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Il tumore è una delle patologie che può interessare la prostata, ossia la ghiandola - non presente nella donna - che nell’uomo produce una parte del liquido seminale e il secreto prostatico.
La funzione principale della prostata è quella di mantenere fluido il liquido seminale (liquido contenente gli spermatozoi) e costituire un ambiente favorevole per gli spermatozoi, contribuendo inoltre alla corretta funzionalità dell’erezione, della minzione e dell’eiaculazione.
Fattori quali l’età anagrafica, l’azione di alcuni ormoni come il testosterone o la predisposizione genetica possono influenzarne la fisiologia e determinare l’insorgenza di malattie.
Per il trattamento del cancro alla prostata sono previsti generalmente, oltre alla terapia farmacologica, due tipi di approccio: l’asportazione chirurgica e la radioterapia.
Questi possono essere effettuati singolarmente o in maniera integrata ma in tutti e due i casi esistono pro e contro.
In questo articolo approfondiremo in particolare:
1 Il tumore alla prostata: introduzione
2 Quale trattamento per il tumore alla prostata?
3 Asportazione chirurgica della prostata
4 Radioterapia per il tumore alla prostata
5 Principali effetti collaterali delle terapie per il tumore prostatico
6 Nuove terapie per il tumore alla prostata
7 Fonti
Il cancro alla prostata inizia quando le cellule della ghiandola prostatica iniziano a crescere senza controllo. Quasi tutti i tumori della prostata sono definiti adenocarcinomi e si sviluppano dalle cellule della ghiandola stessa.
Alcuni tumori alla prostata crescono e si diffondono rapidamente, ma la maggior parte cresce lentamente.
Il tumore alla prostata è uno dei più frequenti nell’uomo, circa il 20% di quelli riscontrati ogni anno. La sopravvivenza a seguito della terapia, fortunatamente, a oggi è molto alta.
Una volta che la diagnosi di tumore alla prostata viene confermata, il medico ed il team clinico multidisciplinare che ha in carico il paziente, stabilisce il percorso di trattamento ottimale. Oggi esistono diverse soluzioni terapeutiche che consentono di raggiungere benefici clinici rilevanti.
Il trattamento previsto in caso di carcinoma alla prostata dipende dallo stadio della malattia e dalla sua aggressività. Il medico oncologo, tramite l’esame della prostata, gli esami ematici e di diagnostica per immagini potrà valutare la gravità della neoplasia e quindi consigliare la terapia più adatta.
La valutazione avviene di solito attraverso l’attribuzione di un punteggio in base alla Scala di Gleason, che classifica oggettivamente il tumore in base al grado di sviluppo delle cellule tumorali prostatiche.
I trattamenti generalmente adottati sono l’asportazione chirurgica della ghiandola e la tumore.
Questi di norma sono abbinati all’uso di farmaci specifici, che possono comprendere anche la chemioterapia, o essere previsti entrambi nel percorso terapeutico.
Tra le altre opzioni troviamo anche la crioterapia (che sfrutta le basse temperature), l'ormonoterapia (per le forme tumorali sensibili agli ormoni), l'immunoterapia (che stimola il sistema immunitario ad aggredire le cellule tumorali) e la terapia a bersaglio molecolare (indicata in caso di mutazioni genetiche).
La valutazione che determina poi la scelta del trattamento tiene conto del grado della malattia, delle caratteristiche del paziente e soprattutto delle possibilità di guarigione con una valutazione costo/beneficio, avendo entrambi diversi effetti collaterali.
Quando possibile, ed in base alla valutazione dello stato di salute del paziente, il medico potrà scegliere l’approccio della “vigile attesa”, effettuando un monitoraggio frequente e aspettando l’evoluzione della malattia.
La rimozione chirurgica dell’intera ghiandola prostatica e dei linfonodi pelvici (cioè presenti a livello del bacino) è l’ opzione più invasiva tra le possibili terapie per il cancro alla prostata, ma anche la più efficace. Ricerche scientifiche condotte negli ultimi anni hanno confermato che la prostectomia (ovvero l'intervento chirurgico di rimozione della prostata) è generalmente associata ad un miglior tasso di sopravvivenza.
Solitamente l'intervento chirurgico vene poi abbinato ad un trattamento farmaologico.
La radioterapia usa radiazioni ionizzanti mirate alla distruzione delle cellule tumorali. L’obiettivo è quello di intervenire sul cancro senza ricorrere alla chirurgia, in base allo stadio della malattia e alla sua diffusione e in base al giudizio dell'oncologo e del chirurgo. È spesso utilizzata come parte del trattamento multimodale (con più trattamenti) per il cancro alla prostata anche dopo la rimozione chirurgica.
Essa può essere effettuata in due modalità:
Tutte le terapie per il tumore alla prostata hanno effetti collaterali, anche importanti.
L’asportazione chirurgica prevede un intervento di chirurgia maggiore (invasivo) che avrà quindi tutti gli effetti collaterali ad esso correlati. È importante che i pazienti che vanno incontro a questo tipo di intervento sappiano che esso precluderà l’eiaculazione, quindi la possibilità di avere figli in seguito all’operazione.
Per quanto riguarda invece gli effetti avversi della radioterapia, essi sono:
Negli ultimi anni nuove terapie sono in fase di studio e sembrano essere molto promettenti. Tra queste la crioterapia, i vaccini per la stimolazione del sistema immunitario contro il tumore, la HIFU (ultrasuoni focalizzati sul tumore) e i farmaci anti-angiogenici che, bloccando l’afflusso sanguigno al tumore, ne determinano la morte.
1 Tumore della prostata. ISSalute
2 Tumore della prostata. (Ultimo accesso 24.11.2021)
3 Linee Guida AIOM sul Carcinoma della Prostata, 2019
4 Treatment -Prostate cancer. (Ultimo accesso 24.11.2021)
5 Wallis CJD, Saskin R, Choo R, Herschorn S, Kodama RT, Satkunasivam R, Shah PS, Danjoux C, Nam RK. Surgery Versus Radiotherapy for Clinically-localized Prostate Cancer: A Systematic Review and Meta-analysis. Eur Urol. 2016 Jul;70(1):21-30.