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La prevenzione è un pilastro fondamentale per la lotta contro al tumore al seno, la neoplasia più comune tra le donne italiane. Per questo, è fondamentale aumentare la consapevolezza sui fattori di rischio e l'adesione ai programmi di screening.

Ecco di cosa parleremo in questo articolo:

  1. Conoscere i fattori di rischio per prevenire il tumore al seno
  2. Cos'è la prevenzione primaria?
  3. Cos'è la prevenzione secondaria? Screening e diagnosi precoce
    1. Visita senologica
    2. Esami strumentali
    3. Autopalpazione al seno
    4. Prevenzione genetica
  4. Fonti 

1. Conoscere i fattori di rischio per prevenire il tumore al seno

La causa precisa del tumore al seno non è ad oggi completamente chiara. Ci sono, però, delle evidenze scientifiche che dimostrano un'importante correlazione tra l'insorgenza del tumore e alcuni fattori di rischio, ossia dei fattori che possono aumentare il rischio che il tumore si sviluppi.

I fattori di rischio vengono distinti in:

  • fattori modificabili: sono ad esempio il sovrappeso legato ad un'alimentazione non equilibrata, la sedentarietà, il fumo, o il consumo eccessivo di sostanze alcoliche. Data la loro natura, i fattori modificabili possono essere contrastati con interventi di prevenzione primaria;
  • fattori di rischio definiti non modificabili: sono l’età, il genere, l’etnia e la predisposizione genetica. In particolare, nel tumore al seno le donne sopra i 50 anni e con una storia di malattia in famiglia hanno un maggiore rischio di sviluppare la neoplasia. In tal senso diventa fondamentale la prevenzione secondaria.

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2. Cos'è la prevenzione primaria?

La prevenzione primaria è un aspetto fondamentale per ridurre il rischio di sviluppare il tumore al seno. Consiste nell'adozione o nella modifica di stili di vita che sono considerati fattori di rischio modificabili. Ecco alcuni suggerimenti per la prevenzione primaria:

  • Evitare il fumo: il fumo di sigaretta, attivo e passivo, è un fattore di rischio per molti tipi di tumori, compreso il tumore al seno. Quindi, è importante smettere di fumare o evitare di iniziare, se non si è ancora fumatori;
  • Bere alcolici nei limiti considerati a basso rischio: l'alcol è considerato una sostanza cancerogena e l'abuso di alcol aumenta il rischio di sviluppare il tumore al seno. I dati suggeriscono che consumare circa tre bicchieri di alcolici al giorno aumenta il rischio di sviluppare cancro al seno fino al 50% rispetto a chi non consuma alcolici. È consigliabile, quindi, limitare il consumo di alcol e aderire alle linee guida per il consumo responsabile;
  • Praticare regolare attività fisica: l'attività fisica regolare ha numerosi benefici per la salute, inclusa la riduzione del rischio oncologico. L'attività fisica può aiutare a controllare il peso corporeo, a ridurre l'infiammazione nel corpo e a regolare i livelli di ormoni che possono contribuire allo sviluppo di tumori. È consigliabile dedicare almeno 150 minuti alla settimana all'attività fisica di intensità moderata. Ricorda che attività fisica non significa solo attività sportiva e che il movimento, anche di intensità moderata, si può introdurre nella vita quotidiana camminando, attraverso le faccende domestiche, o le attività della routine quotidiana; 
  • Seguire una dieta equilibrata: una corretta alimentazione è essenziale per mantenere il corpo in buono stato di salute. È consigliabile consumare una dieta ricca di cereali integrali, legumi, frutta e verdura, proteine magre e limitare il consumo di bevande alcoliche, zuccheri, cibi ad alto contenuto di grassi, carni rosse e processate. Una dieta non bilanciata può, oltre a ridurre l'efficienza del sistema immunitario,  causare l'aumento di peso, fattore che contribuisce alla produzione di ormoni che possono aumentare lo stimolo sulla ghiandola mammaria.

Seguendo queste semplici linee guida per la prevenzione primaria, è possibile ridurre significativamente il rischio di sviluppare il tumore al seno. Secondo il Codice Europeo contro il Cancro, seguire queste indicazioni consentirebbe di ridurre fino al 18% il rischio di sviluppare un tumore.

È importante ricordare che la prevenzione primaria dovrebbe essere adottata da tutte le donne, indipendentemente dall'età o dalla storia familiare di malattie. Prendersi cura della propria salute e adottare uno stile di vita sano è un investimento per il benessere a lungo termine.

 

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3. Cos'è la prevenzione secondaria? Screening e diagnosi precoce

La prevenzione secondaria è legata al concetto di diagnosi precoce. Infatti, per scoprire un eventuale tumore al seno in uno stadio iniziale è fondamentale seguire i programmi di screening ed effettuare i controlli raccomandati. Se la neoplasia, infatti, è scoperta quando è ancora molto piccola, vi sono ottime possibilità di guarire.

Vediamo insieme le visite e gli esami per la prevenzione secondaria del tumore al seno.

3.1 Visita senologica

La visita senologica consiste in un esame completo del seno che viene effettuata dal medico senologo, con l’obiettivo di individuare o escludere la presenza di una patologia al seno. Le pazienti possono avere una malattia senologica già diagnosticata, oppure possono essere inviate dal proprio medico di famiglia laddove si sia rilevato un nodulo alla palpazione, siano presenti secrezioni dal capezzolo oppure stati infiammatori e/o dolenti a livello del seno.

Il medico senologo porrà alla paziente una serie di domande per meglio conoscere lo stato di salute, eventuali patologie pregresse o presenti, una possibile storia famigliare di tumore al seno o altre neoplasie, lo stile di vita e informazioni di tipo ginecologico (es. età della prima mestruazione e/o della menopausa, eventuali gravidanze, terapie ormonali). Il passaggio successivo è una valutazione clinica del seno attraverso l'osservazione del suo aspetto e tramite la palpazione.

