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La dispepsia è un disturbo gastrico a base organica o funzionale molto diffuso. Imparare a gestirne gli aspetti nutrizionali contribuisce al ritrovato benessere, allontanando inutili rinunce e abitudini inappropriate. Ne abbiamo parlato in questo articolo, ecco i punti salienti.
Indice
- Il ruolo dell’alimentazione nella dispepsia
- Cosa mangiare e cosa limitare se si soffre di cattiva digestione
- Ricette per piatti gustosi e digeribili
- Quanto tempo ci vuole per migliorare la dispepsia con la dieta?
1. Il ruolo dell’alimentazione nella dispepsia
Il ruolo delle scelte alimentari nella dispepsia è quello di contenere e limitare i sintomi legati al disturbo, consentendo un apporto nutrizionale adeguato. Gli alimenti che consumiamo possono influenzare i processi digestivi, rendendoli più o meno laboriosi, e agire sull’ambiente gastrico. Alcuni alimenti possono irritare la mucosa dello stomaco, mentre altri possono stimolare maggiormente la secrezione acida.
Ai fini di una gestione ottimale, la dieta dovrà adattarsi al singolo soggetto, tenendo conto dei fabbisogni individuali e di eventuali patologie concomitanti. Anche la tollerabilità dei cibi risulta piuttosto variabile tra una persona e l’altra, pur nell’ambito della medesima problematica.
2. Cosa mangiare e cosa limitare se si soffre di cattiva digestione
Quando si è affetti da dispepsia, è importante individuare accuratamente i cibi “sì” e i cibi “no”, ottenendo una sorta di schema personale da impiegare sul lungo periodo. Come già accennato, la reazione del corpo agli alimenti risente di una certa variabilità, necessitando di test qualitativi e quantitativi.
Ad oggi, tra l’altro, non sono disponibili delle linee guida standardizzate per il trattamento della dispepsia, sebbene alcune scelte siano ragionevolmente consigliabili. Ad esempio, si consiglia la riduzione dei cibi ricchi di grassi e si indica il consumo di pasti piccoli e frequenti, ecc.1, 2 Evidenziato tale aspetto, assolutamente non trascurabile, passiamo ad alcune indicazioni generali sui cibi tendenzialmente consigliati o sconsigliati.
2.1 Cibi consigliati
Una selezione ottimale dei cibi consente di affrontare la dispepsia, pur garantendo un apporto equilibrato di nutrienti:
- i carboidrati complessi sono ricavabili dai cereali integrali, che insieme a frutta e verdura costituiscono anche una fonte importante di fibre vegetali. Queste determinano una progressione più rapida del transito intestinale, permettendo all’aria di lasciare velocemente l’ambiente gastrico riducendo anche le secrezioni acide;
- l’apporto di fibre, così come il consumo di prodotti ad hoc (es.: kefir), favorisce, inoltre, l’equilibrio del microbiota, le cui alterazioni sembrano implicate anche nella dispepsia funzionale;
- l’introito proteico, invece, viene facilmente soddisfatto dal consumo di pesce e carni magre, il cui grado di digeribilità si rende compatibile con la gestione della dispepsia;
- il condimento delle pietanze con olio extravergine di oliva a crudo si associa all’apporto di grassi “buoni” e micronutrienti, oltre che all’attenuazione della secrezione gastrica;
- tra le altre cose, idratarsi è importante, meglio se con acqua naturale e non troppo fredda. In particolare, l’acqua va sorseggiata e consumata soprattutto lontano dai pasti.3-4
2.2 Cibi sconsigliati
Tra i cibi sconsigliati per la dispepsia rientrano
- quelli particolarmente grassi (es.: insaccati, formaggi, burro, ecc.), in quanto difficili da digerire. Vale lo stesso per i fritti e, in generale, per le preparazioni molto elaborate;
- i cibi piccanti e speziati, e in particolare quelli conditi con peperoncino, pepe e paprika, si aggiungono a questo elenco, in quanto svolgono un’azione irritante sullo stomaco;
- richiedono un’attenzione particolare anche l’aceto, il cioccolato e le conserve di pomodoro. Ma anche la menta, gli agrumi (e relativo succo) e le bevande contenenti caffeina: si tratta, nel complesso, di alimenti che stimolano la secrezione acida;
- è inoltre preferibile limitare il consumo di latte, che può anch’esso determinare un’aumentata produzione acida. L’azione “tampone” che il latte svolge inizialmente, in effetti, viene superata dal cosiddetto “effetto rebound”, sostenuto dalle gastrine;
- è opportuno evitare gli alcolici, i superalcolici e le bevande gassate, poiché si associano, per incremento del volume gastrico, a ipersecrezione acida;
- in linea generale, sono sconsigliati i cibi industriali e pre-confezionati, che si caratterizzano, in genere, per un apporto eccessivo di zuccheri semplici e di grassi saturi. Soprattutto a digiuno, assumere tali componenti in eccesso porta a una maggiore produzione di acido cloridrico;
- una nota dolente riguarda il consumo di pizza, che può rivelarsi un’opzione inappropriata. A tal proposito, è preferibile ridurre questa scelta all’eccezione, prediligendo un prodotto croccante, a lievitazione naturale, e condito in modo leggero.
