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I reni filtrano costantemente il sangue per eliminare le scorie metaboliche, tra cui i prodotti di scarto del metabolismo di molti farmaci di uso comune. L’assunzione di questi farmaci, pertanto, richiede una certa cautela soprattutto in quelle circostanze in cui i reni non hanno piena funzionalità, come nel caso dell’insufficienza renale. Ma quali sono i medicinali che è meglio evitare se si soffre di insufficienza renale? Scopriamolo insieme.
Ecco cosa troverai nell’articolo:
Diverse tipologie di farmaci possono influire negativamente sulla funzionalità dei reni. Per questo motivo, devono essere evitati, o assunti sotto stretta supervisione medica, in caso di insufficienza renale.
I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono una classe di farmaci in grado di ridurre l'infiammazione, di lenire il dolore e di abbassare la febbre. Per questo, i FANS sono tra i farmaci più utilizzati anche senza prescrizione medica.
Gli antinfiammatori non steroidei bloccano la sintesi di molecole che causano infiammazione nei tessuti, come le prostaglandine. Le prostaglandine, però, inducono anche vasodilatazione con conseguente aumento di flusso sanguigno ai reni.
Quando queste molecole vengono bloccate dall’azione dei FANS, anche l’apporto di sangue ai reni diminuisce, causando danni aggiuntivi al tessuto già compromesso dalla malattia renale. Come conseguenza, possono verificarsi effetti collaterali come ritenzione di liquidi e aumento della pressione sanguigna (ipertensione). Per lo stesso motivo, l’utilizzo dei FANS, in determinate circostanze o modalità di utilizzo, può aumentare il rischio di insufficienza renale acuta anche in persone con fattori predisponenti o altresì sane.
In caso di malattia renale è, quindi, consigliabile evitare l’assunzione, soprattutto in dosi elevate, di medicinali come ibuprofene, naprossene, diclofenac, aspirina. Una valida alternativa può essere il paracetamolo, che ha azione antidolorifica ed antifebbrile senza provocare danni ai reni. Ricordiamo però che, in presenza di malattia renale, è necessario sempre consultare il/la medico/a prima di assumere qualsiasi farmaco.1,2
Gli antibiotici sono farmaci che combattono le infezioni batteriche. Molti antibiotici vengono eliminati dai reni e, per questo, possono aumentare il rischio di insufficienza renale, soprattutto in pazienti anziani o affetti da malattia renale cronica. Gli antibiotici che provocano più frequentemente danni renali sono vancomicina, aminoglicosidi e beta-lattamine. Questi farmaci dovrebbero perciò essere evitati da chi soffre di problemi ai reni, o assunti esclusivamente dopo un’attenta valutazione medica.3
L’ipertensione arteriosa è uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza della malattia renale cronica. L’aumento incontrollato della pressione, infatti, può danneggiare irreversibilmente i vasi sanguigni renali, compromettendone la funzionalità.
In caso di malattia renale, quindi, una terapia antiipertensiva è spesso necessaria per bloccare la progressione del danno. Alcuni studi, tuttavia, hanno osservato una possibile correlazione tra una tipologia di farmaci ipertensivi, i calcio-agonisti diidropiridinici, e l’aumento del danno renale. Anche l’associazione tra più farmaci antiipertensivi, o tra questi medicinali e gli antinfiammatori, provoca un peggioramento della malattia renale: andrebbero, quindi, assunti solo in caso di assoluta necessità e sotto la supervisione del/la nefrologo/a.4,5
Alcuni farmaci utilizzati per patologie psichiatriche possono essere tossici o dannosi per i reni. In particolare alcuni antidepressivi o stabilizzatori dell’umore, come la fluoxetina, il litio, la selegilina e l’amitriptilina (utilizzata anche contro alcune forme di dolore cronico) dovrebbero essere evitati in caso di malattia renale cronica o assunti al dosaggio minore possibile.
Ad esempio, il litio, farmaco di elezione per la gestione del disturbo bipolare, può causare una produzione abbondante di urina o aumentare la sensazione di sete, andando ad affaticare ulteriormente reni già non adeguatamente funzionanti. In generale, quindi, anche l’assunzione dei farmaci attivi sul sistema nervoso centrale deve essere strettamente supervisionata dallo specialista.6
Alcune classi di farmaci non sono sempre controindicate in caso di insufficienza renale, ma il loro utilizzo necessita di particolari cautele. Vediamo insieme quali sono.
I farmaci diuretici sono molecole in grado di aumentare la produzione e l’escrezione di urina, e vengono utilizzati quando è necessaria l’eliminazione di un eccesso di liquidi come, ad esempio, in caso di ipertensione ed edema. In presenza di insufficienza renale essi devono essere sempre utilizzati con cautela, per non affaticare ulteriormente i reni o provocare ulteriori danni con il rischio di causare uno squilibrio di liquidi corporei o elettroliti.4,5
Gli anticoagulanti orali, utilizzati per prevenire il rischio di formazione di coaguli di sangue (trombi), vengono eliminati dai reni. Per questo motivo loro utilizzo deve sempre essere preceduto da un controllo della funzionalità renale: se essa è gravemente compromessa gli anticoagulanti sono controindicati, mentre in caso di insufficienza renale di grado lieve o moderato è possibile seguire una terapia anticoagulante sotto costante monitoraggio della funzione renale.7
Il diabete è una delle cause più frequenti di malattia renale cronica. Una gestione ottimale del diabete è necessaria per rallentare la progressione del danno renale, ma è importante che la terapia sia sempre monitorata e adattata in base al livello di funzionalità renale, dato che uno stadio avanzato di insufficienza renale può provocare alterazioni nel funzionamento dei farmaci per il diabete e provocare gravi effetti collaterali.8
Gli inibitori della pompa protonica, come ad esempio l’omeprazolo e il lansoprazolo, sono farmaci comunemente utilizzati per l’acidità di stomaco o la gastrite. Generalmente ben tollerati, questi farmaci possono essere dannosi per i reni se utilizzati a dosaggi elevati e per periodi prolungati. Devono, quindi, sempre essere utilizzati con cautela e sotto supervisione medica.9
Anche quando i reni sono sani e la loro funzionalità è intatta, alcune tipologie di farmaci possono metterne a rischio la salute provocando danni diretti o indiretti. Nella maggior parte dei casi, tali medicinali non sono di per sé pericolosi per i reni di un soggetto sano, ma possono diventare tossici quando assunti ad alto dosaggio, per un periodo di tempo prolungato oppure in associazione con altre sostanze.
Tra i farmaci che, in determinate condizioni, possono causare danni ai reni in persone altresì sane, troviamo:
Per questo motivo, è sempre importante, anche quando si assumono farmaci da banco, farlo sotto la supervisione del/della medico/a di fiducia, informandolo in caso di altre terapie in corso, e seguendo le indicazioni su dosi e tempi di assunzione.10
La gestione quotidiana della terapia per l’insufficienza renale cronica può essere piuttosto impegnativa. Ecco, 5 consigli per supportare pazienti e caregiver in questa attività:
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