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Il tumore al seno può svilupparsi anche nell’uomo, sebbene molto più raramente che nella donna. Anche dal tessuto mammario maschile, infatti, possono originarsi forme tumorali sia benigne che maligne. Per questo è importante saper riconoscere i sintomi del cancro al seno maschile così da intervenire tempestivamente.
Ecco cosa leggerai in questo articolo:
Sì. Circa l’1% del totale dei tumori al seno colpisce gli uomini. Una bassa percentuale, ma non tanto da non essere presa in considerazione.1 Il cancro alla mammella, infatti, è un tumore molto diffuso nella popolazione femminile, rappresentando di gran lunga la neoplasia più diagnosticata. Tuttavia, anche gli uomini hanno un seno, che seppur non si sviluppa perché non è questo il suo ruolo biologico, può comunque diventare sede tumorale.
Consideriamo che prima della pubertà, la struttura del seno nei maschi e nelle femmine è uguale. Nel bambino avremo quindi una piccola parte di tessuto mammario, consistente in pochi dotti galattofori posti sotto il capezzolo, che nel tempo continua, seppur poco, a svilupparsi. Anche i maschi, infatti, producono piccole quote di ormoni estrogeni.2
Nonostante questo, la scarsa consapevolezza nella popolazione maschile della possibilità che il proprio tessuto mammario possa essere colpito dal cancro peggiora la prognosi, perché si arriva molto tardi alla diagnosi. Una delle ragioni è di natura psicologica: molti uomini provano imbarazzo nel dover riportare ad un/a medico/a sintomi che sono percepiti come “femminili”. Eppure, se preso in tempo, il tumore al seno nell’uomo è oggi perfettamente curabile proprio come accade nel caso del carcinoma mammario femminile.1,2,3
Il sintomo principale di un tumore al seno nell’uomo è la presenza di una massa palpabile unilaterale non dolorosa. Altri sintomi tipici sono o possono essere:
A differenza di quanto accada nelle donne, la scoperta di una massa tumorale nel seno dell’uomo è più semplice. Intuitivamente, infatti, non essendo il seno sviluppato ed essendo povero di tessuto adiposo, qualunque neoformazione si può percepire facilmente. Meno frequentemente si può osservare una tumefazione dei linfonodi ascellari, o della zona della clavicola, anche senza altri sintomi più specifici di tumore al seno maschile.1,2 Nell’uomo il tumore maligno al seno più comune è il carcinoma duttale invasivo, che costituisce il 90% del totale delle diagnosi.
La forma più precoce di questo tumore, il carcinoma duttale in situ, viene scoperta con minor frequenza per la scarsa conoscenza del tumore al seno maschile, e una conseguente trascuratezza nello screening. Attenzione, la presenza di una massa palpabile al seno nell’uomo non è segno inequivocabile di tumore maligno. In alcuni casi può trattarsi di un nodulo benigno, ad esempio un papilloma o un fibroadenoma.1,2
Trovi tutti i possibili sintomi del tumore al seno nel nostro approfondimento “Come riconoscere il tumore al seno e i fattori di rischio”.
I fattori di rischio del tumore al seno nell’uomo sono simili a quelli femminili. In primo luogo abbiamo la familiarità alla malattia e la predisposizione genetica. Una diagnosi su cinque di tumore al seno maschile viene fatta su uomini nel cui nucleo familiare sono presenti altri casi di cancro mammario. Ereditare specifiche mutazioni genetiche, in particolare del gene BRCA2 e, in misura minore, del gene BRCA1, aumentano il rischio di ammalarsi di tumore al seno nel corso della vita.
Altro fattore di rischio è l’età, il tumore al seno colpisce più comunemente l’uomo over 65.2 Una condizione genetica rara chiamata sindrome di Klinefelter, che colpisce solo i maschi causando una produzione eccessiva di ormoni estrogeni, costituisce importante fattore di rischio del tumore al seno, aumentando da 20 a 60 volte le probabilità di ammalarsi rispetto al resto della popolazione maschile. Proprio l’esposizione agli ormoni estrogeni è una delle possibili cause del tumore al seno nell’uomo, specialmente se vi è un concomitante calo del testosterone.1,2
A tal riguardo, dovrebbero sottoporsi a screening regolari le persone nate con genitali maschili, che stiano seguendo l’iter di transizione di genere, perché questo percorso comporta l’assunzione di alte dosi di ormoni femminili. Ad oggi, sono ancora pochi gli studi sulle persone transgender relativamente al rischio che sviluppino tumori sensibili agli ormoni come il carcinoma mammario.
