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Ho sempre sopportato molto bene il dolore. Mi avevano già diagnosticato l’endometriosi, ma nonostante tutto continuavo ad allenarmi e a partecipare alle gare di karate. Quando mi hanno fatto il primo intervento, si sono accorti che la situazione era troppo grave e che non si poteva fare davvero più niente. Mi hanno chiesto come facessi a star in piedi. E pensare che il mese prima avevo partecipato ai campionati italiani di karate. Io mi allenavo, ma non appena mi fermavo piangevo: stavo malissimo.
Questo è l'inizio della nostra incontro con Marina. Abbiamo proseguito ponendogli le seguenti domande:
Ho scoperto di avere l’endometriosi quattro anni fa quando, a causa dei forti dolori mestruali, sono corsa al pronto soccorso. Inizialmente mi dimettevano e mi rispedivano a casa dicendomi che erano normali dolori da ciclo e che dovevo avere pazienza. Soltanto dopo aver fatto un’ecografia e degli esami del sangue hanno capito che si trattava di endometriosi.
Mi hanno consigliato di fare l'intervento ed io l'ho fatto, ma nonostante tutto non sono ancora riuscita a rimanere incinta e ho ancora l'endometriosi. Ogni mese temo che la malattia sviluppi sempre di più.
Vorrei avere figli. I medici mi hanno consigliato di recarmi presso il centro di fecondazione assistita del San Paolo a Milano. La probabilità di rimanere incinta con la tecnica della fecondazione assistita è del 30%. Quello che è più logorante è l’incertezza: il fatto che tutto questo iter non è detto che porti sicuramente a una gravidanza, data la bassa percentuale di successo. Cresci con l’idea che basti trovare l’uomo giusto per poi crearti la tua famiglia, invece non è sempre così. A volte la vita ti mette di fronte a qualcosa che non ti aspettavi, che non avevi previsto.
L’endometriosi è un mostro che va combattuto ogni giorno.
Cosa fai? Non vai più a lavoro perché stai male? Non puoi. Soprattutto perché questa malattia non è molto conosciuta, eppure non è molto diversa da un cancro. Sebbene la natura sia diversa, essa si allarga e si espande in tutto il corpo, ti condiziona l’esistenza.
Pochi capiscono. La maggior parte sono convinti che siano i soliti dolori da ciclo, che basta cambiare la dieta o rilassarsi. Per questo motivo non tutte ne parlano e per quanto tu possa essere ottimista e positiva, ci devi sbattere la faccia, la devi affrontare.
Ci sono momenti in cui perdo la fiducia, perché l’endometriosi è logorante, anche per la coppia in sé. Se un rapporto non ha basi solide, questa malattia rischia di insinuarsi a poco a poco nella vita coniugale. La soluzione è sempre e comunque la comunicazione, perché è l’unica maniera per abbattere un muro di incomprensioni.
Molte donne vivono l’endometriosi come se fossero loro ad essere il problema: sono loro ad essere malate e arrivano a convincersi che nella loro vita non ci sia o non ci possa essere altro. Io non dico di essere malata. Dico di avere una malattia, che è diverso.
Non voglio che la mia malattia diventi una scusa. Io sono Marina, sono un’insegnante di ginnastica, sono la moglie di Andrea…e ho l’endometriosi. Ognuno combatte la sua guerra. L’importante è chiamarla col suo nome e camminare sempre a testa alta.
Marina
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