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Sebbene l’anoressia maschile abbia numeri inferiori rispetto a quella femminile è comunque in aumento tra i giovanissimi con un preoccupante abbassamento dell’età di esordio. L’anoressia rientra tra i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione e causa gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale, ma con le giuste terapie si può guarire.
Ecco cosa scoprirai leggendo questo articolo:
Solo il 10% delle persone che ricevono una diagnosi di questo disturbo alimentare appartiene al genere maschile. In Italia, le stime più recenti ci dicono che lo 0,5-1% della popolazione maschile soffre di anoressia o bulimia, con un trend in crescita e un’età di insorgenza sempre più bassa, dovuti all’impatto negativo su tutte le patologie mentali della pandemia da Covid-19 e del lockdown.1
Altri studi però, suggeriscono che i Disturbi della Nutrizione dell’Alimentazione, nei quali rientra l’anoressia nervosa, siano sottostimati per quanto attiene alla diffusione tra gli uomini e, difatti, recenti dati a livello globale suggeriscono che la proporzione tra uomini e donne di incidenza dell’anoressia dovrebbe essere attualmente di 4:1 e non più di 9:1, con una diffusione della malattia al maschile pari allo 0,1-0,3% della popolazione mondiale. Nel mondo circa il 25% del totale delle diagnosi di anoressia nervosa riguarda gli uomini.2
In generale, la reale diffusione di anoressia, bulimia e degli altri disturbi alimentari tra gli uomini, così come le differenze con cui si manifestano nel genere maschile, hanno iniziato ad essere studiati in modo approfondito solo di recente. Per troppo tempo, infatti, i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione sono stati considerati malattie “delle donne”, con gravi conseguenze in termini di ritardi diagnostici e terapeutici sui malati maschi.2,3
I criteri diagnostici basati sui sintomi dell’anoressia nervosa non differiscono tra uomini e donne. Per entrambi i sessi, infatti, la malattia si presenta con i seguenti segni che devono essere sempre presenti:
L’anoressia nervosa negli uomini presenta delle peculiarità rispetto a quella femminile relativamente agli scopi per cui viene perseguita e mantenuta. Se, infatti, le ragazze aspirano ad ottenere un aspetto emaciato, i ragazzi desiderano piuttosto raggiungere una migliore definizione muscolare “asciugando” il corpo dalla massa grassa. In entrambi i casi, oltre alla restrizione calorica, gli specifici obiettivi estetici vengono ottenuti anche attraverso l’esercizio fisico intenso, maniacale. Mentre le ragazze desiderano un addome piatto, i maschi mirano alla classica “tartaruga”.
Sebbene gli studi sull'anoressia maschile siano pochi, appare evidente che il modello estetico di riferimento si presenta come ben distinto per i due generi secondo quelli che sono i criteri di bellezza maschile e femminile presenti nella moda.4
La bigoressia e l’ortoressia sono disturbi alimentari meno diffusi rispetto ad anoressia e bulimia, ma considerati prevalenti negli uomini, sebbene comunque trasversali. Si tratta di due patologie particolarmente insidiose perché “mascherate” da comportamenti salutisti, e non facilmente riconoscibili dai sintomi.
La bigoressia, o anoressia inversa, si potrebbe definire come dipendenza da attività fisica. Colpisce soprattutto maschi giovani che frequentano le palestre allo scopo di ottenere un corpo scolpito, con muscoli perfettamente definiti.
Anche in questo caso, parliamo di un disturbo mentale, quindi, di un comportamento che va ben oltre la passione per lo sport e il desiderio di apparire in forma. Gli uomini che soffrono di bigoressia e associano gli intensissimi allenamenti a diete iperproteiche e non di rado all’assunzione di integratori e anabolizzanti. Le conseguenze sulla salute nel breve e nel lungo termine possono essere molto pesanti, comportando alterazioni metaboliche, osteoporosi e infertilità.5
L’ortoressia è un disturbo alimentare che si distingue perché l’attenzione ossessiva di chi ne soffre non è diretta alla quantità di cibo ingerita, bensì alla sua qualità in termini di genuinità, freschezza e di “purezza”.
