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L’ipertensione è una condizione diffusa, ma molto pericolosa se non trattata. In alcuni casi può essere sufficiente intervenire su stile di vita e alimentazione per abbassare la pressione arteriosa. Tuttavia, il ricorso ai farmaci può rendersi necessario per prevenire conseguenze gravi come infarto e ictus. Nell’articolo esploriamo tutti i trattamenti più indicati in caso di pressione alta.
Indice
- Cos’è l’ipertensione?
- Obiettivi della cura dell’ipertensione
- Cambiamenti nello stile di vita
- Farmaci per l'ipertensione
- Monitoraggio e follow-up nell’ipertensione
1. Cos’è l’ipertensione?
L’ipertensione si verifica quando la pressione del sangue sui vasi sanguigni, in particolare sulle pareti delle arterie, è troppo forte. Sebbene si tratti di una condizione diffusa nella popolazione generale, se non trattata può avere gravi conseguenze tra cui ictus e infarto. L'ipertensione è infatti una delle principali cause di morte prematura a livello globale.
La persona ipertesa può non accorgersi di esserlo, perché non sempre la pressione arteriosa elevata dà sintomi. Per tale ragione è importante sottoporsi a periodiche misurazioni della pressione, a casa o durante le visite mediche di controllo.
Sono indicativi di ipertensione i valori di pressione massima (sistolica) superiori a 140 mmHG (millimetri di mercurio), e i valori di pressione minima (diastolica) superiori a 90 mmHG. Secondo dati OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), nel mondo 1,28 miliardi di persone tra i 30 e gli 80 anni sono ipertese, delle quali quasi la metà non sa di esserlo.1 Nella sola Europa si stimano 150 milioni di persone che soffrono di ipertensione.2
2. Obiettivi della cura dell’ipertensione
Lo scopo dei trattamenti dell’ipertensione, sia farmacologici che legati allo stile di vita, è quello di ridurre i valori pressori in modo da prevenire i rischi associati a questa condizione. Nella popolazione adulta senza altre patologie, l’obiettivo delle cure è pertanto quello di riportare i valori pressori medi sotto la soglia dei 140/90 mmHG.
Tali valori dovrebbero essere ancora inferiori, ovvero sotto i 130/80 mmHG in casi di patologie pregresse tra cui:
- malattie cardiovascolari;
- diabete;
- insufficienza renale.
L’ipertensione incontrollata può danneggiare i reni, e soprattutto portare a complicanze cardiovascolari gravi tra cui: angina, insufficienza cardiaca, infarto e irregolarità del battito cardiaco. Si tratta di condizioni potenzialmente letali, prevenibili aggiustando la pressione quando ancora non ha causato sintomi specialmente in presenza di fattori di rischio.1,2
3. Cambiamenti nello stile di vita
La prima misura di trattamento dell’ipertensione non prevede la somministrazione di farmaci, bensì un intervento sui fattori di rischio modificabili relativi allo stile di vita. Le linee guida internazionali sono molto chiare in tal senso e identificano una serie di comportamenti e buone pratiche che se adottate in modo corretto e con costanza consentono di ridurre in modo naturale i valori pressori.
Fanno pertanto parte del trattamento non farmacologico dell’ipertensione le seguenti modifiche allo stile di vita:
- riduzione del peso corporeo in caso di sovrappeso, in modo da raggiungere un indice di massa corporea (IMC) di 20-25 kg/m2 e un girovita inferiore ai 94 cm negli uomini e a 80 cm nelle donne;
- introduzione della dieta DASH, o in generale di un’alimentazione povera di sale e di grassi e ricca di vegetali, in particolare frutta e verdure fresche;
- aumento dell’attività fisica. Il consiglio è quello di camminare o correre almeno mezz'ora al giorno, o comunque di svolgere attività fisica per almeno 2 ore e mezza complessive alla settimana;
- ridurre i livelli di stress, ad esempio usando tecniche di respirazione profonda o di meditazione mindfulness;
- ridurre il consumo di bevande alcoliche a una unità alcolica per le donne, corrispondente ad un bicchiere di vino, e a due per gli uomini;
- smettere di fumare.1,2,3
4. Farmaci per l'ipertensione
Sono attualmente disponibili diverse classi di farmaci in grado di riportare la pressione entro livelli di guardia a lungo termine. La scelta del farmaco si basa su fattori quali:
- la severità dell’ipertensione;
- le condizioni generali di salute della persona ipertesa che includono l’aver subito o meno eventi cardiaci, e il soffrire di altre patologie tra cui il diabete;
- la refrattarietà ad alcune terapie farmacologiche o il potenziale di tossicità sui reni se esiste una nefropatia concomitante all’ipertensione.
