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10' di lettura

La celiachia è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino tenue di origine autoimmune, che si scatena dopo l’ingestione di glutine (contenuto in molti cereali come frumento, segale, orzo, farro, kamut, ecc.) in soggetti predisposti.  La celiachia può presentarsi in ogni momento della vita di un individuo e sotto diverse forme: sintomatica e asintomatica (o silente). Esiste una pillola per la cura?

Il glutine è un complesso proteico contenuto in molti cereali (es. frumento, segale, orzo, farro, kamut, ecc.).1

Ad oggi l’unica terapia approvata per l’enteropatia celiaca è la dieta senza glutine, ma sono molti i filoni di ricerca aperti per sviluppare  terapie farmacologiche in grado di curare questa patologia oppure di limitare il danno causato dal glutine qualora assunto anche involontariamente

Proviamo in questo articolo ad approfondire alcuni aspetti importanti.

1    Esistono delle pillole anti-celiachia?
2    Terapie alternative: dove sta andando la ricerca?
3    Frumento OGM
4    Terapie enzimatiche

1. Esistono delle pillole anti-celiachia?


Attualmente l'unico trattamento disponibile per un paziente celiaco è una dieta rigorosamente priva di glutine. La dieta può essere però molto costosa e troppo impegnativa per alcuni pazienti che non riescono ad aderire perfettamente all’indicazione terapeutica. Di conseguenza l'intestino non guarisce completamente e continua a soffrire di sintomi (per conoscere i sintomi specifici per i bambini vai qui) e alterazioni

In ogni caso, la contaminazione è uno dei fattori che mette maggiormente a rischio la salute di ogni persona affetta da celiachia

Sono attualmente in fase di sviluppo terapie farmacologiche con la speranza di ridurre il peso della convivenza con la celiachia, migliorare il benessere a lungo termine ed evitare le complicanze. Ad oggi purtroppo non esistono ancora terapie approvate per il trattamento della celiachia.

Esistono inoltre alcuni integratori alimentari che contribuiscono all'eliminazione del glutine ad esempio quando viene ingerito anche accidentalmente dal paziente celiaco. Questi integratori sono in grado di scindere gran parte del glutine a livello dello stomaco evitando così che arrivi nel duodeno (parte dell'intestino). Naturalmente, l'uso di tali integratori deve accompagnarsi sempre alla dieta "gluten-free" e deve essere concordato con il proprio medico e va valutato in base alla gravità della propria malattia.

Pillola celiachia

 

2. Terapie alternative: dove sta andando la ricerca? 

In un’intervista realizzata nel luglio del 2021 il Professor Ludvig M. Sollid, Ordinario di Immunologia all’Università di Oslo in Norvegia, e il collega Knut E. A. Lundin, Gastroenterologo della stessa Istituzione, hanno spiegato quale sia l’attuale orientamento della ricerca sulla celiachia

È dagli anni ’80 che i due Professori si dedicano alla ricerca sulla malattia celiaca e in particolare sulla terapia farmacologica, per cercare di capire come migliorarne la gestione da parte del paziente, evitando così che insorgano complicazioni.

Nell’ambito dell’intervista a Sciencenorway.no dello scorso anno è emerso che negli ultimi tempi sono circa 30 le aziende farmaceutiche che hanno lavorato intensamente per sviluppare una pillola o un vaccino contro la malattia e ora uno di questi studi, condotto a livello europeo, è oggi più che mai vicino all'obiettivo. 

Questo trial di ricerca clinica ha testato, dando ottimi risultati preliminari, una pillola che riesce a inibire l'enzima transglutaminasi, principale responsabile della reazione autoimmune che determina poi i danni intestinali tipici della celiachia.4 

Questa nuova terapia sembra molto promettente, ma sarà necessario aspettare ancora qualche anno per comprendere se sia davvero efficace, solo successivamente potrà essere approvata e commercializzata.

Persona che prende una pillola

3. Frumento OGM 

Una ricerca recente ha tentato di rispondere alla domanda: l’aumento delle diagnosi di celiachia può essere correlato all’introduzione del grano OGM (Organismo Geneticamente Modificato)? 

