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L’allergia ai crostacei è tra le più diffuse allergie alimentari specialmente in età adulta. In questi casi, l’ingestione anche di minime quantità di crostacei può essere pericolosa per la salute. Nell’articolo come riconoscere questa particolare allergia, e cosa fare per affrontarla nel migliore dei modi.
L’allergia ai crostacei fa parte delle allergie alimentari e si presenta quando il sistema immunitario identifica come dannose alcune sostanze contenute in questi prodotti ittici. Dopo l’ingestione anche di una minima quantità di crostacei, vengono rilasciati specifici anticorpi detti immunoglobuline (IgE), che causano sintomi infiammatori da lievi a severi.
Come accade in tutti i casi di allergia, si tratta di un “errore”, perché in realtà nei crostacei, così come negli altri cibi allergizzanti, non sono contenute sostanze davvero pericolose per la salute.
Le allergie alimentari costituiscono l’8% di tutte le allergie. Di questo 8%, il 13% soffre di allergia ai crostacei e/o molluschi. Si tratta, quindi, di una delle allergie alimentari più diffuse, ma nel 60% dei casi si manifesta in età adulta, probabilmente perché difficilmente i crostacei vengono consumati in età infantile.1,2
Nell’ allergia ai crostacei la reazione allergica si può manifestare dopo pochi minuti fino a qualche ora dall’ingestione, con sintomi da lievi a molto gravi tra cui:
La reazione più grave che può essere determinata dall’allergia ai crostacei è l’anafilassi, che può avere esiti fatali se non si interviene con tempestività. Sintomi di shock anafilattico sono:
La reazione anafilattica può verificarsi subito dopo aver ingerito i crostacei, con un peggioramento rapidissimo dei sintomi. Proprio perché potenzialmente rischiose per la vita, le allergie alimentari, a differenza di quanto accade nelle intolleranze, impongono un’attenzione medica immediata con monitoraggio dei segni fisici in caso di ingestione involontaria dell’allergene.1,3,4
Nelle allergie alimentari, come quella ai crostacei, la reazione immunitaria viene causata dall’ingestione di specifiche sostanze proteiche, gli allergeni, contenute nei cibi e percepiti come nocivi. Nei crostacei questa sostanza è probabilmente la tropomiosina, presente anche nei molluschi e in alcuni insetti, ma è probabile che esistano altri allergeni ancora da identificare. Si tratta di una proteina stabile al calore, che quindi non viene distrutta dalla cottura del prodotto alimentare.
Le persone allergiche ai crostacei possono avere una concomitante allergia ai molluschi, mentre è più raro trovare persone allergiche ai soli molluschi. Tra i crostacei che possono causare sintomi allergici si annoverano:
In molti casi le persone allergiche ai crostacei non hanno problemi con i molluschi di mare, è però prudente evitare di farne scorpacciate, anche perché esiste un pericolo di tossicità da contatto. Spesso nei ristoranti e nelle aziende di confezionamento del pesce, crostacei e molluschi possono contaminarsi l’un l'altro per contiguità, o perché cotti e conservati nelle stesse pentole o macchinari.
Tra i molluschi si annoverano:
Sebbene chiunque possa diventare allergico ai crostacei, tra i principali fattori di rischio di questa allergia alimentare si annoverano:
Conosci l’allergia all’istamina? Ne parliamo nell’articolo “Allergia all’istamina: vera allergia o intolleranza?”
Diagnosticare un’allergia alimentare come quella ai crostacei non è semplice. I test e le analisi sono diversi e non sempre danno la certezza della diagnosi. Ecco tutti i passaggi:
Nei casi in cui i test non abbiano dato risultati univoci, ma di fronte ad evidenti sintomi di allergia o intolleranza alimentare, l'allergologo/a può prescrivere come metodo diagnostico empirico la dieta ad eliminazione associata al diario alimentare. Questa dieta consiste nell’astensione totale dal consumo dei cibi sospettati di causare i sintomi allergici, in questo caso i crostacei e i prodotti che possono contenerli anche in minime quantità, per 2-4 settimane. Nel diario si annotano i segni fisici conseguenti a tali modifiche alimentari. Trascorso il lasso di tempo stabilito, si reintegra l’alimento per osservare le reazioni fisiche nei tempi e nelle modalità di insorgenza.2
La gestione di un’allergia alimentare prevede l’evitamento dell’allergene. In caso di allergia ai crostacei, occorre pertanto eliminare dalla dieta tutti i prodotti ittici che rientrano in questa categoria, ma anche prestare attenzione agli allergeni occulti. Questi possono essere presenti in alimenti innocui, ma nei quali sia presente la sostanza allergizzante in minime quantità tra gli ingredienti di preparazione della pietanza.
Esempi di alimenti sia freschi che confezionati o surgelati, che possono contenere tracce di crostacei sono:
Attenzione anche a non toccare crostacei o a contaminare altri piatti con crostacei o preparati che ne contengano neppure se li si cucina per altre persone.
Importante:
Sebbene possa apparire sfidante, convivere con un’allergia alimentare è possibile e non impone particolari rinunce. I comportamenti prudenziali dovranno essere massimi in viaggio, nei paesi stranieri dove la regolamentazione delle etichette alimentari è diversa, e in generale sempre quando si mangia fuori di casa.
Per questo è importante prestare attenzione ogni volta che si fa la spesa, chiedere se necessario al proprio/a allergologo/a di fiducia esattamente come individuare gli allergeni nelle etichette, e quando si può avere il sospetto di allergeni occulti. Nei casi dubbi, evitare quei cibi e orientarsi verso qualcosa che sicuramente non creerà problemi di allergia.
L’allergia ai crostacei è una condizione a vita. Prima si impara a conviverci, meglio è. Le alternative alimentari altrettanto gustose e gratificanti per il palato non mancano.3,4