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La cistite emorragica è un’infiammazione delle pareti interne della vescica che causa sanguinamento. Si tratta di una patologia rara, che può essere originata da infezioni alle vie urinarie, oppure essere un effetto collaterale di cure oncologiche. Si stima che il 10-30% dei pazienti trattati con specifici chemioterapici o sottoposti a radioterapia pelvica si ammala di cistite emorragica cronica.
Ecco cosa leggerai in questo articolo:
La cistite emorragica è una forma di cistite in cui sintomi classici, tra cui dolore e bruciore durante la minzione, si associano a presenza di sangue nelle urine (ematuria).
Si tratta di una patologia urologica rara, meno frequente rispetto alla cistite senza sanguinamento, che può essere acuta o cronica. Nel primo caso la causa più comune è un’infezione alle vie urinarie. La cistite emorragica cronica è, invece, una condizione ben nota ai medici, che colpisce pazienti oncologici trattati con chemioterapici o radioterapia, o persone che abbiano ricevuto un trapianto.1,2
La cistite emorragica è causata da un danno alla mucosa interna della vescica, per cui, sulle sue pareti interne si formano delle ulcerazioni da cui fuoriesce sangue in modo più o meno abbondante, sangue che poi confluisce nelle urine.
Questo danno può avere svariate origini e fattori di rischio. La principale distinzione si ha tra cause infettive e cause non infettive.
La cistite emorragica infettiva può dipendere da agenti infettivi diversi, ma è rara nella popolazione generale. Le infezioni virali delle vie urinarie sono più comuni nei bambini e nei soggetti con sistema immunitario indebolito (trapiantati di midollo osseo, malati di AIDS, malati oncologici). I principali virus responsabili della cistite emorragica sono il Polyomavirus BK, il Citomegalovirus e l’Herpes virus. La cistite emorragica può altresì essere di natura batterica, e in questo caso i microbi coinvolti nella sua eziopatogenesi sono l’Escherichia coli, lo Staphylococcus saprophyticus, il Proteus mirabilis e batteri della specie Klebsiella.
Infine, come accade anche per le altre forme di cistite, all’origine ci può essere un’infezione fungina, causata per lo più da funghi della specie Candida albicans, Cryptococcus neoformans e Aspergillus fumigatus.2 La vulnerabilità alle infezioni delle vie urinarie, in particolare casi di cistiti infettive ricorrenti, possono aumentare il rischio di sviluppare anche la cistite emorragica.
La cistite emorragica non infettiva è spesso una complicanza di cure oncologiche a base di chemioterapia o di radiazioni ionizzanti (radioterapia) che colpiscono direttamente o indirettamente la vescica. Nel primo caso, ad infiammare e ulcerare le pareti interne della vescica sono soprattutto due chemioterapici: la ciclofosfamide e l’ifosfamide. Entrambi vengono somministrati per la cura di molti tipi di tumori solidi e del sangue, tra cui linfomi e sarcomi, ma anche nella profilassi preparatoria dei trapianti di cellule staminali ematopoietiche, e hanno un effetto irritante sulla vescica.2,3
La cistite emorragica è poi una complicanza frequente (15-20% sul totale dei casi) nei pazienti trattati con radioterapia per tumori pelvici (delle vie urinarie, della prostata, della cervice uterina). In questi casi, la cistite emorragica si manifesta tardivamente, da un minimo di 90 giorni ad un massimo di dieci anni dopo la fine delle terapie.
Altri farmaci o sostanze chimiche tossiche che possono favorire l’insorgenza della cistite emorragica sono alcuni tipi di antibiotici (tra cui le penicilline) e di steroidi, coloranti come l’anilina, insetticidi e pesticidi come il clordimeformio e la toluidina ecc. Spesso l’esposizione ad agenti chimici irritanti ha ragioni professionali.
La cistite emorragica non infettiva è per lo più cronica o recidivante, e in rari casi è associata a malattie sistemiche genetiche o di natura autoimmune, come l’amiloidosi, la trombocitopenia, il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide e il morbo di Crohn. Infine, anche il cancro della vescica può dare come sintomo la cistite emorragica.1,2,3
La sintomatologia associata alla cistite emorragica è comune a tutte le forme di cistite e include:
A questi sintomi si associa l'ematuria, la presenza di sangue più o meno abbondante nelle urine che segnala la presenza di lesioni della mucosa della vescica. Le urine possono pertanto apparire da rosate e rosso scure, con presenza, o meno, di grumi di sangue.1,3
A seconda della gravità dell’ematuria, la cistite emorragica si può classificare in quattro stadi:
La presenza di sanguinamento modesto, così come di grumi di sangue, sono segnali di allarme che dovrebbero spingere a consultare il medico curante.
La cistite emorragica è una patologia urinaria, pertanto la sua diagnosi spetta allo specialista urologo. Nel casi in cui la malattia sia una complicanza di cure anti cancro, è importante anche il coinvolgimento dell’equipe oncologica che segue il paziente.
In ogni caso, per scoprire la causa scatenante della cistite emorragica e stabilire in tal modo come curarla, si procede al seguente iter diagnostico:
Il trattamento della cistite emorragica dipende dalle cause e dalla gravità dei sintomi. A volte, la cistite emorragica si risolve spontaneamente. Nei casi di cistite acuta infettiva, le terapie sono generalmente efficaci, risolvendo il problema rapidamente. Tuttavia, esistono casi rari di cistite emorragica intrattabile che tende a ripresentarsi.1,2,3
Andiamo con ordine e vediamo le diverse opzioni terapeutiche disponibili:
Non sempre si può prevenire la cistite emorragica. Tuttavia, è possibile proteggere la vescica dai danni che potrebbero essere causati da terapie oncologiche o ridurre il rischio di recidive attraverso le seguenti modalità:
Raramente la cistite emorragica causa danni gravi o permanenti, tuttavia, se non trattata o se particolarmente severa, può dare delle complicanze, tra cui:
I tempi di guarigione della cistite emorragica variano in base alla gravità. Le forme lievi si risolvono rapidamente, mentre le forme severe o resistenti ai trattamenti richiedono tempi più lunghi. Ad esempio, la cistite emorragica infettiva acuta risponde bene alla terapia farmacologica e si risolve in poco tempo. Nei casi di cistite non infettiva recidivante o causata da radioterapia pelvica, la remissione dei sintomi è possibile anche con la terapia conservativa.