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7' di lettura

Da Grey’s Anatomy a Dr House, tante sono le serie tv che mostrano quanto possa essere travolgente entrare nelle storie di medici e pazienti. La Medicina Narrativa va oltre la fiction e la scienza. Essa insegna ai professionisti della sanità a comprendere ogni paziente usando l’empatia.

Il corpo che si ammala racconta una storia e questa storia va al di là della parte del corpo interessata o delle cause fisiche, e non, da cui il male è scaturito.

C'è un protagonista, il paziente, e un narratore la Medicina Narrativa che, passo dopo passo, prova a scoprire la storia che il paziente racconta, all'interno della quale si inserisce la malattia e il suo percorso terapeutico. A sua volta anche il medico è un protagonista e anche lui ha la sua storia da raccontare.

Si crea così un rapporto tra professionista e paziente, un racconto unico e speciale.

Come nasce, che cos'è e quali sono gli effetti della Medicina Narrativa? Ce lo spiega la Dott.ssa Lucia Alfano, psicologa dell'associazione Compagni di Viaggio onlus, già conosciuti precedentemente in un altro articolo.

 

In questo articolo parleremo di:

1. Come nasce la Medicina Narrativa?

2. Che cos'è la Medicina Narrativa?

3. Quali sono le sue metodologie e in quali ambiti e contesti può essere utile?

4. Quali sono le sue difficoltà?

 

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1. Come nasce la Medicina Narrativa?

La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non una semplice assenza di malattia

 

Tale definizione sancita dall’Organizzazione mondiale della sanità nel XX secolo è considerata un diritto che si pone alla base di tutti i diritti fondamentali dell’uomo. Chi ha scelto il lavoro della “cura” ha tutti i giorni l’opportunità, ma anche la responsabilità, di incontrare l’altro. È una forte e continua sollecitazione che ci mette in gioco come professionisti e come persone, con le nostre storie, emozioni, pre-giudizi e difficoltà.

È un concetto abbastanza recente e si affaccia infatti sulla scena internazionale verso la fine degli anni Novanta, grazie a Rachel Naomi Remen, autrice e insegnante di medicina alternativa, e a Rita Charon, medico e docente universitaria, fondatrice e direttrice del programma NBM di medicina narrativa della Columbia University.

La medicina narrativa nasce dal riconoscimento di un’esigenza comune di stabilire una vera relazione fra due persone, un’opportunità per favorire l’alleanza tra il medico e il paziente e, al contempo prova a modificare quei fattori che possono incidere negativamente sulla salute.

La quotidianità della condizione di malattia e il racconto delle sue emozioni, senza la necessità di una loro interpretazione profonda, ha il grande vantaggio, per il paziente, di sentirsi ascoltato prima ancora di essere capito e di estendere l’ascolto anche ai familiari e agli stessi operatori sanitari, per passare dalla cura della malattia a quella della persona che vive la malattia, dal corpo del malato all’“essere” del malato

2. Che cos'è la Medicina Narrativa?

Vediamo insieme la definizione più comune: 

Con il termine “Medicina Narrativa”, mutuato dall’inglese Narrative Medicine, si intende una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura. Il fine è la costruzione condivisa di un percorso di cura, storia di cura personalizzata.

 

 

Ciò la inquadra in un’ottica sistemica, riconoscendone la complessità bio-psico-socio-ambientale di ogni persona e di ogni evento che la riguarda in tema di salute.

 

Questa è la definizione elaborata nel corso della Consensus Conference dell’ISS, nel 2014, che ha dettato le linee di indirizzo, per l’utilizzo della medicina narrativa in ambito clinico assistenziale, per le malattie rare e cronico-degenerative.

Una definizione che fa chiarezza, delimitando l’ambito e le caratteristiche della medicina narrativa rispetto al più vasto spettro di pratiche narrative in medicina.

È una modalità di affrontare la malattia tesa a comprenderne il significato in un quadro complessivo, sistemico, ampio e rispettoso della persona assistita. Essa mette al centro la relazione tra il malato e il medico, riconoscendone l’unità di base scindibile della cura.

La narrazione è lo strumento ed è anche l’oggetto su cui costruire la nuova relazione, poiché essa migliora la capacità di ascolto.

 

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3. Quali sono le sue metodologie e in quali ambiti e contesti può essere utile?

La Medicina Narrativa fa riferimento prevalentemente a tre differenti approcci analitici derivati da diversi ambiti disciplinari:

  1. Narratologia (letteratura)
  2. Fenomenologico-ermeneutico (filosofia)
  3. Socio-antropologico (scienze sociali)

Per questo aspetto multidisciplinari, essa permette di sviluppare un percorso di cura più completo, personalizzato, efficace, appropriato e in linea con le indicazioni dell’evidence based medicine, con cui si integra. Secondo gli esperti della Consensus Conference, nella scelta dello strumento da utilizzare è opportuno lasciare libero l’intervistato nell’usare la modalità narrativa a lui più adatta e allo stesso tempo contenere la dimensione del racconto, finalizzandolo a un risvolto operativo nelle cure.

Tale metodologia che porta il paziente al centro del processo di cura, può essere, ad esempio, così utilizzata nei seguenti ambiti:

  • Prevenzione, diagnosi, terapia e riabilitazione
  • Aderenza al trattamento
  • Funzionamento del team di cura
  • Prevenzione del burn-out degli operatori e dei caregiver
  • Prevenzione dei contenziosi giuridici e della medicina difensiva
  • Promozione e implementazione dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali

4. Qual è la complessità e la difficoltà di questa cura?

La complessità della cura consiste proprio nel fatto che coesistono diversi punti di vista e che tutti rivendicano buone ragioni. La narrazione della patologia del paziente al medico è considerata fondamentale al pari dei segni e dei sintomi clinici della malattia stessa ed è un utile strumento di comprensione della relazione del paziente con la malattia stessa.

Con l’utilizzo della Medicina Narrativa si recupera la storia del paziente nel senso più profondo del termine, che va certamente ben oltre la storia clinica, vista come storia della malattia e non del paziente. "Anche il tempo della comunicazione tra medico e paziente costituisce tempo di cura" (legge n. 219 del 2017).

Infine, la Medicina Narrativa è da considerarsi la medicina del futuro, in uno sviluppo che vede non più scindibili gli aspetti clinici con gli aspetti autobiografici e individuali della malattia.

Da ciò possiamo dedurre che bisogna abbandonare l’idea statica di salute come una condizione di completo benessere fisico, psichico e sociale e adottare prospettive nuove, più realistiche e sostenibili, basate sulla promozione e sul sostegno delle capacità delle persone di mantenere la propria integrità o ripristinarla, di mantenere il proprio equilibrio e senso di benessere, di affrontare e gestire le malattie, cercando di superarle, quando possibile, ma sempre e comunque di adattarvisi, nell’accettazione del limite.

 

La Medicina Narrativa è una buona occasione per la professione medica per andare oltre la visione tecnica dell'evidenza scientifica e avvicinarsi al vissuto dei singoli pazienti. Una riflessione che è data grazie al contributo della Dott.ssa Lucia Alfano dell’Associazione Compagni di Viaggio Onlus che ci porta a considerare come imparare a raccontare questi contesti significa migliorarli in ogni senso, perché finché una storia non la racconti essa non esiste, come per qualsiasi malattia. Per saperne di più, clicca qui e scopri come sostenere l’Associazione. 

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