3. Consigli per la preparazione dei cibi se si soffre di dispepsia
Nel contesto della dispepsia, la preparazione dei cibi richiede alcuni accorgimenti. È importante, a tal proposito, cuocere gli alimenti con metodi semplici e salutari, ricorrendo, per esempio, alle cotture al forno o al vapore. Ricordiamo che le fritture, e soprattutto quelle eseguite con oli vegetali ricchi di grassi polinsaturi, determinano lo sviluppo di acroleina, che è una sostanza nociva per la salute e irritante per la mucosa gastrica. Ai fini di una digestione più agevole, è bene frazionare le pietanze in piccoli pezzi, oltre che procedere a una masticazione accurata.
4. Ricette per piatti gustosi e digeribili
Soffrire di cattiva digestione non si traduce, necessariamente, in una dieta monotona. In effetti è possibile, con un po’ di inventiva, creare dei piatti apprezzabili, seppur leggeri per la funzione gastrica.
Un esempio può tradursi in un buon merluzzo al cartoccio con carote e rondelle di finocchio, da condire con un filo d’olio d’oliva, a fine cottura. Il merluzzo fornisce proteine ad alto valore biologico ed è facilmente digeribile, mentre gli ortaggi proposti risultano, solitamente, ben tollerati. Il finocchio, tra l’altro, vanta proprietà carminative e lenitive. Per assumere proteine si può ricorrere anche al tacchino, da ridurre a straccetti e cuocere in padella con zucchine. Un “orzotto” con vellutata di zucca, così come un riso basmati con asparagi, rappresentano, infine, dei primi digeribili, dalle note dolciastre e gradevoli.
5. Quanto tempo ci vuole per migliorare la dispepsia con la dieta?
In linea generale, la dieta è il punto di partenza per contenere e ridurre i sintomi della dispepsia, sebbene i tempi di efficacia non siano uguali per tutti. L’approccio dietetico mirato si inserisce in un quadro più ampio di trattamento, che prevede un percorso medico-farmacologico e interventi sullo stile di vita. Tutto ciò non prescinde, intuibilmente, dalle eventuali basi patologiche della dispepsia, così come dai fattori strettamente soggettivi che possono partecipare all’origine del problema.
Fonti
- Pesce M, Cargiolli M, Cassarano S, Polese B, De Conno B, Aurino L, Mancino N, Sarnelli G. Diet and functional dyspepsia: Clinical correlates and therapeutic perspectives. World J Gastroenterol. 2020 Feb 7;26(5):456-465. doi: 10.3748/wjg.v26.i5.456. PMID: 32089623; PMCID: PMC7015717.
- Amerikanou C, Kleftaki SA, Valsamidou E, Chroni E, Biagki T, Sigala D, Koutoulogenis K, Anapliotis P, Gioxari A, Kaliora AC. Food, Dietary Patterns, or Is Eating Behavior to Blame? Analyzing the Nutritional Aspects of Functional Dyspepsia. Nutrients. 2023 Mar 22;15(6):1544. doi: 10.3390/nu15061544. PMID: 36986274; PMCID: PMC10059716.
- Brown G, Hoedt EC, Keely S, Shah A, Walker MM, Holtmann G, Talley NJ. Role of the duodenal microbiota in functional dyspepsia. Neurogastroenterol Motil. 2022 Nov;34(11):e14372. doi: 10.1111/nmo.14372. Epub 2022 Apr 11. PMID: 35403776; PMCID: PMC9786680.
- Zhou L, Zeng Y, Zhang H, Ma Y. The Role of Gastrointestinal Microbiota in Functional Dyspepsia: A Review. Front Physiol. 2022 Jun 8;13:910568. doi: 10.3389/fphys.2022.910568. PMID: 35755434; PMCID: PMC9214042.
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