Sulla base di queste condizioni di partenza il/la cardiologo/a stabilisce la terapia farmacologica più indicata dalle linee guida internazionali, considerando in prima istanza i seguenti farmaci:
- ACE-inibitori, ovvero inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, i quali agiscono rilassando le pareti dei vasi e proteggendo i reni e sono pertanto indicati anche in caso di diabete;
- bloccanti dei recettori dell’angiotensina II (sartani), che allo stesso modo degli ACE-inibitori rilassano e dilatano le pareti arteriose;
- diuretici, utili a ridurre la pressione stimolando l’eliminazione dei liquidi in eccesso, ma non adatti alle persone con diabete o nei casi di rischio che questa malattia insorga durante la terapia antipertensiva;
- beta-bloccanti, che riducono la frequenza cardiaca e conseguentemente la pressione con cui il sangue viene pompato nelle arterie. Sono specificamente indicati in caso di precedenti eventi cardiaci e nel trattamento dell’ipertensione in gravidanza;
- calcio-antagonisti, che rilassano le pareti dei vasi. Tra questi si segnala per maggior efficacia e tollerabilità la lenarchipidina, un calcio-antagonista di ultima generazione.
La scelta di uno solo di questi medicinali anti ipertensione, ovvero la monoterapia, è indicata per persone a basso rischio di eventi cardiovascolari, con una pressione non eccessivamente elevata, oppure in età avanzata.
In caso di ipertensione moderata o severa cronica che non risponde al trattamento non farmacologico, si preferisce somministrare una combinazione di 2 o 3 o persino 4 classi farmaci. Ad esempio:
- ACE-inibitori o sartani in associazione a diuretici o calcio-antagonisti;
- ACE-inibitori o sartani associati a calcio-antagonisti e diuretici;
- ACE-inibitori o sartani, calcio-antagonisti, diuretici e beta-bloccanti.1,2,3
5. Monitoraggio e follow-up nell’ipertensione
La terapia anti ipertensione difficilmente resta immodificata a lungo. Sulla base della risposta ai trattamenti, che si può facilmente valutare attraverso frequenti misurazioni della pressione effettuate a casa e durante i controlli medici, la cura viene modulata nel tempo.
Controlli da effettuare subito dopo aver iniziato il trattamento sono:
- visita medica una volta al mese fino al raggiungimento dei valori pressori auspicati;
- visite cardiologiche di controllo ogni 3-6 mesi anche dopo il raggiungimento dei valori pressori attesi;
- analisi del sangue regolari per controllare i livelli di potassio, la creatininemia e gli elettroliti, nonché la glicemia, perché si tratta di valori che potrebbero essere modificati dall’azione dei farmaci antipertensivi;
- regolari esami per la valutazione della funzionalità cardiaca e renale, e della salute oculare per prevenire i danni arrecati a questi organi dall’ipertensione.
Il successo della terapia anti ipertensione viene valutata sulla base degli obiettivi di partenza e di quelli raggiunti. Nel caso del solo trattamento non farmacologico, lo scopo della riduzione dell’IMC e della dieta a basso contenuto di sale e di grassi, è quello di ridurre la pressione rispettivamente di 5-20 mmHG, e di 8-14 mmHG. Non sempre, però, tali obiettivi vengono centrati.
La terapia farmacologica subentra quando esiste la necessità di abbassare velocemente la pressione, sulla base delle condizioni di partenza e dei fattori di rischio cardiovascolare esistenti. In questi casi se si parte con uno-due farmaci in combinazione, e se non si ottiene la riduzione pressoria attesa si valuta l’aggiunta di una o due classi di farmaci. In caso di terapia farmacologica con più farmaci è particolarmente importante effettuare controlli regolari per valutare l'efficacia sulla pressione ma anche la tolleranza ai principi attivi e l'eventuale comparsa di effetti collaterali.
In ogni caso, è bene sapere che le nuove classi di farmaci antipertensivi sono ben tollerate rispetto al passato anche per assunzioni a lungo termine, e in grado di proteggere dai rischi cardiovascolari e renali dell’ipertensione incontrollata.2,3
Fonti
- World Health Organization (WHO), Hypertension
- Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), Trattamento farmacologico dell’Ipertensione arteriosa
- WebMD, An Overview of High Blood Pressure Treatment
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