Altri fattori di rischio e potenziali cause di tumore al seno maschile sono:
Similmente a quanto accade per le donne, la diagnosi del tumore al seno nell’uomo prevede tre passaggi, che servono anche a valutare la tipologia e la stadiazione del cancro. Tali esami vengono anticipati dalla visita senologica, sempre necessaria in caso di sintomi sospetti. Vediamo come si procede:
L’esame bioptico consente di analizzare le cellule tumorali al microscopio e valutare la natura e la tipologia. Attraverso questi passaggi diagnostici l’oncologo/a possiede tutte le informazioni necessarie per stabilire il piano terapeutico per il trattamento del tumore al seno nell’uomo.1,2
I tumori al seno non sono tutti uguali, alcuni sono più aggressivi e letali di altri. Scopri di quali si tratta leggendo il nostro approfondimento “Tumori al seno tipologie e gradi di aggressività”
I trattamenti per il tumore al seno nell’uomo, così come per la donna, dipendono dalle dimensioni, dalla stadiazione e dalla tipologia del cancro. La soluzione elettiva è rappresentata dalla rimozione chirurgica seguita da terapia ormonale, chemioterapia o radioterapia se necessario. La mastectomia è sufficiente per tumori T1 e T2, di dimensioni non superiori ai 5 cm. Tumori più voluminosi (di grado T3 o T4) o infiltrati, con interessamento linfonodale, dopo la rimozione chirurgica prevedono un ulteriore trattamento radioterapico, chemioterapico o con farmaci biologici.
Una terapia adiuvante a base di tamoxifene è raccomandata prima o dopo la chirurgia, specialmente per i tumori al seno nell’uomo positivi ai recettori ormonali. Questa terapia si è dimostrata efficace anche nel ridurre il rischio di recidive.1,2
Chirurgia e terapia farmacologica curano la parte fisica del tumore al seno nell’uomo, ma esiste il fattore psicologico da considerare. Studi recenti dimostrano come il livello di stress negativo che segue la diagnosi di tumore al seno nell’uomo raggiunga livelli significativamente più alti che nelle donne. Per un uomo, infatti, avere una malattia “femminile”, viene vissuto come fonte di imbarazzo, di svalutazione, come un difetto di cui ci si deve vergognare. Un supporto psicologico in questi casi non solo può aiutare nel percorso di accettazione del tumore, ma anche migliorare l’aderenza alle terapie e, conseguentemente, la prognosi.3
Il tumore al seno avanzato è spesso metastatico. Ne parliamo nel nostro articolo “Tumore al seno metastatico: conoscerlo per affrontarlo”
La risposta è senza dubbio affermativa: di tumore al seno maschile si può guarire. Questa buona notizia, però, non deve portarci a sottovalutare un fattore che peggiora la prognosi proprio nell’uomo: il frequentissimo ritardo diagnostico. Pertanto le percentuali di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi variano tra il 40% e il 65% a seconda della tipologia e dello stadio del tumore.
Gli stessi dati ci dicono che non ci sono differenze nelle aspettative di vita dopo un tumore al seno negli uomini e nelle donne. Ciò che manca è una diffusa consapevolezza che questa forma tumorale possa colpire anche l’uomo, e che porta alla sottovalutazione dei sintomi fino alle estreme conseguenze.
La diagnosi precoce del tumore al seno ha dimezzato la mortalità, perché tutte le donne sanno che devono sottoporsi regolarmente a controlli di screening oncologico, e lo fanno. Le campagne di sensibilizzazione hanno puntato, in effetti, tantissimo sul cancro al seno come malattia di genere, usando il fiocchetto rosa come simbolo della malattia. A ciò si dovrebbe porre subito rimedio con campagne ad hoc sia destinate alla popolazione generale, che alla classe medica. Gli uomini devono sapere che possono ammalarsi di tumore al seno e che, se nella loro famiglia ci sono donne che hanno sofferto di questa malattia, anche loro sono più a rischio. Mai come nel caso del tumore, conoscenza fa rima con salvezza.3