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La meningite è una malattia caratterizzata dall’infiammazione delle meningi, ossia le membrane che proteggono il sistema nervoso centrale (che include cervello e midollo spinale) dall'azione di agenti patogeni oppure da traumi.
Sono diversi i microrganismi che possono causare la meningite: tra cui virus, batteri, funghi. La meningite batterica sebbene sia più rara rispetto a quella di origine virale, ha un decorso difficile che può comportare non solo danni invalidanti, ma anche la morte del paziente. Riconoscere tempestivamente i sintomi, consente di poter intervenire rapidamente con il trattamento antibiotico quanto prima possibile, limitando le conseguenze anche gravi associate alla meningite batterica.
Ad oggi sono disponibili diversi vaccini che rappresentano lo strumento di prevenzione principale.
Per un approfondimento sulla meningite batterica: Meningite: cos'è, diagnosi e cura.
In questo articolo approfondiremo:
1 Il quadro italiano
2 Le cause della meningite batterica
3 Come avviene il contagio
4 I fattori di rischio
5 Riconoscere la meningite batterica
6 Come intervenire in caso di possibile meningite
7 L'importanza della diagnosi precoce e del trattamento mirato
8 Qual è il decorso della malattia
9 Quali sono le eventuali conseguenze
10 Come prevenire e proteggersi contro la meningite
11 Fonti
L’incidenza annuale delle meningiti batteriche in Italia è di 2,5-6 casi per 100.000 abitanti, con un tasso di mortalità di circa il 14%.
Considerando i tre principali microrganismi responsabili della meningite batterica - Streptococco pneumoniae (pneumococco), Neisseria meningitidis (meningococco), Haemophilus influenzae tipo b (HIb)- è stata registrata un'incidenza della malattia di origine batterica inferiore rispetto alla media europea. In particolare, nel 2019, l’incidenza osservata per il meningococco e l'HIb è stata pari a 0,3, mentre per lo pneumococco è stata pari a 2,8 (su 100.000 abitanti).
In Italia, la diffusione delle meningiti batteriche è variabile tra regioni e le differenze sono indicativamente dovute alla diversa predisposizione della popolazione, ai meccanismi di trasmissione o a fenomeni di sottodiagnosi /sottonotifica.
Le tre immagini sottostanti sono relative al numero di casi notificati nel 2019 di malattia invasiva causata da meningococco, pneumococco ed emofilo per le regioni Italiane.
Nel 1994 è stato attivato nel nostro Paese un sistema di sorveglianza dedicato alle meningiti batteriche. Questo progetto si è ampliato nel 2007 andando ad includere tutte le malattie invasive da meningococco, pneumococco ed emofilo. Questo strumento consente di monitorare la trasmissione e la presenza della meningite batterica a livello nazionale, attuando strategie di sanità pubblica per prevenire il contagio.
I principali agenti patogeni che causano la meningite batterica sono:
Età del paziente | Batteri causanti la meningite |
Neonati e bambini piccoli | Gli streptococchi del gruppo B, in particolare Streptococcus agalactiae Escherichia (E.) coli Listeria monocytogenes |
Infanti più grandi, bambini e giovani adulti | Neisseria meningitidis Streptococcus pneumoniae Staphylococcus aureus* Haemophilus influenzae (raro nei Paesi sviluppati, a meno che sia poco utilizzata la vaccinazione per l' H. influenzae di tipo B) |
Adulti di mezza età | S. pneumoniae S. aureus* N. meningitidis (meno frequente rispetto ai soggetti più giovani) |
Anziani | S. pneumoniae S. aureus* L. monocytogenes Batteri Gram-negativi |
* Causa più frequente di meningite a seguito di una ferita penetrante
La trasmissione dei batteri responsabili della meningite avviene attraverso lo scambio di secrezioni o più frequentemente per via inalatoria. L’agente patogeno viene trasmesso dai soggetti infetti attraverso le gocce di saliva e muco emesse con tosse, starnuti o mentre si parla. Il batterio penetra nelle mucose nasali o nella faringe del soggetto sano causando così l’infezione.
Il contagio può avvenire anche tramite una ferita penetrante alla testa o dopo una procedura neurochirurgica. I luoghi affollati possono favorire la trasmissione da persona a persona del batterio responsabile della meningite.