Molti studiosi avanzano infatti l’ipotesi che i due eventi siano collegati, ritenendo che nel frumento OGM il contenuto di glutine sia maggiore

I ricercatori che hanno avviato numerosi studi in proposito affermano di non aver trovato prove evidenti di un aumento del contenuto di glutine nel frumento prodotto negli Stati Uniti durante il 20° secolo e se c'è stato davvero un aumento della celiachia durante la seconda metà del secolo, non sembra essere questa la causa. 

Il gruppo di lavoro ha anche ritenuto necessario evidenziare che sussistono altri fattori, come l'assunzione giornaliera pro capite di glutine, le variazioni delle diete in relazione alla quantità e ai tipi di frumento consumati, la genetica del frumento e le pratiche agronomiche (come la concimazione azotata), che influiscono sul contenuto proteico dell’alimento. Tali fattori potrebbero contribuire a determinarne la "tossicità" per quei soggetti con predisposizione genetica alla celiachia e pertanto dovranno essere effettuate ulteriori ricerche in questa direzione.

4. Terapie enzimatiche

Nella terapia enzimatica oggi in uso, viene somministrato per via endovenosa , al paziente l’enzima mancante o l’inibitore necessario a controllare i sintomi della malattia. Non si tratta quindi di una cura vera e propria ma piuttosto di un supporto che può garantire una parziale o totale riduzione dei sintomi. Si tratta di un trattamento molto promettente ancora in fase di sperimentazione che viene utilizzato anche per alcune patologie di origine genetica (come le mucopolisaccaridosi).

Le terapie enzimatiche per la celiachia sono attualmente le più promettenti. Alcuni anni fa un gruppo di ricercatori tedeschi è riuscito a creare un inibitore per enzima transglutaminasi e oggi, come già accennato, un gruppo di ricerca norvegese è vicino all’obiettivo di trasformare questa scoperta in una terapia orale. Riuscire a bloccare questo enzima può limitare la produzione degli anticorpi che determinano il danno a livello dei villi intestinali. Testata con la collaborazione di diversi centri in tutta Europa, questa terapia sembra avvicinarci alla possibilità di divenire presto la prima terapia per la celiachia.

La ricerca va avanti e richiede tempo, ma le premesse sono incoraggianti.

Fonti

1    Celiachia- Informazioni Generali. ISS, Epicentro   (Ultimo accesso 31/01/2022)

2    Future Therapies for Celiac disease. Celiac Disease Foundation. (Ultimo accesso 31/01/2022)

3    König J, Holster S, Bruins MJ, Brummer RJ. Randomized clinical trial: Effective gluten degradation by Aspergillus niger-derived enzyme in a complex meal setting. Sci Rep. 2017;7(1):13100. Published 2017 Oct 12. (Ultimo accesso 11/02/2022)

4    Wei G, Helmerhorst EJ, Darwish G, Blumenkranz G, Schuppan D. Gluten Degrading Enzymes for Treatment of Celiac Disease. Nutrients. 2020;12(7):2095. Published 2020 Jul 15. doi:10.3390/nu12072095. (Ultimo accesso 11/02/2022)

5    Schuppan D, Mäki M, Lundin KEA, Isola J, et al. A Randomized Trial of a Transglutaminase 2 Inhibitor for Celiac Disease. N Engl J Med. 2021 Jul 1;385(1):35-45. (Ultimo accesso 31/01/2022)

6    Mucopolisaccaridosi, Ospedale Bambin Gesù (Ultimo accesso 31/01/2022)

7    Kasarda DD. Can an increase in celiac disease be attributed to an increase in the gluten content of wheat as a consequence of wheat breeding?. J Agric Food Chem. 2013;61(6):1155-1159. 


Dott.ssa Chiara Mossali
Autore

Dott.ssa Chiara Mossali

Medical writer e consulente in ambito healthcare. Laureata in Biotecnologie. Esperienza nell’ambito della ricerca di laboratorio e nella ricerca clinica. Da circa 10 anni mi occupo di comunicazione e consulenza nel settore healthcare curando progetti e contenuti per medici e pazienti.