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Farsi un tatuaggio è come attaccare le tende, stendere un tappeto o piantare il primo chiodo nell'intonaco nuovo: è decidere che hai traslocato.
Ecco, una volta che si è fatto un tatuaggio qualcosa di noi cambia per sempre e per questo bisogna avere piena coscienza del soggetto e dello stile del tatuaggio che si è scelto.
In questo articolo parleremo di:
- Categorie di di tatuaggi
- Tatuaggi e pelle: le caratteristiche principali
- Tatuaggi e pelle: i motivi che portano alla rimozione
- Tatuaggi e pelle: come avviene la rimozione
- Rimozione del tatuaggio: come avviene la seduta
1. Categorie di tatuaggi
I tatuaggi si distinguono in cinque categorie:
- professionali, realizzati da un artista con una pistola per tatuaggi. Per i tatuaggi moderni si usano diversi pigmenti e il loro valore artistico può essere anche eccezionale;
- amatoriali, ovvero realizzati da un "non professionista". Il metodo più diffuso è quello di instillare, per mezzo di una punta, inchiostro di china sotto la cute;
- cosmetici, anche detto "trucco permanente", è una specialità in rapida espansione e comprende il contorno degli occhi, il contorno delle labbra, il rossetto e la matita per le sopracciglia, il camouflage della vitiligine o di un tatuaggio indesiderato. Altre applicazioni sono la simulazione di un'areola o di un capezzolo dopo l'intervento chirurgico o il mascheramento del diradamento dei capelli.
- tatuaggi medici, con inchiostro di china, utilizzati come guida per i trattamenti a radiazione o l'applicazione di apparecchi medici interni.
- post-traumatici, per esempio penetrazione nella pelle di asfalto dopo gli incidenti stradali, oppure da esplosione di polvere nera da sparo che, talvolta è ancora usata in ambiente militare o per la preparazione di fuochi d'artificio.
2. Tatuaggi e pelle: le caratteristiche principali
Va detto che tutti i tatuaggi sono permanenti. Nel derma, infatti, vengono iniettate particelle di pigmento che hanno dimensioni tali che non possono essere eliminate dal sistema di drenaggio del nostro organismo.
Con il passare degli anni, a seconda delle caratteristiche della pelle, si può assistere a una certo sbiadimento del colore, che però non è prevedibile. Questo va sempre tenuto presente quando si decide di farsi tatuare, perché i tattoo semi-permanenti non esistono.
I pigmenti comunemente utilizzati sono: carbone (nero-blu), cinnabar o colori vegetali (rosso), sali di cobalto (azzurro), sali di cadmio (giallo), sali di ferro (bruno), sali di cromo (verde). I tatuaggi accidentali più comuni avvengono per contaminazione di ferite conseguenti a incidenti stradali (tatuaggi da asfalto).
La maggior parte dei tatuaggi si può eliminare, ma esistono caratteristiche legate ad esempio ai colori utilizzati o alla zona del corpo dove sono presenti, che ne rendono più difficoltosa la rimozione.
Il nero, a differenza di quanto si potrebbe pensare, è il colore che viene trattato meglio e più velocemente; bene vengono trattati anche il rosso e il verde. Al contrario, il giallo e il bianco sono i più difficili da trattare.
Qualche difficoltà la presenta anche il color carne, utilizzato per delineare le labbra nel trucco permanente, poiché può contenere ossido di ferro che in seguito al trattamento con il laser può diventare nerastro; in questo caso sarà necessario effettuare una prova su una minuscola porzione del labbro prima di procedere al trattamento, per controllare che il colore nero emerso si possa eliminare.
Anche la concentrazione del pigmento e la qualità del tatuaggio influiscono sulla difficoltà di eliminazione del tatuaggio. Così come l’età: un tatuaggio fatto da poco è più difficile da rimuovere rispetto ad uno di vecchia data, perché la concentrazione di pigmento presente all’interno è sicuramente maggiore nel tattoo più recente.
La difficoltà di rimozione del tatuaggio non è legata alla sua dimensione: tattoo di grandi dimensioni ma monocromatici (per esempio neri) possono richiedere un numero di sedute inferiore rispetto a disegni più piccoli ma policromatici. In ogni seduta, infatti, si agisce su tutta la superficie del tatuaggio.
Esistono poi zone del corpo dove la rimozione del tattoo è più difficoltosa: ad esempio caviglia e mani, cioè le aree distali del corpo, dove il sistema drenante è inevitabilmente più lento e difficoltoso.
3. Tatuaggi e pelle: i motivi che portano alla rimozione
Perché si decide di rimuovere un tatuaggio? I motivi possono essere diversi: si può decidere di rimuovere un tatuaggio quando ad esempio si deve accedere a concorsi per entrare nelle forze dell'ordine perché non devono essere presenti segni di riconoscimento sulla pelle.
