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L’ischemia è una condizione clinica potenzialmente grave che si verifica in caso di ridotto apporto di sangue ed ossigeno ad un determinato tessuto. L’ischemia cardiaca è la condizione che spesso precede l’infarto miocardico acuto ed è, generalmente, conseguenza di patologie che interessano le arterie coronarie, che portano nutrimento al tessuto muscolare del cuore.
Ecco cosa troverai in questo articolo:
- Che cos’è la cardiopatia ischemica?
- Quali sono le cause dell’ischemia cardiaca?
- Quali sono i sintomi dell’ischemia cardiaca?
- Come si giunge alla diagnosi di cardiopatia ischemica?
- Cosa può succedere dopo un’ischemia cardiaca?
- Come si tratta l’ischemia cardiaca?
- Si può prevenire l’ischemia cardiaca?
1. Che cos’è la cardiopatia ischemica?
Per garantire la forza contrattile necessaria per il corretto pompaggio del sangue a tutti i distretti dell’organismo, il muscolo cardiaco ha un ampio fabbisogno di ossigeno. Con il termine cardiopatia ischemica, o ischemia cardiaca, si intende una condizione patologica in cui la forza di pompaggio del cuore risulta diminuita, come conseguenza di un ridotto apporto di sangue e, quindi di ossigeno, al cuore stesso (ischemia).1
Esistono diverse tipologie di ischemia cardiaca:
- ischemia miocardica transitoria: quando l’interruzione del flusso di sangue al cuore viene ristabilita dopo pochi minuti. Non comporta conseguenze gravi a lungo termine;
- ischemia miocardica acuta: se l’apporto sanguigno al cuore viene bloccato in modo repentino e prolungato per un certo lasso di tempo. Può sfociare in infarto miocardico;
- ischemia cardiaca cronica: si parla di ischemia cronica quando il ridotto apporto di sangue al cuore si protrae nel tempo; in questo caso, vi è talvolta deposizione di tessuto cicatriziale nel cuore, che ne riduce la potenza contrattile anche in condizioni di riposo;2
- ischemia miocardica silente: si tratta della tipologia di ischemia più pericolosa. Non causa sintomi e viene rilevata solo in concomitanza di esami strumentali specifici.3
2. Quali sono le cause dell’ischemia cardiaca?
Tra le cause dell’ischemia cardiaca troviamo:
- aterosclerosi: è la causa più comune di ischemia cardiaca. Si tratta di una patologia caratterizzata dalla formazione di placche di natura lipidica (grassi) e/o fibrosa sulle pareti delle arterie coronariche. Le placche aterosclerotiche sono generalmente instabili e vanno incontro ad evoluzione che può portare alla formazione di ulcerazioni e distacco di coaguli, potenziale causa di ischemia cardiaca;
- spasmi coronarici: per cause di natura ignota, le pareti muscolari delle arterie possono contrarsi spontaneamente, causando un blocco temporaneo del flusso di sangue ad una parte del cuore. SI tratta di una condizione rara.4
I fattori di rischio cardiovascolare, tra i quali, alti livelli di colesterolo o glucosio ematico, ipertensione, fumo, sedentarietà e obesità contribuiscono a determinare il rischio globale di un individuo ad andare incontro ad eventi cardiovascolari, come l’ischemia cardiaca. In caso di positività per uno o più fattori di rischio, è importante rivolgersi ad un medico per capire insieme come intervenire.
3. Quali sono i sintomi dell’ischemia cardiaca?
Alcune persone affette da ischemia cardiaca non manifestano sintomi (come nel caso dell’ischemia silente). Quando presenti, invece, tra i più sintomi più comuni troviamo:
- dolore toracico (angina pectoris);
- dolore nella zona testa-collo;
- dolore al braccio o alla spalla;
- sudorazione;
- mancanza di respiro;
- svenimento;
- nausea e vomito.4
4. Come si giunge alla diagnosi di ischemia cardiaca?
Il processo che porta alla diagnosi di ischemia cardiaca parte dalla valutazione dei sintomi e della storia familiare del paziente. Esistono, inoltre, dei test diagnostici che aiutano i clinici nella diagnosi. Questi includono:
- radiografia al torace: si tratta di un test veloce e poco invasivo che permette la valutazione della morfologia del cuore e di eventuali conseguenze dell’ ischemia cardiaca a livello polmonare come, ad esempio, la congestione polmonare;5
- elettrocardiogramma (ECG): test che permette l’osservazione dell’attività elettrica del cuore. Fornisce informazioni sulla regolarità del battito cardiaco e su parametri che indicano nel complesso la presenza o meno di anomalie riconducibili ad ischemia cardiaca;
- test da sforzo: il paziente viene sottoposto ad ECG mentre compie un esercizio fisico. Il test ha come obiettivo la valutazione delle fluttuazioni nei parametri cardiaci in diverse condizioni di sforzo, per rilevare eventuali anomalie;
- risonanza magnetica nucleare e tomografia assiale nucleare (TAC): sono test diagnostici per immagini che consentono la visualizzazione di eventuali restringimenti del lume dei vasi che circondano il cuore;
- angiografia coronarica: tramite l’iniezione di un mezzo di contrasto, questo esame permette di visualizzare con precisione le arterie coronarie;
- test di laboratorio: in caso di sospetto di ischemia, diversi test di laboratorio possono confermare o meno la presenza di sofferenza a livello cardiaco. Il peptide natriuretico atriale (ANP), ad esempio, è un ormone che viene secreto a livello dei ventricoli cardiaci in presenza di tensione da dilatazione delle pareti, normale conseguenza di eventi fibrotici a carico del cuore. La fluttuazione dei livelli di ANP è un importante indicatore di possibile cardiopatia ischemica.
