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Gli enzimi cardiaci sono proteine che si trovano nel tessuto del cuore e forniscono indicazioni importanti sul suo stato di salute. In condizioni normali, sono presenti nel sangue in quantità molto basse, ma in seguito ad eventi patologici come l’infarto, aumentano significativamente. Andiamo a vedere quali sono questi enzimi, come vengono misurati e come interpretare la loro variazione.
Ecco cosa tratteremo in questo articolo:
- Perché si misurano gli enzimi cardiaci per diagnosticare un infarto?
- Quali sono gli enzimi cardiaci più comunemente misurati?
- Come vengono misurati gli enzimi cardiaci?
- Interpretazione dei risultati degli enzimi cardiaci
1. Perché si misurano gli enzimi cardiaci per diagnosticare un infarto?
Gli enzimi sono proteine essenziali per il corretto svolgimento delle reazioni chimiche all’interno delle cellule. Dopo un infarto, le cellule del tessuto cardiaco muoiono e rilasciano grandi quantità di enzimi cardiaci nel flusso sanguigno. La presenza di livelli ematici elevati di enzimi cardiaci un segnale di morte cellulare e viene, quindi, utilizzata per confermare la diagnosi di infarto.1,2
2. Quali sono gli enzimi cardiaci più comunemente misurati?
Gli enzimi cardiaci più comunemente misurati sono:
- troponina I: è considerato il marker principale di infarto. Si tratta di un enzima fondamentale per la contrazione muscolare;
- creatinfosfochinasi (CK o CPK): ha il compito di facilitare alcune delle reazioni chimiche importanti per la contrazione del cuore;
- lattato deidrogenasi (LDH): è un enzima presente in gran parte dell’organismo dove facilita alcune reazioni chimiche importarti per utilizzare il glucosio e renderlo disponibile al muscolo cardiaco;
- mioglobina: simile all’emoglobina presente nel sangue, la mioglobina ha il compito di trasportare ossigeno;
- aspartato aminotransferasi (AST o GOT): enzima coinvolto nelle reazioni chimiche che utilizzano gli aminoacidi, i mattoncini che compongono le proteine.2
3. Come vengono misurati gli enzimi cardiaci?
I test per gli enzimi cardiaci vengono generalmente eseguiti attraverso analisi del sangue. I livelli degli enzimi cardiaci vengono confrontati con dei valori di riferimento per determinare se sono nella norma o se sono alterati e, quindi, indicativi di danni cardiaci.
Il test per la misurazione degli enzimi cardiaci andrebbe idealmente eseguito a digiuno da almeno 8-10 ore. Inoltre, è importante informare il medico di farmaci che sono stati assunti (anche quelli da banco) perché alcuni di essi potrebbero falsare il risultato dei test.1
4. Interpretazione dei risultati degli enzimi cardiaci
L'interpretazione dei risultati degli enzimi cardiaci richiede una valutazione accurata da parte di un medico esperto perché i test vengono valutati in combinazione con altri fattori clinici e diagnostici per arrivare a una diagnosi corretta.
Un aumento dei livelli dell’enzima troponina, ad esempio, può indicare danni alle cellule cardiache mentre la magnitudine dell’aumento può fornire informazioni sulla gravità del danno e, quindi, dell’infarto. La causa più comune di un aumento significativo della troponina, infatti, è l'infarto miocardico acuto, ma può anche essere indicativo di altre condizioni cardiache come l'insufficienza cardiaca, la miocardite o la cardiomiopatia.
Un aumento dei livelli di altri enzimi, come la creatina chinasi o la lattato deidrogenasi, può anch’esso essere indicativo di danni al muscolo cardiaco. Tuttavia, questi enzimi sono meno specifici rispetto alla troponina e possono essere elevati anche in altre condizioni, come l'insufficienza cardiaca, le miocarditi o i traumi cardiaci.
In questi casi, la valutazione dei sintomi associati ad un aumento degli enzimi cardiaci è, quindi, essenziale per completare la diagnosi. Ad esempio, è importante considerare che nelle persone di sesso femminile i sintomi associati all’infarto sono diversi rispetto a quelli negli uomini. A questo riguardo, puoi leggere il nostro approfondimento sui sintomi dell’infarto nelle donne.
Infine, l'andamento temporale dei livelli degli enzimi cardiaci può fornire ulteriori indicazioni diagnostiche. Ad esempio, un aumento rapido e significativo della troponina entro poche ore può suggerire un infarto recente, mentre livelli di enzimi ancora elevati dopo diversi giorni possono indicare un danno cardiaco continuo.1,2,3
Bibliografia
- Cleveland Clinic, Cardiac enzymes (Ultimo accesso 12.07.2023)
- Jacob R, Khan M. Cardiac Biomarkers: What Is and What Can Be. Indian J Cardiovasc Dis Women WINCARS. 2018 Dec;3(4):240-244. doi: 10.1055/s-0039-1679104. PMID: 31934672; PMCID: PMC6957084.
- Maisel, A., Bhalla, V. & Braunwald, E. Cardiac biomarkers: a contemporary status report. Nat Rev Cardiol 3, 24–34 (2006). https://doi.org/10.1038/ncpcardio0405
Autore
Dott.ssa Giulia Boschi
PhD student in immunologia e medical writer, si occupa di ricerca biomedica e comunicazione medico-scientifica in ambito healthcare.
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