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La prevenzione è un pilastro fondamentale per la lotta contro al tumore al seno, la neoplasia più comune tra le donne italiane. Per questo, è fondamentale aumentare la consapevolezza sui fattori di rischio e l'adesione ai programmi di screening.
Ecco di cosa parleremo in questo articolo:
La causa precisa del tumore al seno non è ad oggi completamente chiara. Ci sono, però, delle evidenze scientifiche che dimostrano un'importante correlazione tra l'insorgenza del tumore e alcuni fattori di rischio, ossia dei fattori che possono aumentare il rischio che il tumore si sviluppi.
I fattori di rischio vengono distinti in:
La prevenzione primaria è un aspetto fondamentale per ridurre il rischio di sviluppare il tumore al seno. Consiste nell'adozione o nella modifica di stili di vita che sono considerati fattori di rischio modificabili. Ecco alcuni suggerimenti per la prevenzione primaria:
Seguendo queste semplici linee guida per la prevenzione primaria, è possibile ridurre significativamente il rischio di sviluppare il tumore al seno. Secondo il Codice Europeo contro il Cancro, seguire queste indicazioni consentirebbe di ridurre fino al 18% il rischio di sviluppare un tumore.
È importante ricordare che la prevenzione primaria dovrebbe essere adottata da tutte le donne, indipendentemente dall'età o dalla storia familiare di malattie. Prendersi cura della propria salute e adottare uno stile di vita sano è un investimento per il benessere a lungo termine.
La prevenzione secondaria è legata al concetto di diagnosi precoce. Infatti, per scoprire un eventuale tumore al seno in uno stadio iniziale è fondamentale seguire i programmi di screening ed effettuare i controlli raccomandati. Se la neoplasia, infatti, è scoperta quando è ancora molto piccola, vi sono ottime possibilità di guarire.
Vediamo insieme le visite e gli esami per la prevenzione secondaria del tumore al seno.
La visita senologica consiste in un esame completo del seno che viene effettuata dal medico senologo, con l’obiettivo di individuare o escludere la presenza di una patologia al seno. Le pazienti possono avere una malattia senologica già diagnosticata, oppure possono essere inviate dal proprio medico di famiglia laddove si sia rilevato un nodulo alla palpazione, siano presenti secrezioni dal capezzolo oppure stati infiammatori e/o dolenti a livello del seno.
Il medico senologo porrà alla paziente una serie di domande per meglio conoscere lo stato di salute, eventuali patologie pregresse o presenti, una possibile storia famigliare di tumore al seno o altre neoplasie, lo stile di vita e informazioni di tipo ginecologico (es. età della prima mestruazione e/o della menopausa, eventuali gravidanze, terapie ormonali). Il passaggio successivo è una valutazione clinica del seno attraverso l'osservazione del suo aspetto e tramite la palpazione.
In Italia, il Servizio Sanitario Nazionale offre a tutte le donne di età compresa tra i 50 ed i 69 anni lo screening mammografico, con l'esecuzione ogni due anni di una mammografia. Lo screening mammografico viene effettuato anche nelle donne che non hanno sintomi particolari con l'obiettivo di individuare e diagnosticare precocemente un eventuale tumore al seno. In alcune regioni, lo screening è offerto annualmente alle donne tra i 45 e 49 anni mentre in altre regioni possono aderire anche le donne fino a 74 anni.
La mammografia è un esame radiologico tuttora ritenuta il test più efficace di screening, per individuare noduli di dimensioni anche molto piccole che non sono apprezzabili alla palpazione. Secondo l’American Cancer Society la donna dovrebbe effettuare lo screening mammografico periodicamente e fino a che le sue condizioni di salute lo consentano o che abbia un'aspettativa di vista almeno di 10 anni. Quando il seno si presenta particolarmente denso (condizione frequente nelle donne più giovani) o nel caso in cui la mammografia abbia dato un esito dubbio, viene effettuata anche l'ecografia al seno.
Un importantissimo strumento di diagnosi e prevenzione è l’autopalpazione al seno che consente di individuare i tumori quando sono ancora di piccole dimensioni. È da eseguire periodicamente 4-5 giorni dopo il termine delle mestruazioni oppure subito dopo la loro cessazione. Durante il ciclo infatti potrebbero essere percepiti noduli al seno, che sono dovuti alla stimolazione della ghiandola mammaria da parte degli estrogeni. Tale condizione si risolve a fine ciclo.
L’autopalpazione può essere eseguita dalla donna a partire dai 20 anni di età, una volta al mese. In questo modo la persona può conoscere la struttura naturale del proprio seno e sarà più facile percepire i cambiamenti fisiologici ad esempio durante il ciclo mestruale oppure riconoscere quelle alterazioni che invece necessitano di una consulenza medica.
Per approfondire, puoi leggere il nostro articolo "Come riconoscere il tumore al seno."
Molto importante è anche conoscere se esiste una storia di neoplasia mammaria nella propria famiglia. Infatti, una percentuale minima di donne risultano essere portatrici di una mutazione nel gene BRCA (BR-breast CA-cancer), ossia uno dei geni coinvolti nel controllo della proliferazione cellulare e che, se mutato, predispone ad un maggiore rischio di sviluppare tumore al seno. Queste mutazioni sono in genere ereditarie, quindi possono trasmettersi tra le donne di uno stesso ramo famigliare.
Laddove vi siano in famiglia accertati casi di tumore al seno, la donna dovrebbe chiedere una consulenza presso centri specializzati, quindi effettuare il cosiddetto counseling genetico, dove un team multidisciplinare (genetisti, oncologi, psicologi, chirurghi) analizzeranno la storia famigliare della donna e valuteranno la necessità o meno di effettuare il test genetico per identificare possibili mutazioni dei geni BRCA. In caso di risultato positivo, tendenzialmente si propone con la chirurgia preventiva che comporta l’asportazione del seno. Per le donne che scelgono di non sottoporsi a tale intervento per la riduzione del rischio, le linee guida della European Society Medical Oncology (ESMO) consigliano:
In conclusione, adottare uno stile di vita sano, effettuare l’autopalpazione e partecipare ai programmi di screening sono gli strumenti chiave che ogni donna deve utilizzare per la prevenzione del tumore al seno.