Esistono diversi fattori i fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare la meningite. Ecco i principali:
Riconoscere i primi sintomi della meningite non è facile, poiché spesso i disturbi sono simili a quelli influenzali e spesso possono essere piuttosto generici (febbre, nausea, malessere).
In generale, si possono identificare tre sintomi che caratterizzano la meningite:
Da sottolineare che circa il 95% dei pazienti manifesta almeno due dei tre sintomi che caratterizzano la meningite. Solo il 41-51% dei pazienti mostra tutti e tre i sintomi e solo il 20-52% dei pazienti presenta comparsa di macchie rosso-brune (rush petecchiale), tipiche della meningite meningococcica.
Si possono manifestare altri disturbi, tra cui: scarso appetito, mal di testa, convulsioni, macchie rosse sulla pelle, rigonfiamento delle fontanelle nei più piccoli.
Identificare tempestivamente la meningite è essenziale e vitale: infatti, anche quando la diagnosi è precoce e adeguato trattamento, circa il 5-10% dei pazienti muore entro 24-48 ore dalla comparsa dei primi sintomi.
In caso i sintomi siano riconducibili ad una meningite o se le condizioni si aggravano rapidamente, è fondamentale rivolgersi immediatamente al medico o recarsi al pronto soccorso più vicino. I medici approfondiranno il quadro clinico, eseguiranno gli accertamenti diagnostici e in caso di sospetta meningite interverranno con l’opportuno trattamento per contenere i danni che la malattia può causare.
La diagnosi iniziale di meningite meningococcica può essere effettuata mediante esame clinico, quindi attraverso la valutazione di tutti i sintomi del paziente che giunge all’attenzione del medico.
Nei pazienti adulti, a volte, viene applicata dai medici una metodologia empirica ossia la valutazione dei segni di Kernig e Brudzinski che prende in esame l’incapacità del paziente di eseguire movimenti semplici e che risultano molto dolorosi nei soggetti con meningite.
Il sospetto diagnostico può essere confermato solo eseguendo una puntura lombare (rachicentesi) che prevede la raccolta e l’analisi del liquido spinale. I batteri a volte possono essere riconosciuti direttamente attraverso l’esame microscopico del liquido spinale.
La diagnosi è confermata dalla crescita dei batteri da campioni di liquido spinale o sangue o dalla reazione a catena della polimerasi (PCR). L'identificazione dei batterio responsabile della meningite è fondamentale per avviare un trattamento antibiotico mirato. Tuttavia, poiché la malattia può evolvere rapidamente e avere gravissime conseguenze, i medici possono optare per somministrare la terapia antibiotica, spesso combinata con corticosteroidi, anche prima della conferma della diagnosi, al fine di controllare la meningite e limitare i danni spesso irreversibili.
Nel caso di meningite da meningococco, per le persone che sono entrate in contatto con il soggetto infetto è prevista anche la profilassi, ossia un trattamento antibiotico preventivo.
Per la meningite batterica il periodo di incubazione varia tra 2 e 10 giorni. I sintomi si possono manifestare anche in forma lieve, ma peggiorano rapidamente. Il decorso clinico della meningite batterica può essere molto rapido e può portare al decesso in 24-48 ore. Nelle forme fulminanti, il decesso può avvenire anche in meno di 24 ore.
Intervenendo tempestivamente con il trattamento antibiotico, il tasso di mortalità per i ragazzi con età inferiore a 19 anni è di circa il 3%. Negli adulti il tasso di mortalità varia tra il 17% (soggetti con età inferiore a 60 anni) e il 37% negli over 60.
Rispetto alla meningite di origine virale, la forma batterica determina complicanze anche molto gravi.
La meningite batterica può provocare danni cerebrali, perdita dell'udito o difficoltà di apprendimento nel 10%-20% dei sopravvissuti. Altre complicanze sono: epilessia, disturbi dell’apprendimento, amputazione degli arti, cicatrici.
L'arma di prevenzione ad oggi ritenuta più efficace contro la meningite batterica è la vaccinazione. In Italia sono attualmente a disposizione differenti vaccini contro la meningite.
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