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Non esiste ancora una cura definitiva per la vitiligine, malattia cutanea con forte impatto psico-sociale. I trattamenti disponibili hanno meccanismi d’azione diversi che mirano a ripristinare la vitalità dei melanociti. Ma una grande speranza arriva dalla ricerca e dalle nuove terapie farmacologiche che sembrano avere efficacia superiore a quelle tradizionali.
Ecco cosa troverai in questo articolo:
La cura della vitiligine si basa su trattamenti che vengono stabiliti dal/la dermatologo/a sulla base di criteri quali:
Lo scopo della cura è triplice: ripristinare il naturale pigmento cutaneo, impedire alle macchie bianche di ingrandirsi, prevenire la formazione di nuove macchie.
Prima di entrare nel merito delle terapie sperimentali di nuova generazione per la vitiligine, vediamo brevemente una panoramica delle cure convenzionali.1,2
Se, invece, vuoi informazioni approfondite, leggi la Scheda del Dizionario sulla vitiligine.
La terapia topica per la vitiligine si basa su farmaci con principi attivi diversi. In prima linea troviamo i corticosteroidi, indicati per la vitiligine localizzata, in fase iniziale e bilaterale. Risultano efficaci soprattutto i cortisonici più potenti di classe III e IV, tra cui il betametasone e il clobetasol propionato, da applicarsi sulle macchie una-due volte al giorno per un periodo di tempo non superiore ai quattro mesi consecutivi, per evitare effetti collaterali. Quando la vitiligine colpisce le zone delicate del corpo, come il viso o le pieghe, è preferibile applicare cortisonici poco potenti, di classe I o II.1
Altri farmaci topici che possono essere utilizzati da soli o in combinazione con i corticosteroidi, sono inoltre:
Lo scopo della fototerapia nella cura della vitiligine è quello di ripristinare il pigmento cutaneo stimolando la produzione naturale di melanina. Si basa sull'esposizione ai raggi UV a banda stretta per un tempo stabilito dal team medico. La vitiligine localizzata bilaterale o segmentale può essere trattata con la terapia laser a eccimeri, o con la microfototerapia, quest’ultima particolarmente raccomandata in età pediatrica. Meno efficace e con rischi maggiorati rispetto alla fototerapia semplice, è la PUVA, fotochemioterapia combinata con l’assunzione di psoraleni, agenti fotosensibilizzanti. Oggi la terapia PUVA non viene più inclusa tra i trattamenti di prima scelta per la vitiligine.1,2
I trattamenti farmacologici sistemici per la vitiligine vengono consigliati nei casi in cui si assiste ad una progressione rapida e severa della malattia. Come terapia tradizionale si prescrive in questi casi il prednisone orale, allo scopo di bloccare la formazione di nuove macchie bianche, sempre sotto supervisione medica per limitare potenziali effetti collaterali come i disturbi del sonno.2
Fa parte delle tecniche chirurgiche usate nella cura della vitiligine estesa e/o refrattaria alle terapie di primo intervento, purché stabile da almeno due anni. Il trapianto di melanociti ha l’intuitivo scopo di ripristinare il pigmento in più ampie porzioni di epidermide, e può essere eseguito con tecniche diverse:
Convivere con la vitiligine comporta la necessità di una cura quotidiana delle pelle che vada oltre il mero trattamento terapeutico. Allo stesso modo, è importante affrontare la vitiligine nei suoi risvolti psico-emotivi, trattandosi di una malattia caratterizzata da vistosi sintomi estetici. Vediamo le migliori strategie per gestire al meglio la vitiligine ad ogni livello.
La pelle di chi soffre di vitiligine è priva della naturale protezione della melanina. Ciò comporta un elevato rischio di scottature e danni cutanei dovuti alle radiazioni UV del sole.3,4 Inoltre, occorre tener presente quello che viene definito “fenomeno di Koebner”, ovvero la possibilità che eventi traumatici sulla cute, come le ustioni solari, possano favorire la comparsa di nuove macchie di vitiligine su parti di pelle prima sane.1
Ecco cosa fare per proteggere la pelle dal sole:
La copertura cosmetica quale trattamento per la vitiligine è un ottimo stratagemma per migliorare l’estetica della pelle e agire anche sull’autostima. Il camouflage è il tipo di make up indicato in questi casi, adatto a nascondere le macchie bianche sul viso. Si basa su correttori e fondotinta ad alto grado di coprenza che si trovano facilmente in farmacia e si possono scegliere in base alla propria carnagione di partenza. Stesso discorso per le creme e le lozioni colorate da applicare sul resto del corpo.3,4
La vitiligine è una malattia cronica che non mette in pericolo la salute generale, ma che può impattare in modo drammatico sulla vita quotidiana. Diversi studi dimostrano come chi si ammala di vitiligine sia più a rischio di sviluppare forme di ansia, con una prevalenza nella popolazione femminile.5 In alcune regioni del mondo, la vitiligine può addirittura diventare causa di emarginazione e segregazione sociale.1 Tuttavia, esistono molti strumenti per migliorare il proprio grado di accettazione della malattia e imparare a conviverci pacificamente. Ad esempio:
Buone, anzi ottime notizie arrivano sul fronte nuove terapie per la vitiligine. Diversi nuovi trattamenti farmacologici sono in fase finale di sperimentazione o sono stati appena approvati dagli organi di competenza. Vediamone una breve carrellata.
Negli ultimi anni le terapie sperimentali per la cura della vitiligine si sono soprattutto concentrate sul meccanismo della Janus chinasi implicato nel processo infiammatorio che porta alla distruzione dei melanociti. I farmaci JAK inibitori attualmente in fase di studio, agiscono selettivamente sui linfociti T diretti contro i melanociti, neutralizzandoli. Un nuovissimo farmaco in crema, il ruxolitinib, ha superato con successo la terza fase sperimentale negli USA, ed è pertanto stato approvato dalla FDA (la Federazione del farmaco statunitense) per una sperimentazione su larga scala. Il ruxolitinib topico, a base di JAK1/2 inibitori si è dimostrato molto efficace soprattutto nella re-pigmentazione del viso nel breve e nel lungo termine. Buoni risultati e ottima tolleranza di questo farmaco topico anche usato in combinazione con la fototerapia per vitiligine estesa a tutto il corpo.6,7 Il ruxolitinib è adatto a persone con più di 12 anni e una vitiligine non segmentale. Altri esempi di farmaci in sperimentazione per la cura della vitiligine con buone prospettive per l’immediato futuro sono:
La cura definitiva della vitiligine rappresenta una sfida straordinaria per la ricerca medica, che comporta un coinvolgimento attivo dei e delle pazienti. Ad essi viene rivolto un appello importante da parte dei/le dermatologo/e, affinché escano dall’ombra e stabiliscano un rapporto fiduciario con la classe medica. A tal fine, la Società italiana di Dermatologia e Malattie sessualmente trasmesse, SIDeMAST, ha lanciato una task force per la diagnosi precoce della vitiligine.
Quando prima, infatti, la malattia viene scoperta, tanto migliore può essere la prognosi. Inoltre quando la vitiligine è allo stadio iniziale, è più semplice “candidarsi” ai trial sperimentali per i nuovi farmaci. Infine, collaborare con il/la dermatologo/a di riferimento e compilare i test di autovalutazione sulla risposta alle terapie e sulla qualità di vita, è fondamentale per la raccolta dei dati e la condivisione in ambito medico.8 Più informazioni si hanno sulla genesi, sui fattori di rischio e sul decorso della vitiligine, più è facile per chi fa ricerca capire dove è utile investire le risorse in termini di sperimentazione farmacologica.