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L’enteropatia celiaca o celiachia è una malattia cronica infiammatoria dell’intestino tenue, ad origine autoimmune, che viene scatenata dall’ingestione di glutine nei soggetti predisposti.
Il glutine è un complesso proteico contenuto in molti cereali (es. frumento, segale, orzo, farro, kamut, ecc.).
L’Italia è l’unico paese in Europa e nel mondo che da alcuni anni prevede un rimborso mensile, sotto forma di buoni spesa, per i pazienti celiaci che abbiano ottenuto il codice di esenzione per la malattia.
Ecco come funziona:
I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è obbligato a fornire alla cittadinanza dietro minimo compenso (ticket) o gratuitamente, grazie alle risorse pubbliche che derivano dalla fiscalità generale, le tasse.
Nel 2017 è stata completata la revisione dei LEA e sia la celiachia che la dermatite erpetiforme sono state inserite tra le malattie croniche invalidanti e non più tra le malattie rare.
Questo perché i dati epidemiologici hanno evidenziato come non esistano più i presupposti statistici per considerare la celiachia una malattia rara, colpisce infatti una persona su 100.
Questo riconoscimento consente agli assistiti di poter usufruire, in regime di esenzione, di tutte le prestazioni sanitarie necessarie al monitoraggio della malattia e delle sue complicanze, per cercare di prevenire eventuali aggravamenti.
Il codice di esenzione per la celiachia è 059.
In seguito al sospetto di malattia, il paziente intraprende un percorso diagnostico con dei test appositi che lo porterà alla determinazione o meno della diagnosi di celiachia. A questo punto, in caso di esito positivo, sarà sufficiente presentare una certificazione di malattia redatta da uno specialista del SSN alla ASL di competenza per ottenere l’attestato di esenzione.
Il suggerimento è quello di informarsi con il proprio medico relativamente alla procedura da seguire che potrebbe avere differenze in base al servizio sanitario regionale.
Il celiaco, dopo aver ricevuto la diagnosi, deve seguire per tutta la vita un percorso di follow-up che prevede alcuni esami di controllo annuali tramite i quali è possibile verificare l’aderenza alla dieta per la celiachia, nonché l’eventuale insorgenza di altre malattie autoimmuni o di alterazioni metaboliche.
È inoltre prevista una visita medica specialistica con intervista dietetica e, ogni due anni, il dosaggio degli anticorpi anti-transglutaminasi. Si tratta di anticorpi che l'organismo produce in reazione alla presenza del glutine a livello intestinale dei soggetti con celiachia; il suo dosaggio consente di capire se la malattia è ancora presente nonostante la dieta che sarà avviata.
Tutti questi esami saranno gratuiti per il paziente solo dopo che l’esenzione sarà entrata in vigore e non vi rientreranno quindi i precedenti esami necessari alla diagnosi.
Inoltre, grazie all’assegnazione del Codice di Esenzione 059, è possibile ricevere un contributo mensile per l’acquisto di prodotti senza glutine.
Ogni Regione sceglie autonomamente le modalità e i tempi dell’erogazione dei buoni spesa che possono essere in formato cartaceo, da ritirare periodicamente presso la ASL, o in formato digitale. Alcune Regioni utilizzano la tessera sanitaria, altre una tessera elettronica dedicata.
Non è possibile utilizzare i buoni in una Regione diversa dalla propria.
I tetti di spesa mensile, previsti dall’Allegato del DM 10 agosto 2018, sono i seguenti:
Fascia d'età | Limiti mensile maschi (€) | Limite mensile femmine (€) |
6 mesi-5 anni | 56 | 56 |
6-9 anni | 70 | 70 |
10-13 anni | 100 | 90 |
14-17 anni | 124 | 99 |
18-59 anni | 110 | 90 |
≥ 60 anni | 89 | 75 |
Fonte: Allegato del DM 10 agosto 2018
Sì ma i buoni spesa possono essere spesi unicamente presso:
Purtroppo in alcune Regioni solo le farmacie sono abilitate all’uso dei buoni spesa.
Non è possibile spendere i buoni spesa all’estero ma, in caso di trasferimento temporaneo è possibile richiedere di accedere all’assistenza sanitaria del Paese ospitante.
Più precisamente la persona che si trasferisca all’estero (Europa, nello spazio SEE e in Svizzera) potrà ricevere assistenza sanitaria al pari di un cittadino di quel Paese, purché prima della partenza abbia richiesto alla ASL italiana di appartenenza, e ottenuto, il modello S1 (modulo che consente di iscriversi all'assistenza sanitaria e beneficiare di tutte le prestazioni mediche nel caso in cui si viva/lavori in un paese dell'Unione Europea e non i Italia). Qualora sia necessario trasferire la propria residenza all’estero si perderà, per tutto il previsto periodo di permanenza, il diritto al supporto del Medico di Medicina Generale in Italia.