5. Cosa può succedere dopo un’ischemia cardiaca?
La cardiopatia ischemica può portare a conseguenze gravi, come:
- infarto miocardico acuto: nel caso in cui il flusso di sangue verso il cuore all’interno di una arteria coronaria venga bloccato in modo irreversibile, il tessuto cardiaco può andare incontro ad infarto con esito anche fatale;
- aritmie: l’ischemia cardiaca può dare origine ad irregolarità nel ritmo di contrazione del cuore, che, a seconda dell’entità, può avere conseguenze importanti per la salute dell’individuo;
- insufficienza cardiaca: ridotta funzionalità del muscolo cardiaco.
6. Come si tratta l’ischemia cardiaca?
I trattamenti messi in atto in caso di ischemia cardiaca hanno come obiettivo il ripristino dell’apporto di sangue al cuore (rivascolarizzazione). Per ottenere tale risultato, i medici hanno a disposizione trattamenti chirurgici e farmacologici. L’intervento di rivascolarizzazione consiste nel ripristino della fornitura di sangue al tessuto miocardico, per ridurre il rischio di eventi acuti come l’infarto e migliorare la prognosi di pazienti con sindromi coronariche.6
Le modalità di rivascolarizzazione comprendono:
- intervento coronarico percutaneo: un intervento che prevede l’inserimento di un elemento rigonfiabile in prossimità del restringimento del lume arterioso. Lo scopo della procedura è quello di migliorare il flusso del sangue a valle, riducendo così i sintomi dell’ischemia;
- bypass coronarico: si tratta di un intervento chirurgico atto a “bypassare” le arterie coronarie affette da restringimento tramite l’inserimento di un condotto venoso prelevato, ad esempio, dalla gamba del paziente. L’intervento viene solitamente eseguito con il paziente in anestesia generale e tramite l’utilizzo della circolazione extra-corporea.
Tra le opzioni farmacologiche, che devono essere sempre valutate insieme ad un/a specialista, troviamo:
- aspirina: studi hanno dimostrato che basse dosi di aspirina, somministrate tutti i giorni, riducono sensibilmente la probabilità di avere un infarto;1
- beta-bloccanti: sono farmaci in grado di agire su alcuni recettori presenti a livello cardiaco, causando la diminuzione della forza contrattile e quindi il consumo di ossigeno, la cui disponibilità è scarsa in caso di ischemia cardiaca;
- statine: farmaci che riducono il deposito di colesterolo a livello delle pareti arteriose. Studi hanno dimostrato che le statine riducono l’incidenza e la mortalità da infarto;
- ACE-inibitori e calcio-antagonisti: farmaci in grado di abbassare la pressione arteriosa e, quindi, evitare il sovraccarico del cuore.
7. Si può prevenire l’ischemia cardiaca?
Per ridurre al minimo la probabilità di sviluppare un’ischemia cardiaca si può agire riducendo al minimo i fattori di rischio cardiovascolare. Seguire una dieta equilibrata, fare esercizio fisico, evitare l’abuso di fumo o alcol consentono di mantenere un sano profilo cardiovascolare.
Infine, è importante sottoporsi a controlli periodici presso professionisti/e specializzati/e, per monitorare lo stato di salute del proprio sistema cardiovascolare.4
Bibliografia
- Bhandari B, Quintanilla Rodriguez BS, Masood W. Ischemic Cardiomyopathy. 2022 Aug 1. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan–. PMID: 30725986.
- Jiang W, Xiong Y, Li X and Yang Y (2021) Cardiac Fibrosis: Cellular Effectors, Molecular Pathways, and Exosomal Roles. Front. Cardiovasc. Med. 8:715258. doi: 10.3389/fcvm.2021.715258
- Cohn PF. Silent ischemia: a timely aspect in coronary artery disease. Herz. 1987 Oct;12(5):314-7. PMID: 3315916.
- Mayo Clinic - Myocardial ischemia (Ultimo accesso 9 Febbraio 2023)
- Penn Medicine - Pulmonary edema (Ultimo accesso 9 Febbraio 2023)
- Writing Committee Members; Lawton JS, Tamis-Holland JE, Bangalore S, Bates ER, Beckie TM, Bischoff JM, Bittl JA, Cohen MG, DiMaio JM, Don CW, Fremes SE, Gaudino MF, Goldberger ZD, Grant MC, Jaswal JB, Kurlansky PA, Mehran R, Metkus TS Jr, Nnacheta LC, Rao SV, Sellke FW, Sharma G, Yong CM, Zwischenberger BA. 2021 ACC/AHA/SCAI Guideline for Coronary Artery Revascularization: A Report of the American College of Cardiology/American Heart Association Joint Committee on Clinical Practice Guidelines. J Am Coll Cardiol. 2022 Jan 18;79(2):e21-e129. doi: 10.1016/j.jacc.2021.09.006. Epub 2021 Dec 9. Erratum in: J Am Coll Cardiol. 2022 Apr 19;79(15):1547. PMID: 34895950.
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