L’ortoressico si mostra quindi maniacale nella selezione dei cibi e nelle loro modalità di preparazione, tanto che l’acquisto dei generi alimentari e l’organizzazione dei pasti diventano le principali preoccupazioni della giornata. L’uomo ortoressico è talmente convinto che la sua salute e la sua forma fisica dipendano dalla sua dieta, da sviluppare sensi di colpa se non può avere il controllo completo della sua alimentazione. Per questo può isolarsi e compromettere la sua vita familiare e relazionale, oltreché il suo equilibrio mentale.6
L’anoressia nervosa è una malattia multifattoriale, che si sviluppa nei maschi per cause in parte sovrapponibili a quelle femminili, ma con caratteristiche proprie. Ad esempio, nell’uomo, soprattutto in età preadolescenziale e adolescenziale, all’origine della rigida restrizione calorica e dell’ossessione per cibo e peso, vi è il fortissimo desiderio di uniformarsi ad un modello ideale di bellezza maschile muscolare spesso esaltato sui social come Instagram.
Questa ossessione per la forma del corpo e per il vedersi non adeguati a questo prototipo (dismorfia muscolare), porta a purgarsi, allenarsi in modo compulsivo, e ridurre drammaticamente l’introito calorico che sfocia nell’anoressia nervosa. Alcune categorie maschili particolarmente a rischio di ammalarsi di anoressia nervosa sono:
La diagnosi dell’anoressia nervosa e del suo livello di gravità sia nei maschi che nelle femmine, spetta in prima istanza al/la pediatra o al/a MMG. I criteri diagnostici si basano sugli effetti fisici della restrizione calorica e, quindi, sulla misurazione degli indici antropometrici tra cui:
A questi esami fisici e biochimici si associa una valutazione generale dei sintomi della malnutrizione sotto il profilo psicologico e comportamentale attraverso test e questionari, o attraverso conversazioni guidate. Va chiarito che linee guida diagnostiche dei disturbi alimentari per quanto riguarda i soli maschi non sono al momento state definite e, in generale, pediatri/e e medici/e di famiglia sono meno preparati a riconoscere l’anoressia maschile, anche perché i sintomi spesso appaiono meno evidenti.
L’IMC nei maschi, specialmente nell’anoressia lieve o iniziale, è in genere più elevato rispetto a quello femminile secondo i limiti considerati normali per età. Nelle ragazze l’amenorrea costituisce un importante sintomo di anoressia, nei maschi non esiste un corrispettivo biologico altrettanto valido, ma si considerano fattori quali blocco della crescita, anemia, calo della libido e delle pulsioni sessuali.7
Una volta che ci siano evidenze sufficienti di un’anoressia nervosa maschile, lo/a specialista di riferimento diventa lo/a neuropsichiatra.
Assolutamente sì. Sia i maschi che le femmine possono guarire completamente dall’anoressia nervosa anche grave se trattati con approccio olistico da un’equipe multidisciplinare composta da: neuropsichiatri/e, nutrizionisti/e, psicologi/e, endocrinologi/e. In Italia esistono centri di eccellenza per la cura dei disturbi alimentari con presa in carico totale della persona malata. Le terapie includono:
Il percorso di uscita dall’anoressia nei maschi non è lineare, né semplice. Possono volerci anni, con tanti stop and go. Ma una cosa è certa: dai disturbi alimentari si può guarire completamente.2,3,4,7
Il ruolo dei familiari, in particolare dei genitori, nel riconoscimento dell’anoressia nei figli maschi, e nel supporto di cura una volta ricevuta la diagnosi, è cruciale. Madri e padri di figli minori possono rivolgersi autonomamente al/a MMG o al/a pediatra non appena abbiano il sospetto che il loro figlio abbia un disturbo alimentare e chiedere una valutazione immediata senza il consenso informato. Stesso discorso se ci si rivolge direttamente ai centri/ambulatori specializzati nella riabilitazione nutrizionale dei ragazzi con anoressia nervosa. Se ci si accorge che il proprio figlio è caduto nella spirale drammatica dell’anoressia, occorre intervenire subito affidandosi alle indicazioni mediche.
Nel frattempo, è opportuno: