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La diagnosi della candidosi, o infezione da Candida, può essere effettuata attraverso diverse metodologie a seconda della localizzazione dell'infezione. Ricevere una corretta diagnosi di candidosi è importante per iniziare tempestivamente il trattamento e limitare così il rischio che l’infezione si espanda. Nell’articolo tutti gli step per una diagnosi certa di questa infezione fungina.
L’iter diagnostico per la diagnosi di candidosi parte con la raccolta della storia clinica e dei sintomi riportati dal/la paziente. In alcuni casi, i sintomi della candidosi, quali rossore, bruciore e forte prurito in caso di micosi genitale o strie bianche e prurito in caso di micosi orale, sono piuttosto tipici ma possono comunque essere dovuti ad altre condizioni che devono essere escluse dal personale medico.
L’esame clinico segue l’anamnesi e consiste nella valutazione ad occhio nudo delle aree del corpo colpite dai sintomi laddove siano visibili come, ad esempio, accade nel caso della candida orale, genitale o cutanea. In altri casi, come ad esempio per la candida dell’apparato gastrointestinale o sistemica, potrebbero essere necessari approfondimenti più invasivi.
Nel caso in cui il/la curante, o lo/a specialista, voglia confermare la diagnosi di candidosi si eseguirà l’esame microscopico e colturale di un campione prelevato con un tampone dalla zona affetta come la bocca, la pelle o le mucose genitali.
L’esame microscopico permette l’osservazione diretta al microscopio del materiale biologico prelevato. In parallelo, si può eseguire il cosiddetto germ-tube test che permette, osservando lo sviluppo di strutture microscopiche tubulari, di distinguere con specificità la Candida albicans da altri microrganismi.
L’esame colturale, invece, prevede il trasferimento del materiale biologico su piastre contenenti sostanze importanti per lo sviluppo della candida. La positività per l’infezione sarà confermata a seguito della crescita delle spore del fungo dopo alcuni giorni.
Attenzione: la Candida è un microrganismo spesso presente nel corpo umano anche in condizioni di salute. Pertanto la positività, in assenza di sintomi, potrebbe essere ritenuta normale e non richiedere ulteriori trattamenti.
A proposito di trattamenti, leggi anche “Candida e fermenti lattici: servono?”
Nel caso in cui il personale medico, sulla base dei sintomi, ipotizzi un’infezione da Candida esofagea, respiratoria o all’apparato gastrointestinale è possibile che venga richiesta un’endoscopia combinata ad una biopsia. Questo esame permette di ottenere un campione da sottoporre al microscopio per un esame istopatologico attraverso l’inserimento di una sonda nella cavità dell’organo colpito. La diagnosi, anche in questo caso, si basa sulla presenza del fungo nel campione. Dato che l’endoscopia è un esame invasivo è possibile che venga prima suggerito un trattamento con antimicotici per valutare se i sintomi migliorano.
Gli esami del sangue per la candida vengono eseguiti principalmente nell’ipotesi di una candidosi invasiva o sistemica, rara in soggetti altresì sani. In questo caso, è possibile eseguire un esame colturale del sangue prelevato e, contemporaneamente, test per rilevare la presenza di proteine (es. (1.3)beta-D-glucano, mannano, o antigeni anti-mannano) o materiale genetico della Candida.
Può la candida essere trasmessa per via sessuale? Scopri di più leggendo il nostro articolo “Candida e rapporti sessuali: sintomi, prevenzione e gestione”.