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Come abbiamo già scritto nel blog, quello delle leucemie infantili è un tema importante e delicatissimo: un'esperienza tanto drammatica che stravolge intere famiglie e segna l'infanzia di un piccolo paziente. Per questo motivo studi come quello dell'Istituto Giannina Gaslini di Genova possono davvero cambiare completamente l'impatto che una malattia tale può avere su queste vite. 

La ricerca,ha infatti dimostrato che le probabilità di sopravvivenza e di sopravvivenza senza malattia- concetto molto vicino alla guarigione- sono , nel caso di di un bambino trattato presso l'Istituto più alte di quelle riportate dalla letterature internazionale. 

In questo articolo, realizzato grazie alla preziosa collaborazione  del dottor Carlo Dufour, Responsabile dell'Unità Operativa Complessa di Ematologia e del Polo di Emato-Oncologia e Trapianto di Midollo Osseo dell'Istituto Giannina Gaslini di Genova, parleremo dei risultati ottenuti dal centro relativamente a: 


1. Lo studio del Polo di Emato-Oncologia di Cellule Staminali dell'Istituto Giannina Gaslini: visione d’assieme

2. Curare le leucemie linfatiche acute: i risultati dell'Istituto Gaslini

3. Terapie per linfomi di Hodgkin e non Hodgkin e per neuroblastoma: risultati ottenuti da studi classici e studi sperimentali all'Istituto Gaslini di Genova

4. Il trapianto di midollo osseo per leucemia: i dati dell'Istituto Gaslini di Genova

5. Le infezioni per i pazienti immuno-compromessi: i dati dell'Istituto Gaslini

6. Le complicanze tromboemboliche e l'impatto sulla chemioterapia: i dati del Polo di Emato-Oncologia di Cellule Staminali

7. Riflessioni conclusive sugli outcome del Polo di Emato-Oncologia di Cellule Staminali dell'Istituto Gaslini

 

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1. Lo studio del Polo di Emato-Oncologia e Trapianto  di Cellule Staminali dell'Istituto Giannina Gaslini: visione d’assieme.

Lo studio del Polo analizza in modo scientifico i cosiddetti "indicatori di outcome", ovvero i risultati ottenuti, nei bambini trattati per le patologie più comuni presso l'Istituto, con un focus su leucemie linfoblastiche acute, in particolare della fascia dell’alto rischio ed i linfomi di Hodgkin e non Hodgkin.

La ricerca prende inoltre in considerazione alcuni aspetti dei protocolli sperimentali sul neuroblastoma, l’andamento dei trapianti di midollo osseo nelle malattie tumorali e non tumorali, l’incidenza delle infezioni più pericolose per la sopravvivenza dei pazienti sottoposti a chemioterapie e trapianto di midollo osseo e le complicanze tromboemboliche nei pazienti affetti da tumori, cioè l'ostruzione di un'arteria o di una vena causata dalla presenza di  un corpo estraneo al flusso sanguigno

 

2. Curare le leucemie linfatiche acute: i risultati dell'Istituto Gaslini

Le Leucemie Linfoblastiche Acute (LLA) vengono curate all'interno del Polo di Emato-Oncologia di Cellule staminali dell'Istituto Gaslini seguendo i protocolli internazionali AIEOP-BFM, che, con il consenso informato del paziente e dei suoi familiari, comportano l'inserimento dei dati dei bambini trattati ad un Centro Elaboratore Nazionale (CINECA). Il CINECA li unisce con quelli degli altri Centri Italiani e delle altre Nazioni Europee aderenti al protocollo (Germania, Austria, Svizzera) per poi analizzarli tutti insieme Ne risultano così dati molto accurati su migliaia di piccoli pazienti con analoghe diagnosi e terapia i cui risultati vengono pubblicati sulle riviste scientifiche specializzate.

Il ri-esame di questa enorme massa di dati permette di dare vita poi ai cambiamenti da applicare nei successivi protocolli Europei per gli anni a venire.

Le analisi dimostrano che il tasso di sopravvivenza dei pazienti colpiti da Leucemia Linfoblastica Acuta trattati presso il Polo è pari al 90.6% dopo oltre 6 anni dalla diagnosi ed è in linea con quello dei pazienti Italiani ed Europei curati con lo stesso protocollo.

Anche il tasso di sopravvivenza libera da eventi (che indica chi sopravvive senza recidiva di malattia e senza tumore tardivo dovuto alle chemioterapie e quindi è un  concetto molto vicino alla guarigione) è estremamente positivo per quanto riguarda l'Istituto Gaslini: dopo più di 5 anni è infatti pari all'83,7%, in linea anch'esso con gli altri pazienti Europei. 