Oppure perché il disegno non è esattamente quello che si voleva.
Ma tra le fila dei pentiti ci sono anche coloro che si erano fatti tatuare qualcosa rispecchiante un momento emotivamente diverso dall’attuale, riferendo problemi legati ad avere un disegno permanente sulla pelle che ha perso il suo significato simbolico, rappresentando solo una macchia ingombrante.
Anche l'artista che va ad eseguire il tatuaggio è importante: in effetti il rischio che si corre è di scegliere un tatuatore che imprimerà sulla pelle qualcosa di mal fatto o mal eseguito o mal studiato. Nel caso di tatuaggi indesiderati o mal eseguiti, capita spesso di ricorrere a coperture o camuffamenti. Ma si rischia di nascondere un vecchio errore con uno nuovo!
Alcuni soggetti chiedono la rimozione di un tatuaggio per "motivi lavorativi", poiché in posizioni evidenti quindi diventati un vero e proprio ostacolo alla ricerca di un nuovo impiego.
4. Tatuaggi e pelle: come avviene la rimozione
Oggi la sorgente utilizzata e che garantisce maggiore efficacia e sicurezza, il gold standard, è il laser Q-switched Nd:Yag che emette raggi di 1064 nm e 532 nm di lunghezza d'onda che vengono rilasciati sotto forma di impulsi di brevissima durata ed alta potenza. Il raggio di luce riesce così ad attraversare la cute senza ferirla, colpendo in modo selettivo il pigmento che forma il tatuaggio.
Questo porta ad una esplosione e frammentazione microscopica del colore, che viene poi gradualmente rimosso dalle cellule "spazzino" della pelle (macrofagi). Tutto questo senza danneggiare o ferire la cute.
Ma anche il Laser Q-switched Nd:Yag non è una gomma o una bacchetta magica.
Quando ci si fa tatuare, il pigmento introdotto dal tatuatore, non rimane nell'epidermide ma migra nel derma profondo dove viene "catturato" da speciali cellule, i macrofagi che lo inglobano e lo rendono più o meno stabile a seconda della tipologia di pigmento utilizzato.
Il principio su cui si basa l'utilizzo del laser in dermatologia è la loro selettività d’azione in rapporto alla specificità della loro lunghezza d’onda. Ogni luce può essere “fermata” da ostacoli specifici e non da altri. Solo quando le “palline di energia” contenute nel raggio laser incontrano un ostacolo specifico possono venire bloccate. La brusca “frenata” produce calore nel punto d’impatto.
In Dermatologia si sfrutta questa particolare proprietà dei laser per produrre diversi tipi di risultati terapeutici. La luce dei laser Q-switched è in grado di oltrepassare agevolmente gli strati più esterni della cute e raggiungere i granulini di pigmento presenti più profondamente. Granulini di colore specifico sono in grado di fermare determinati tipi di luce ma non altri. Gli impulsi estremamente brevi dei laser Q-switched non permettono al calore di diffondere nei tessuti immediatamente vicini ai granulini di pigmento che si vuole eliminare.
Dopo l’impatto alcune particelle vengono distrutte, altre vengono riassorbite dall’organismo, altre ancora cambiano la loro configurazione fisica, diventando invisibili.
Nei pazienti più apprensivi e nelle localizzazioni anatomiche più delicate può essere necessaria l’applicazione preventiva di creme o gel ad azione anestetica. Per non ostacolare la penetrazione della luce laser nel derma è necessario attendere la completa scomparsa dell’abbronzatura. Prima di ogni trattamento laser è necessario che sia l’operatore che il paziente indossino opportuni occhiali protettivi per prevenire possibili danni oculari. Gli occhiali vengono rimossi alla fine del trattamento.
5. Rimozione del tatuaggio: come avviene la seduta
Si valutano le condizioni della cute e le aree da trattare e viene effettuata documentazione fotografia del tatuaggio e dell'area interessata. Si passa quindi all'applicazione della luce laser: durante il trattamento si assiste ad un effetto ottico chiamato effetto pop-corn (sbiancamento) che si manifesta quando il pigmento viene colpito dalla luce laser e frammentato in particelle più piccole.
Questo fenomeno si rivolge nel giro di 1-2 ore per lasciare il posto ad un arrossamento (eritema). Un lieve gonfiore (edema) ha comparsa più tardiva, tende invece a persistere per 24-48 ore dopo il trattamento.
Subito dopo il trattamento viene effettuata una medicazione con una crema antibiotica la cui applicazione viene consigliata per i successivi 7 giorni.
È fondamentale evitare l'esposizione solare diretta dopo il trattamento, utilizzare schermi solari totali per lunghi periodi ed applicare una crema emolliente-lenitiva.
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