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Le allergie alimentari interessano circa il 3-6% della popolazione generale con sintomi da lievi a molto gravi. Per evitare qualunque rischio, occorre riconoscerle e intervenire eliminando i cibi allergizzanti dalla dieta. 

Nell’articolo tutto quello che serve sapere per diagnosticare e gestire un’allergia alimentare nei bambini e negli adulti. 

Indice

  1. Cosa sono le allergie alimentari?
  2. Sintomi delle allergie alimentari
  3. Cause delle allergie alimentari
  4. Diagnosi delle allergie alimentari
  5. Gestire l’allergia alimentare nella vita di tutti i giorni

Allergeni alimentari

1. Cosa sono le allergie alimentari?

Le allergie alimentari sono reazioni avverse del corpo all’ingestione di cibi specifici. Si verificano quando il sistema immunitario erroneamente identifica come nociva una o più  proteine alimentari e innesca sintomi infiammatori che possono essere lievi o drammatici.

Le allergie alimentari non vanno confuse con le intolleranze alimentari, che sono causate da meccanismi diversi. L’allergia ha sempre una causa immunitaria e può mettere a rischio la vita. L'intolleranza, invece, è determinata da difficoltà digestive, dovute spesso alla carenza di alcuni enzimi necessari per metabolizzare specifiche sostanze alimentari. Per questo non è letale come può esserlo l’allergia. Puoi approfondire l’argomento leggendo l’articolo Allergia o intolleranza: quali sono le differenze? 

Per avere una crisi allergica può bastare una minima quantità dell’alimento a cui si è allergici, per questo è importante conoscere le proprie allergie alimentari e comunicarle agli altri.

Le allergie alimentari sono abbastanza diffuse soprattutto nell’infanzia, tanto che circa il 6% dei bambinə sperimenta almeno una reazione allergica a cibi o bevande nei primi tre anni di vita. Sebbene meno di frequente, le allergie alimentari possono insorgere a qualunque età.1,2

2. Sintomi delle allergie alimentari

I sintomi di un’allergia alimentare variano a seconda degli organi interessati dalla reazione infiammatoria. Anche il loro grado di gravità può variare da lieve a debilitante o persino rischioso per la vita. Sulla base della tipologia delle  manifestazioni fisiche, i sintomi delle allergie alimentari si classificano in:

  • gastrointestinali, frequenti soprattutto in età pediatrica, che causano: diarrea, vomito, feci “grasse” o con sangue, ritardo nella crescita e scarso aumento di peso, irritabilità;
  • cutanei, con la comparsa di dermatite atopica, o eczema atopico, che colpisce circa il 30% dei bambini/e con allergia alimentare. Un sintomo cutaneo lieve di allergia alimentare è la dermatite periorale, un’infiammazione della bocca causata soprattutto dal contatto con farmaci, gomme da masticare, burro cacao o persino dentifricio. Sintomi cutanei più gravi sono: orticaria acuta e angioedema, quest’ultimo è un gonfiore sottocutaneo diffuso che interessa soprattutto il viso e la gola;
  • respiratori, i meno comuni. Crisi respiratorie di tipo asmatico da allergia alimentare si presentano in circa il 10% dei casi.

Generalmente i sintomi, sia lievi che più gravi, si manifestano entro le due ore dall’ingestione dell’alimento percepito come nocivo. In rari casi, la reazione può essere talmente violenta da causare uno shock anafilattico, che si manifesta con difficoltà respiratorie crescenti fino al totale blocco del respiro e perdita di conoscenza. Si tratta di una condizione rapida nella sua evoluzione, che richiede un intervento medico salvavita immediato.1,2,3 

Dermatite da allergia alimentare

3. Cause delle allergie alimentari

Non sono del tutto chiare le cause delle allergie alimentari. Quello che sappiamo è che esiste una base genetica e una familiarità che incide in modo importante sulla probabilità di sviluppare un’allergia alimentare. Inoltre, le persone che hanno altri tipi di allergie, ad esempio ai pollini delle piante, sono più a rischio di allergia ai cibi. Un esempio tipico sono le allergie crociate

In generale, ciò che si è osservato è che le allergie tendono a sommarsi nelle persone predisposte, pertanto in questi casi sostanze proteiche presenti in alcuni alimenti possono scatenare una crisi allergica. I cibi che più comunemente causano reazioni allergiche in età infantile sono:

  • latte vaccino;
  • uova;
  • arachidi;
  • altra frutta secca;
  • pesci;
  • soia.