Ottime statistiche anche per i bambini colpiti da Leucemia Linfoblastica Acuta ad alto rischio, tra le più difficili da curare: avvalendosi delle terapie più moderne, l'Istituto Gaslini è riuscito a portare le percentuali sia di sopravvivenza assoluta che libera da eventi pari all'82,35% che è decisamente superiore a quello dei pazienti europei diagnosticati alla stessa maniera e trattati con lo stesso protocollo.

 

IHY_Curare_leucemia_linfoma_Hodgkin_Gaslini_Genova_Dufour_sopravvivenza_ematologia_pediatrica

 

3. Terapie per linfomi di Hodgkin e non Hodgkin e per neuroblastoma: risultati ottenuti da studi classici e studi sperimentali all'Istituto Gaslini di Genova.

 

Sono stati analizzati anche i tassi di sopravvivenza dei pazienti trattati per Linfomi di Hodgkin, Linfomi non Hodgkin presso l’unita di Oncologia del Polo. Riguardo ai Linfomi di Hodgkin le percentuali registrate per quanto riguarda sopravvivenza globale e libera da malattia e secondo tumore sono rispettivamente del 95,2% e dell'81,1% dopo dieci anni dalla diagnosi, in linea con i migliori centri italiani, europei e statunitensi. 

Risultati simili anche per quanto riguarda i Linfomi Non Hodgkin: le probabilità di sopravvivenza globale e quella libera da malattia dei pazienti trattati nel Polo con i protocolli internazionali sono dell'89% e dell'83% a dieci anni dalla diagnosi. Anche questi valori sono in linea con quelli dei migliori centri italiani, europei ed americani. 

Fondamentale inoltre, per il Polo l'attività di ricerca clinica che offre ai pazienti la possibilità di usufruire di cure sperimentali innovative nei casi in cui quelle tradizionali risultano poco efficaci. Tali terapie sono complesse, richiedono attento monitoraggio e possono esporre al rischio  di complicazioni talora gravi che possono richiedere anche l’interruzione del trattamento. Un indice della capacità di condurre terapie sperimentali è la cosiddetta drop-off rate (cioè  la percentuale di pazienti trattati che devono interrompere il trattamento per complicanze gravi o poco gestibili) Ebbene la drop-off rate di uno studio sperimentale sul neuroblastoma è risultata nel polo pari al 5%, contro la percentuale media del 22% degli altri centri dove tale studio è stato effettuato.

 

4. Il trapianto di midollo osseo per leucemia: i dati dell'Istituto Gaslini di Genova

L'Istituto Gaslini manifesta grande attenzione anche verso le tecniche di trapianto di midollo osseo, ovvero il trapianto di cellule staminali ematopoietiche che viene effettuato nella specifica Unità Operativa.

Dal 1984 tale Unità effettua tutti i tipi di trapianto (autologo, da non familiare compatibile da familiare compatibile o parzialmente compatibili) inclusi quelli con manipolazione cellulare (alfa/beta T deplezione) e con l’uso della ciclofosfamide post trapianto, applicati a malattie tumorali e non tumorali.

La sopravvivenza dei pazienti che hanno ricevuto un trapianto per una leucemia acuta negli ultimi dieci anni,è, a quattro anni, dal trapianto del 67% (senza differenza fra linfoblastiche e mieloidi), in linea con i valori della letteratura internazionale basata su casi sovrapponibili. Le probabilità arrivano quasi al 70% nel caso dei trapianti più recenti da donatore familiare semicompatibile.

Per quanto riguarda, invece, le malattie non tumorali (immunodeficit, insufficienze midollari costituzionali ed acquisite, malattie metaboliche), la sopravvivenza stimata a tre anni dal trapianto di midollo è del 76,9% valore, che pur se di poco è superiore alla percentuale fornita dalla casistica più recente. Le percentuali superano invece il 90% nel caso dei moderni trapianti aploidentici con deplezione T cellulare alfa/beta, con risultati superiori alla maggioranza di quelli riportati in letteratura.

  IHY_Curare_leucemia_linfoma_Hodgkin_Gaslini_Genova_Dufour_sopravvivenza_ematologia_pediatrica_LLA_leucemia_linfoblastica_acuta_emofilia

 

5. Le infezioni per i pazienti immuno-compromessi: i dati dell'Istituto Gaslini

 

Come abbiamo ricordato in un recente articolo del blog, è molto diffusa l'abitudine di non fare un uso corretto degli antibiotici, con effetti molto pericolosi sui soggetti sani e devastanti su pazienti fragili, come bambini in trattamento chemioterapico per leucemie e tumori solidi. Per questo motivo, il controllo delle infezioni in Emato-Oncologia viene considerato un pilastro fondamentale del successo delle terapie.