3.2 Esami strumentali

In Italia, il Servizio Sanitario Nazionale offre a tutte le donne di età compresa tra i 50 ed i 69 anni lo screening mammografico, con l'esecuzione ogni due anni di una mammografia. Lo screening mammografico viene effettuato anche nelle donne che non hanno sintomi particolari con l'obiettivo  di individuare e diagnosticare precocemente un eventuale tumore al seno. In alcune regioni, lo screening è offerto annualmente alle donne tra i 45 e 49 anni mentre in altre regioni possono aderire anche le donne fino a 74 anni.

La mammografia è un esame radiologico tuttora ritenuta il test più efficace di screening, per individuare noduli di dimensioni anche molto piccole che non sono apprezzabili alla palpazione. Secondo l’American Cancer Society  la donna dovrebbe effettuare lo screening mammografico periodicamente e fino a che le sue condizioni di salute lo consentano o che abbia un'aspettativa di vista almeno di 10 anni. Quando il seno si presenta particolarmente denso (condizione frequente nelle donne più giovani) o nel caso in cui la mammografia abbia dato un esito dubbio, viene effettuata anche l'ecografia al seno.

3.3 Autopalpazione al seno

Un importantissimo strumento di diagnosi e prevenzione è l’autopalpazione al seno che consente di individuare i tumori quando sono ancora di piccole dimensioni. È da eseguire periodicamente 4-5 giorni dopo il termine delle mestruazioni oppure subito dopo la loro cessazione. Durante il ciclo infatti potrebbero essere percepiti noduli al seno, che sono dovuti alla stimolazione della ghiandola mammaria da parte degli estrogeni. Tale condizione si risolve a fine ciclo. 

L’autopalpazione può essere eseguita dalla donna a partire dai 20 anni di età, una volta al mese. In questo modo la persona può conoscere la struttura naturale del proprio seno e sarà più facile percepire i cambiamenti fisiologici ad esempio durante il ciclo mestruale oppure riconoscere quelle alterazioni che invece necessitano di una consulenza medica. 

Per approfondire, puoi leggere il nostro articolo "Come riconoscere il tumore al seno."

3.4 Prevenzione genetica

Molto importante è anche conoscere se esiste una storia di neoplasia mammaria nella propria famiglia. Infatti, una percentuale minima di donne risultano essere portatrici di una mutazione nel gene BRCA (BR-breast CA-cancer), ossia uno dei geni coinvolti nel controllo della proliferazione cellulare e che, se mutato, predispone ad un maggiore rischio di sviluppare tumore al seno. Queste mutazioni sono in genere ereditarie, quindi possono trasmettersi tra le donne di uno stesso ramo famigliare.

Laddove vi siano in famiglia accertati casi di tumore al seno, la donna dovrebbe chiedere una consulenza presso centri specializzati, quindi effettuare il cosiddetto counseling genetico, dove un team multidisciplinare (genetisti, oncologi, psicologi, chirurghi) analizzeranno la storia famigliare della donna e valuteranno la necessità o meno di effettuare il test genetico per identificare possibili mutazioni dei geni BRCA. In caso di risultato positivo, tendenzialmente si propone con la chirurgia preventiva che comporta l’asportazione del seno. Per le donne che scelgono di non sottoporsi a tale intervento per la riduzione del rischio, le linee guida della European Society Medical Oncology (ESMO) consigliano:

  • esame clinico ogni 6-12 mesi a iniziare dai 25 anni di età (o comunque 10 anni prima dell’età del famigliare che ha avuto il tumore);
  • risonanza magnetica ogni 12 mesi;
  • mammografia ogni 12 mesi a iniziare dai 30 anni di età.

In conclusione, adottare uno stile di vita sano, effettuare l’autopalpazione e partecipare ai programmi di screening sono gli strumenti chiave che ogni donna deve utilizzare per la prevenzione del tumore al seno.

4.Fonti

  1.  I numeri del cancro in Italia 2020 AIRTUM, AIOM, SIAPEC-IAP.
  2. State of Health in the EU Italy. Country Health Profile 2019. OECD Publishing, Paris/European Observatory on Health Systems and Policies, Brussels.
  3. World Cancer Research Fund International
  4. Codice Europeo contro il Cancro
  5. Il cancro alla mammella. La Collana del Girasole. AIMAC, 2019.
  6. Ministero della Salute. Screening per il cancro del seno
  7. Linee guida neoplasie della mammella. AIOM (Associazione Italiana di Oncologia medica). Edizione 2020
  8. Associazione Italiana malati di Cancro. AIMAC
  9. Lauby-Secretan B, Scoccianti C, Loomis D, et al. Breast-cancer screening viewpoint of the IARC Working Group. N Engl J Med 2015;372(24):2353-8
  10. AIRC Guida ai Tumori, Tumore del seno
  11. Paluch-Shimon S, Cardoso F, Sessa C, et al; ESMO Guidelines Committee. Prevention and screening in BRCA mutation carriers and other breast/ovarian hereditary cancer syndromes: ESMO Clinical Practice Guidelines for cancer prevention and screening. Ann Oncol 2016;27(5): v103-10

Dott.ssa Chiara Mossali

Autore

Dott.ssa Chiara Mossali

Medical writer e consulente in ambito healthcare. Laureata in Biotecnologie. Esperienza nell’ambito della ricerca di laboratorio e nella ricerca clinica. Da circa 10 anni mi occupo di comunicazione e consulenza nel settore healthcare curando progetti e contenuti per medici e pazienti.