Alimenti comunemente allergizzanti negli adulti sono:

  • arachidi;
  • noci;
  • pesci;
  • crostacei;
  • frutta e verdura;
  • cereali.3

4. Diagnosi delle allergie alimentari

Per arrivare alla diagnosi certa di allergia alimentare è necessario seguire alcuni passaggi. Il primo step comporta una visita medica allergologica con esame fisico dei sintomi e anamnesi. In questa fase l’allergologo/a raccoglie informazioni importanti tra cui il tempo che trascorre tra l’assunzione dei cibi potenzialmente allergizzanti e la comparsa delle reazioni fisiche, o la quantità di cibo necessaria per scatenare i sintomi. Dopo un’indagine di questo tipo, è già possibile intuire quali siano gli alimenti che il corpo percepisce come nocivi, e anche il grado di severità dell’allergia. 

Per confermare la diagnosi e identificare con precisione gli allergeni alimentari servono test specifici tra cui:

  • skin prick test, un test di reazione cutanea che si pratica iniettando una goccia di estratto industriale di uno o più allergeni sull’avambraccio, allo scopo di isolare quello che causa l’allergia;
  • prick by prick, test cutaneo simile al precedente, con la differenza che la goccia di allergene inoculata deriva da un estratto fresco di cibo, per lo più di origine vegetale;
  • atopy patch test, usato soprattutto in età pediatrica, quando i sintomi dell’allergia alimentare si manifestano in ritardo, quindi non subito dopo l’ingestione. Comporta l’applicazione sulla pelle della schiena di cerotti imbevuti di allergene, che vengono lasciati agire per 48 ore prima di essere rimossi. In questo modo è possibile valutare reazioni allergiche a lenta comparsa;
  • test sierologico dalle IgE specifiche, un test del sangue che si esegue in laboratorio provocando un legame tra allergeni e specifici anticorpi (immunoglobuline E);
  • test di provocazione orale o labiale dell’allergene, allo scopo di indurre una reazione allergica. Dal momento che questo test può causare reazioni anche severe, va effettuato in ambito ospedaliero;
  • dieta a eliminazione, utile se i test precedenti sono stati negativi o poco specifici, a fronte di sintomi allergici cutanei o gastroenterici sempre presenti. Si effettua semplicemente eliminando il cibo sospetto per 2-4 settimane e osservando le reazioni, anche usando un diario alimentare su cui annotare i risultati giorno per giorno.3 

Questo complesso iter diagnostico ha lo scopo di arrivare ad una certezza di diagnosi dell’allergia alimentare, e di identificare con precisione tutte le sostanze alimentari che causano la reazione immunitaria avversa. 

Sapevi che esiste l’allergia all’istamina? Ne parliamo nell’articolo “Allergia all’istamina: vera allergia o intolleranza?

Controllo etichette per allergeni alimentari

5. Gestire l’allergia alimentare nella vita di tutti i giorni

La gestione dell’allergia alimentare è specificamente di natura comportamentale. Ciò che serve, e in genere è sufficiente alla remissione dei sintomi, è

  • l'eliminazione totale dell’alimento in cui è presente l’allergene. Va specificato che in taluni casi, soprattutto se parliamo di allergie alimentari al latte, alla soia, alle uova o al frumento in neonatə e bambinə, possono risolversi con la crescita. Ciò avviene in circa il 20% dei casi. Le allergie ai crostacei e alla frutta secca tendono invece a perdurare nel tempo. 
  • l'educazione alimentare: bambinə devono sapere a quali cibi sono allergici ed essere in grado di controllare le etichette dei prodotti alimentari quando diventano abbastanza grandi da poterlo fare. Stesso discorso al ristorante, con il controllo scrupoloso degli allergeni prima di consumare qualunque pietanza. 
  • avere sempre a disposizione un kit anti allergico d’emergenza in caso di ingestione accidentale dell’allergene che include dosi iniettabili di epinefrina e antistaminici e/o cortisonici. Oltre a questo, la persona allergica dovrebbe portare con sé un’allerta medica in cui siano specificati i cibi a cui è allergica e cosa fare in caso di ingestione e conseguente shock anafilattico.1,2 

Fonti

  1. Cleveland Clinic, Food Allergies 
  2. Lopez CM, Yarrarapu SNS, Mendez MD. Food Allergies. [Updated 2023 Jul 24]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK482187/
  3. Ministero della Salute, Allergie alimentari e sicurezza del consumatore 

Dott.ssa Paola Perria
Autore

Dott.ssa Paola Perria

Giornalista e medical writer, si occupa, da oltre dieci anni, di contenuti divulgativi per il web focalizzati su sanità, alimentazione, stile di vita e benessere con un taglio inclusivo.