In difesa dei giovani pazienti immunocompromessi, nel Polo, oltre ai processi si sorveglianza ambientale supervisionati dal Comitato Infezioni Ospedaliere (CIO) è in atto, grazie alla collaborazione con l'Unità Operativa di Malattie Infettive, un sistematico processo di rilievo, monitoraggio e controllo del rischio infettivo maggiore (germi multi-resistenti e micosi invasive).

Le possibilità di contrarre questo tipo di infezioni per i pazienti ricoverati e trattati nel Polo sono nettamente inferiori alla media sia italiana sia europea calcolata dall’European Centre for Diseases Control (ECDC), ente che monitora problematiche delle malattie infettive continentali, incluse le resistenze agli antibiotici.

6. Le complicanze tromboemboliche e l'impatto sulla chemioterapia: i dati del Polo di Emato-Oncologia e di Trapianto di Cellule Staminali

Le complicanze tromboemboliche possono essere responsabili dell'interruzione o del ritardo della chemioterapia del paziente, fatto che interferisce quindi con le probabilità di successo del trattamento. Importante ricordare inoltre che nei pazienti con Leucemia Linfoblastica Acuta e trombosi, oltre il 50% delle complicanze di questo tipo può avvenire in sedi pericolose per la vita del bambino come il sistema nervoso centrale, l'atrio destro e i polmoni. 

Nel Polo, dove opera l'Unità Operativa Emostasi e Trombosi, negli ultimi sette anni è stata registrata un'incidenza di complicazioni tromboemboliche inferiore all'1% che è molto più bassa rispetto alla media europea,. La percentuale scende addirittura sotto lo 0,55% nei ragazzi con meno di 15 anni colpiti da malattie ematologiche. 

Inoltre, grazie anche all‘utilizzo nei pazienti con più di sei anni della Gait Analysis, una valutazione computerizzata ,disponibile solo in pochi ospedali, che consente,attraverso lo studio dei movimenti corporei e delle posture, di analizzare  l'integrità articolare, è risultato che nessuno dei bambini con emofilia grave o moderata trattati nel Polo presenta segni di artropatia (la malattia degenrativa che colpisce le articolazioni).

 

7. Riflessioni conclusive sugli outcome del Polo di Emato-Oncologia e di Trapianto di Cellule Staminali dell'Istituto Gaslini

 

Come dimostrato dalla ricerca, i giovani pazienti ricoverati presso l'Istituto Gaslini hanno qui probabilità molto elevate di successo del trattamento, con percentuali addirittura superiori a pazienti curati altrove secondo gli stessi protocolli. 

Il cuore di questi ottimi risultati sta nel personale sanitario estremamente competente sulle specificità di queste patologie pediatriche: operatori sanitari, medici infermieri, psicologi, biologi. Contribuiscono inoltre anche l'efficace politica di prevenzione e controllo delle infezioni e la natura poli-specialistica dell'Istituto pediatrico, che permettono di proteggere i soggetti più deboli e di fronteggiare prontamente eventuali complicanze, con tutti gli specialisti di settore e con le attrezzature ed i servizi più moderni ed efficienti.

Ringraziamo il dottor Carlo Dufour e l'Istituto Giannina Gaslini di Genova per l'attenzione, la disponibilità e le informazioni che hanno condiviso con noi. 

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In collaborazione con Dr. Carlo Dufour

Responsabile Unità Operativa Semplice di Ematologia Clinica e di Laboratorio  - Istituto Giannina Gaslini di Genova


Dr. Carlo Dufour
Autore

Dr. Carlo Dufour

Il Dr. Carlo Dufour dal 2001 ad oggi è Direttore della UOS Ematologia Clinica e di Laboratorio presso l'Istutito Giannina Gaslini. Nel Luglio 1989 si specializza in Pediatria presso l'Università di Genova e ad Ottobre 1997 si specializza in Ematologia Clinica e di Laboratorio presso la stessa Università. Dal 2004 ad oggi è Coordinatore del CSS delle Insufficienza Midollari dell'AIEOP (Associazione Italiana Emato-Oncologia Pediatrica) ed è WP SAA dell'EBMT (European Bone Marrow Transplant); Dal 2005 ad oggi è Coordinatore Fanconi Anemia Subcommittee EBMT Nella sua carriera ha contribuito a 16 pubblicazioni scientifiche.