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Il mieloma multiplo è un tumore del sangue che colpisce le plasmacellule, cellule del sistema immunitario situate nel midollo osseo e responsabili della produzione di anticorpi. Sebbene raro, il mieloma multiplo è il secondo tumore del sangue più comune, con circa 8 nuovi casi per 100.000 abitanti in Italia ogni anno.
Ne parliamo con il Prof. Corradini, Direttore s.c. Ematologia, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori.
Indice
- Mieloma multiplo: inquadriamo il problema
- Mieloma multiplo e fattori di rischio
- I sintomi del mieloma multiplo
- Diagnosi del mieloma multiplo e best practice
1. Mieloma multiplo: inquadriamo il problema
Il mieloma multiplo (MM) è un tumore che coinvolge le cellule del sangue chiamate plasmacellule che sono cellule molto importanti del sistema immunitario, originate nel midollo osseo coinvolte nella produzione di anticorpi.
Sebbene si tratti di un tumore raro, questa tipologia è il secondo tumore del sangue per incidenza. In Italia, infatti, si stimano circa 8 nuovi casi per 100.000 abitanti ogni anno, e sono circa 30.000 pazienti in trattamento o in monitoraggio. Il mieloma multiplo insorge in età avanzata: l’età mediana alla diagnosi è di 65 anni, e gli uomini sono colpiti più frequentemente delle donne.
Il mieloma è spesso preceduto da una condizione pre-maligna, chiamata gammopatia monoclonale di incerto significato (MGUS), una malattia che provoca una produzione eccessiva di immunoglobuline, ossia di anticorpi, da parte delle plasmacellule del midollo osseo. Il termine "incerto" si riferisce alla natura precancerosa della malattia: in base agli esami, non sempre è facile distinguere se è ancora allo stadio benigno o se è già evoluta verso una forma maligna iniziale. Nella maggior parte dei casi, tale condizione, non evolverà mai verso la forma conclamata del tumore.
Inoltre, non tutte le forme di mieloma richiedono una terapia: esistono dei casi di mieloma ”smoldering” (SMM), ovvero indolente, che possono essere semplicemente osservati nel tempo.
2. Mieloma multiplo e fattori di rischio
Nella grande maggior parte dei casi, il mieloma multiplo insorge senza nessuna causa apparente. Infatti, la sua insorgenza è legata a una disfunzione interna a delle cellule del sistema immunitario, i linfociti B, che danno origine alle plasmacellule.
Alcune disfunzioni sono alla base anche della gammopatia monoclonale di incerto significato (MGUS): in questo caso esse compromettono in modo solo lieve il funzionamento della cellula. Raramente, altre gravi anomalie si aggiungono e il comportamento della cellula cambia radicalmente verso il comportamento tipico di un tumore maligno.
Le disfunzioni interne alla cellula sono, generalmente, determinate geneticamente: infatti il mieloma è più comune nella popolazione afro-americana e raro nella popolazione asiatica. Ciò suggerisce che in diverse etnie c’è una diversa predisposizione genetica. Inoltre, lo sviluppo della malattia è leggermente più frequente nei parenti di primo grado delle persone affette.
Ad oggi, non sono stati dimostrati in modo convincente fattori di rischio legati all'insorgenza del mieloma multiplo, quali dieta, fumo, o altre comuni esposizioni della vita quotidiana. Tuttavia, esposizioni inusuali come quelle ad alte dosi di radiazioni ionizzanti e/o a sostanze chimiche quali idrocarburi ed erbicidi sono state descritte come cause rare di sviluppo del mieloma multiplo.
3.I sintomi del mieloma multiplo
Spesso, il mieloma multiplo è asintomatico e viene scoperto per caso nel corso di esami di routine. I sintomi che esso produce più frequentemente sono quelli legati a:
- anemia: pallore, fiato corto, affaticabilità;
- insufficienza renale: riduzione della quantità di urine, ritenzione di liquidi;
- danno osseo: dolore, fino a fratture spontanee.
4. Diagnosi del mieloma multiplo e best practice
Non esiste la possibilità di effettuare diagnosi precoce di mieloma multiplo. Questa patologia produce un anticorpo monoclonale, ovvero una proteina anomala che può essere rintracciata nel sangue attraverso un esame di screening chiamato elettroforesi sieroproteica. L'elettroforesi permette di separare le proteine del siero in base alla loro mobilità in campo elettrico e ottenere sei frazioni: Albumina, α1- e α2- globuline, ß1- e ß2-globuline, γ-globuline. L’elettroforesi sieroproteica consente il riconoscimento visivo di eventuali anomalie (disprotidemie) come la reazione della fase acuta, la carenza di immunoglobuline e la gammopatia monoclonale.
Spesso si arriva, quindi, a una diagnosi casuale di mieloma nel corso di accertamenti eseguiti per altre ragioni. Va sottolineato, però, che la grande maggioranza delle gammopatie monoclonali non rappresenta una diagnosi di mieloma, ma al contrario della forma pre-maligna chiamata MGUS, oppure della forma indolente SMM.
Tuttavia, ogni gammopatia deve essere indagata da un medico attraverso l’esecuzione di test di secondo livello di sangue e urine che possano orientare la diagnosi tra gammopatia monoclonali di significato incerto (MGUS), mieloma smoldering (SMM) e mieloma multiplo (MM). Nel caso di sospetto di MM, bisognerà procedere all’esecuzione di una biopsia osteomidollare e di esami radiografici per lo studio dello scheletro. Se la diagnosi di MM venisse confermata, vanno allora eseguiti test diagnostici approfonditi che studino il DNA delle plasmacellule tumorali, in quanto questi possono orientare la prognosi ed in un prossimo futuro verosimilmente anche il tipo di terapia.
In collaborazione con Prof. Paolo Corradini
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