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Per sapere quando abbiamo la febbre occorre conoscere i valori entro i quali la temperatura corporea è considerata normale. La febbre è sintomo di diverse condizioni, per questo è importante sapere cosa si intende per rialzo febbrile e quando è il caso di preoccuparsi.
Ecco cosa troverai in questo articolo:
Sotto il profilo medico la temperatura del corpo umano considerata normale è di 37 °C, con un margine individuale di oscillazione pari a circa 0,5 °C.1
Questo significa che tutti i valori inclusi nell’intervallo 36.5-37.5 °C sono considerati normali e sono indice di equilibrio interno nelle funzioni di base dell’organismo (omeostasi) anche se, non necessariamente, questo indicatore ci dice che siamo in perfetta salute.
A mantenere stabile la temperatura corporea è la termoregolazione, un complesso meccanismo che dipende dal sistema nervoso, e in particolare dall’ipotalamo, che si trova nel cervello. Qui arrivano e vengono processati i segnali che giungono dai termorecettori, cellule nervose dislocate sulla pelle per captare la temperatura esterna, ma anche nell’intestino e nel midollo spinale per rilevare quella interna. La regolazione, quindi, avviene a livello cerebrale e ha lo scopo di preservare il calore medio che serve al corpo affinché tutti gli organi funzionino correttamente.1
Tuttavia, sono tantissimi i fattori individuali e ambientali che influenzano le variazioni della temperatura corporea e che agiscono sulla termoregolazione, ad esempio:
Tali fattori possono far alzare la temperatura del corpo tanto da dare l’impressione di avere la febbre, ma in realtà non vi è un’alterazione centrale della termoregolazione.
Sapevi che anche lo stress può alterare la termoregolazione? Ne parliamo nell’articolo: Febbre da stress: come identificare e curare la febbre psicogena?
Si considera febbre la temperatura del corpo che supera di 0,5°C il limite massimo dell’intervallo considerato normale, ovvero i 37,5 °C. Pertanto si parla di febbre quando la temperatura corporea raggiunge almeno i 38 °C.
Tuttavia, anche una temperatura inferiore rispetto ai 38 °C e superiore ai 37,5 °C può già indicare una condizione febbrile se non è transitoriamente causata da condizioni esterne o fattori fisiologici quali sforzo fisico. Il rialzo febbrile può essere pertanto classificato sulla base della sua maggiore o minore “lontananza” dalla temperatura normale media.
In base a questo criterio, avremo:
Attenzione: la febbre alta e l’ipertermia non sono la stessa cosa. Nel secondo caso, infatti, la termoregolazione resta inalterata, ma il calore corporeo sale in modo incontrollato.3 Si tratta quindi di una condizione estremamente grave che può essere gestita solo in regime di ricovero ospedaliero d’urgenza. Nel caso della febbre alta, invece, solo se le normali misure farmacologiche per farla abbassare non funzionano, o se si presentano altri sintomi preoccupanti quali difficoltà nella respirazione, confusione mentale, diarrea o vomito continui, o mal di testa con rigidità della nuca, occorre rivolgersi al medico prontamente.2,3
La febbre insorge a causa di quello che viene definito un “pirogeno”, un fattore che altera la termoregolazione a livello di ipotalamo e porta ad un aumento della temperatura.
Tale fattore nella maggior parte dei casi è un agente patogeno, ad esempio un virus o un batterio, che sta causando un’infezione. La febbre è un sistema di allerta per il sistema immunitario che è spinto ad attivare risposte che combattono ciò che sta minacciando il benessere dell’organismo.
Pertanto la febbre è un meccanismo evolutivo di difesa che si innesca automaticamente per proteggere il corpo, anche a costo di un grande dispendio di energie. Una temperatura interna elevata, infatti, ostacola la riproduzione di virus e batteri e consente al corpo di liberarsi dall’infezione e guarire.2,3
Una caratteristica della febbre è che generalmente non rimane costante durante l’arco della giornata. E’ noto che il rialzo febbrile è maggiore al pomeriggio e alla sera rispetto al mattino, tanto che si è osservato come le persone si rechino al pronto soccorso con febbre alta soprattutto nelle ore serali.
Ciò accade perché anche la febbre risponde ai ritmi circadiani dell’organismo. La temperatura corporea basale normale degli esseri umani non è stabile, ma tende ad essere un pochino più bassa al mattino, e ad aumentare nel corso della giornata, perché si riduce la quantità di cortisolo in circolo, l’ormone antinfiammatorio che produciamo naturalmente. I ritmi circadiani del corpo non cambiano quando abbiamo la febbre, pertanto è assolutamente normale che la temperatura sia più alta alla sera e che cali al mattino.4
La febbre varia leggermente in base all’età. Nei bambini, infatti, è più comune la febbre alta, mentre nelle persone over 65 che tendono ad avere una temperatura del corpo inferiore, la febbre alta è fenomeno raro.
In generale, la temperatura basale tende a diminuire man mano che si cresce, così i giovani hanno una temperatura media più alta delle persone mature, caratteristica che si conferma anche in caso di febbre.2 Partendo dall’età neonatale, vediamo quindi a quale temperatura si può parlare di febbre:
La febbre può essere definita elevata, e pertanto meritevole di attenzione medica nei seguenti casi:
Molti bambini possono avere un rialzo febbrile dopo aver fatto il vaccino, scopri perché nell’articolo Febbre post vaccino: perché viene e cosa fare?