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Comprendere il periodo finestra dell’HIV è fondamentale per capire come interpretare i risultati dei test HIV. Il mancato rispetto del periodo finestra può, infatti, portare a conseguenze gravi per la salute.
Ecco cosa troverai in questo articolo:
Il "periodo finestra" dell'HIV (virus che causa l’AIDS) è l’arco di tempo che intercorre tra l'infezione e il primo momento in cui questa può essere rilevata dai test.
Durante il periodo finestra, una persona può essere stata infettata dall'HIV, ma i test standard possono risultare negativi. Tale fenomeno accade perché, durante questo periodo, l'HIV si replica attivamente all'interno del corpo, ma non sono ancora stati prodotti anticorpi sufficienti per essere rilevati dai test sierologici.1
La rapidità con la quale vengono prodotti gli anticorpi in risposta al virus e la “quantità” di particelle virali che vengono trasmesse durante il contagio (carica virale) sono estremamente caso-specifiche. Per questo, la durata del periodo finestra dell'HIV varia da persona a persona. Generalmente va da alcune settimane a diversi mesi. T
Nessun test HIV è in grado di rilevare la presenza di un’infezione da HIV direttamente dopo l’esposizione.
Perchè un test sia attendibile, è necessario attendere la fine del periodo finestra, che varia considerevolmente in base alla tipologia di test HIV utilizzato:
In termini generali, per sapere se si è stati infettati/e con il virus HIV, è consigliabile eseguire un test HIV rapido a partire da circa tre settimane dopo il presunto contatto a rischio, ripetendo l’eventuale risultato, negativo o positivo, a distanza di tre mesi dall’esposizione. Consultare un professionista della salute può essere di aiuto per decidere quando e quale test sia più idoneo svolgere.
Se si ignora il periodo finestra e, ad esempio, si esegue un test HIV subito dopo il contatto a rischio, si rischia di avere un risultato falso negativo. Infatti, potrebbe essere che ci si sia effettivamente infettati con il virus, ma che sia troppo presto perchè un eventuale test HIV dia un risultato positivo. Nel caso ci sia il dubbio di aver contratto l’HIV, può essere utile mantenere la pelle sotto controllo. Talvolta, gli sfoghi cutanei possono essere il primo sintomi di infezione come descritto nel nostro articolo su HIV e rash cutaneo.
Ignorare il periodo finestra ed ottenere, quindi, risultati inattendibili è pericoloso per la salute, in quanto causa un ritardo nella diagnosi e nel ricorso al trattamento. Inoltre, se una persona ha effettuato un test durante il periodo finestra e riceve un risultato negativo, ma in realtà è infetta, potrebbe continuare a comportarsi come se fosse negativa all'HIV. Questo aumenta il rischio di trasmettere il virus ad altre persone, tramite comportamenti a rischio come rapporti sessuali non protetti, condivisione di materiale d'iniezione (come siringhe) con altre persone o sesso orale.1,3 Nel caso una personaabbia il dubbio di aver avuto un comportamento a rischio, può sempre rivolgersi al medico per ricevere la profilassi post-esposizione, che può proteggere dall’infezione.
Un ritardo nella diagnosi può inoltre favorire la progressione da infezione HIV ad AIDS, una patologia molto severa ed impattante per la qualità di vita del paziente. Sin dalla sua scoperta, negli anni 70 (leggi il nostro approfondimento sui 10 film iconici sull’AIDS), la ricerca scientifica si è attivata per trovare una cura. Ad oggi, però, non esiste una terapia che cura l’AIDS, ma sono disponibili trattamenti che permettono ai pazienti di avere una buona qualità di vita. Infinte, ulteriori sforzi si stanno concentrando sulla formulazione di un vaccino per HIV.