, quindi viene somministrata (sotto la lingua) una piccola quantità di allergene in modo che il sistema immunitario “impari” a reagire in modo controllato. Anche l’immunoterapia (che prevede la somministrazione di anticorpi) rappresenta una possibile opzione.
Essendoci molte opzioni di trattamento, è fondamentale rivolgersi ad un medico esperto, quindi l’allergologo.
La migliore strategia preventiva è quella di evitare il contatto con le graminacee, i pollini e tutte le sostanze che causano la reazione allergica.
Tuttavia, questo non è sempre possibile, ma si possono comunque seguire alcuni consigli per cercare di ridurre o minimizzare gli effetti dell’allergia:
Se si è a conoscenza di una allergia crociata, quindi se alcuni alimenti che scatenano allergia, è bene eliminare tali cibi dalla propria dieta.